Putin’s Kiss. Dalla Russia con amore… forse

Il presidente russo, il cinema e un bacio
Putin's KIssi

Da un quarto di secolo Vladimir Vladimirovič Putin è alla guida della Federazione Russa e non sembra intenzionato a lasciarla. Tenente del KGB inviato a Berlino Est, vice Sindaco di San Pietrogurgo, uomo forte del Cremlino sutto la presidenza Elstin, Putin continua ad affascinare i russi e non solo. Amato e odiato. Salvatore della Russia dopo il crollo dell’URSS e crudele calcolatore. Statista e criminale.

Anche il suo rapporto col cinema è a dir poco complesso. Il presidente russo, che da ragazzo fece la comparsa negli studi di Leningrado, si formò con la serie TV sovietica Shchit i metch (Lo scudo e la spada, 1968) diretta da Vladimir Basov che in quattro film raccontava storie di avventura e di spionaggio tra la Germania nazista e l’URSS.

1. Ciapaiev (1934) il film preferito di Putin

Il suo film preferito, invece, secondo dichiarazioni ribadite nel corso degli anni, è Čapaev (Ciapaiev, 1934) realizzato dai fratelli Georgij e Sergej Vasilev incentrato sulla vita di Vasili Ivanovich Ciapaiev contadino divenuto comandante dell’Armata Rossa. Tutto molto russo, ma senza amare Ėjzenštejn e litigando con Sokurov, il più grande regista russo vivente, che non ha potuto vedere il suo ultimo film Fairytale (2022), in cui le anime di Churchill, Hitler, Stalin e Mussolini vagano in attesa che qualche forza superiore li accolga, nelle sale del suo Paese.

Putin ama, invece, Emir Kusturica, recentemente ricevuto al Cremlino per la realizzazione di tre film su Dostojevski, Gogol, Tolstoj, e l’attore Steven Seagal, suo grande amico, che nel febbraio 2023 è stato insignito dell’Ordine dell’amicizia della Russia.

Ma Putin, che difficilmente può aver ispirato il Tenente Ivan Yurevich Putin di The Hunt for Red October (Caccia a Ottobre Rosso, 1990), è stato direttamente protagonista sul grande schermo, dalle celebri interviste rilasciate a Oliver Stone, The Putin Interviews (2017), ai tanti documentari che denunciano il suo potere. C’è poi un piccolo, imperfetto, ma importante film: Potseluy Putina conosciuto col titolo internazionale Putin’s Kiss.

2. Lise Birk Pedersen

Realizzato dalla regista danese Lise Birk Pedersen, classe 1974, il film segue per quattro anni la vita di Maria Alexandrovna Drokova, per tutti Masha, ragazza nata dopo il crollo dell’URSS a Tambov, città a 500 chilometri a sud della capitale, e cresciuta nel mito di Putin. Masha si iscrive a sedici anni al Nashi, l’autoproclamatosi Movimento Giovanile Democratico Antifascista nato a sostegno del Presidente russo, divenendo in breve tempo un punto di riferimento per altri coetanei. Ammirata per essere riuscita a strappare un bacio a Putin durante una premiazione (ben prima dell’artista Jorit), si trasferisce a Mosca. Un percorso in continua crescita, personale e politica. Masha diviene, complice la sua avvenenza, portavoce del movimento, ottiene una trasmissione televisiva indirizzata ai giovani, e lavora sempre più in contatto con Vasily Yakemenko, il leader del Nashi, e con l’allora vice primo ministro Vladislav Surkov, incontrando in più occasioni anche l’amato Presidente russo. La fedeltà di Masha nei confronti di Putin è incrollabile, non vacilla di fronte al crescente autoritarismo di Yakemenko e nemmeno quando dei giornalisti divenuti suoi amici grazie alla trasmissione, Ilya Azar, Ilya Yashin e Oleg Kashin, le descrivono le crescenti violenze del Nashi contro gli oppositori politici. La sua visione inizia a cambiare quando il 6 novembre 2010 Kashin viene brutalmente aggredito di fronte a casa. Anche se i due aggressori non verranno mai identificati più di un sospetto porta al Nashi. Masha, tuttavia, continua a pensare e a sperare che ci sia un’altra spiegazione, non rinnega nulla di quanto fatto, ma lascia a 19 anni il movimento.

3. Putin’s Kiss (2012) di Lise Birk Pedersen

Uscito il 19 gennaio 2012 e premiato col World Cinema Cinematography Award nella categoria Documentari al Sundance Film Festival 2012, Putin’s Kiss mostra, anche grazie a interviste e immagini d’archivio, la Russia da dentro. Reale è la fiducia delle giovani generazioni nei confronti di Putin, reali sono le violenze verso gli oppositori politici, da quelle verbali a quelle fisiche. Per il New York Post Putin’s Kiss “è uno sguardo spaventoso sulla versione distorta che Putin ha della democrazia”, ma è anche, se non soprattutto, il conflitto interiore della protagonista (anche se i dialoghi in famiglia sembrano quelli più forzati) che si chiede “quanta umanità si può sacrificare alle proprie convinzioni politiche”?

4. Oleg Kashin e Masha Drokova

Ma che fine hanno fatto i protagonisti del film? La regista Lise Birk Pedersen continua a realizzare documentari, tra questi Power to the People (Tutti a casa – Inside Movimento 5 Stelle, 2017) un’inchiesta sul M5S e le sue lotte. Masha Drokova si è, invece, trasferita negli Stati Uniti, dove si è sposata, divenendo la signora Masha Bucher, e dove lavora come consulente per aziende. Oleg Kashin, dalle posizioni politiche altalenanti, non è mai riuscito a conoscere il nome dei suoi aggressori. Oggi continua le sue battaglie.

Il Nashi arrivò ad avere 120000 iscritti prima di sciogliersi nel 2012, è ormai certo che al suo interno convivevano ragazzi mossi da alti ideali come Masha e un braccio violento. La carriera politica del fondatore e leader Vasily Yakemenko finì praticamente col movimento. Provò a fondare, senza riuscirci, un partito per poi essere travolto da un nuovo scandalo. E Putin? Putin è sempre li, saldo al comando.

MARCO RAVERA

redazionale


Bibliografia
“Putin. Una vita, il suo tempo” di Philip Short – Marsilio
“Storia del cinema” di Gianni Rondolino – UTET

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Corso Cinema

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