25 aprile, a Roma non sventolano le polemiche

Al corteo dell'Anpi solo bandiere rosse e arcobaleno. "Bella ciao" lo lancia dal palco la partigiana Iole Mancini, 102 anni: «Ricordo tutto. Con grande dolore»

Bandiere dell’Ucraina assai poche, della Nato nessuna, striscioni contro gli Usa un paio ma fatti ripiegare alla partenza (uno ricomparso alla fine). Lacrime invece sì, ne abbiamo viste parecchie.

La manifestazione del 25 aprile di Roma, quella che per due anni non si è potuta tenere e che per sei anni prima è sempre stata occasione per la polemica assenza della Brigata ebraica e della comunità ebraica romana che non vogliono le bandiere palestinesi (ieri non c’erano neanche quelle), la manifestazione che quest’anno aspettava l’Anpi al varco per misurarne il tasso di anti putinismo, è finita con un’ondata di commozione. Quando si è avvicinata al microfono la partigiana Iole Mancini, 102 anni, e ha cominciato così: «Ricordo tutto. Con grande dolore».

Torturata da Priebke a via Tasso, proprio nella notte del ’44 in cui Roma stava per essere liberata fu fatta salire su uno dei due camion dei tedeschi in fuga. Il camion guasto, quello che si fermò. Gli altri prigionieri, tra i quali Bruno Buozzi, andarono a nord, arrivarono a La Storta e furono tutti sparati in testa.

Iole Mancini ieri è tornata sul palco di porta San Paolo dov’è sempre stata il 25 aprile e dopo il suo intervento ha cominciato a cantare «Bella ciao» portandosi dietro la piazza. A lei non possono dire che non può cantare quella canzone, malgrado pensi anche lei che sia sbagliato mandare le armi all’Ucraina. Lo ha detto alla Stampa qualche giorno fa: «Sono nemica delle armi e della guerra».

«Il simbolo dei partigiani non è un fucile, non è un carro armato, il simbolo dei partigiani lo ricordo a tutti è un fiore», ha detto aprendo i comizi dal palco il presidente dell’Anpi di Roma, Fabrizio De Sanctis. Ma ha cominciato esprimendo «commozione per il bagno di sangue» in Ucraina e condanna per l’invasione russa. «Ci hanno dato degli equidistanti e questo ci ferisce molto». Tra gli interventi anche quello dell’assessore regionale alla sanità D’Amato e dell’assessore comunale alla cultura Gotor.

Zingaretti e Gualtieri sono passati a porta San Paolo ma al mattino con molto anticipo, quando il corteo dell’Anpi era lontano. E così ha fatto la comunità ebraica venuta a depositare fiori alla memoria della Brigata ebraica, prima di trasferirsi per un ricordo proprio in via Tasso.

Nel mezzo una tappa a largo Argentina dove, per la prima volta, si sono riunite separatamente diverse associazioni tradizionalmente gemellate all’Anpi come gli ex deportati, ex perseguitati politici, familiari dei martiri antifascisti e la federazione dei partigiani socialisti e di giustizia e libertà.

Con l’eccezione di quest’ultima, le altre associazioni sono comunque intervenute dal palco di porta San Paolo, ma prima hanno partecipato a un raduno con le bandiere dell’Ucraina convocato da Azione +Europa. Presenti un centinaio di persone. Erano invece in migliaia, al mattino, al corteo organizzato da Roma est antifascista a Centocelle.

ANDREA FABOZZI

da il manifesto.it

foto: screenshot

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