Guerra ucraìna, il sogno oppure l’incubo

C’è il rischio di un conflitto nucleare. Urge, secondo la Carta Onu, che le potenze occidentali affianchino l’Ucraina in un negoziato con vera volontà di pace e con lo spirito di Helsinki ’75
1974, Gerald Ford e Leonid Breznev firmano gli accordi contro la proliferazione nucleare

C’è una contraddizione clamorosa e terribile nel coro dei media e nel comportamento dei governanti dei paesi della Nato. Si afferma – giustamente, anche se a dirlo, per non gettare benzina sul fuoco, non dovrebbe essere il presidente degli Stati Uniti – che Putin è un macellaio, un criminale, un despota feroce, un nuovo Hitler. E poi si fa di tutto per mettere Putin in un angolo, per non offrirgli nessuna via d’uscita, per ottenere la sua umiliazione e la sua sconfitta.

Eppure Putin, fin dal 24 febbraio, ha dichiarato che “la Russia, se necessario, risponderà immediatamente e le conseguenze saranno come non sono mai state viste nella storia”. Ha ripetuto più volte le minacce di una “reazione nemmeno immaginabile”. Ha messo in stato di allerta il suo sistema di deterrenza nucleare. Ha simulato un lancio di missili da Kaliningrad in grado di raggiungere e distruggere in pochi minuti tutte le capitali europee. Soprattutto, ha mostrato in maniera convincente, con la sua assurda guerra criminale, ciò che è capace di fare. Ma tutti ripetono che questa guerra durerà a lungo, mesi, forse anni, in un mondo sempre più armato, sempre più incattivito e diviso, sempre più dominato dal clima di guerra, dall’odio identitario e dalla volontà di abbattere il nemico.

La prospettiva è spaventosa. Questo autocrate ha ricordato più volte che è carico di armi nucleari – oltre 6.000 testate – ed è quindi ben possibile che, messo nell’angolo, ne faccia uso. Sappiamo che bastano 50 bombe atomiche per distruggere l’intera umanità. Dunque la Russia è in grado di distruggere l’umanità più di 100 volte. Non sarebbe il caso di prendere sul serio le sue minacce? Non sarebbe opportuno, per ipotesi, procrastinare a tempi meno calamitosi l’ingresso della Finlandia e della Svezia nella Nato, che oggi ha il senso, quanto meno agli occhi della Russia, non certo di una mossa di difesa ma di un atto di ostilità che allungherebbe di 1.300 chilometri il confine tra Russia e Nato?

Certamente la Nato, a sua volta, può distruggere l’umanità non 100, ma 200 e più volte. Certamente è alquanto improbabile che Putin rischi il suicidio nucleare. Ma siamo davvero sicuri che si rassegni a una sconfitta umiliante, se è davvero un nuovo Hitler? Che una volta messo con le spalle al muro non metta in atto le sue minacce nucleari, evocate di nuovo il 12 maggio dal capo del governo Dmitry Medvedev? E poi, di che cosa stiamo parlando quando calcoliamo le scarse probabilità di una guerra totale? di una partita di poker, di una roulette, la cui posta in gioco è la distruzione dell’Ucraina, o dell’Europa, o peggio dell’umanità? di una gara a chi sarà più bravo nel provocare la distruzione globale e nel devastare il pianeta?

Tutti ripetono che è Putin che non vuole trattare. Ma occorrerebbe almeno metterlo alla prova, non facendogli il viso dell’arme ma tentando responsabilmente la via della soluzione pacifica del conflitto. È la via indicata espressamente dalla Carta dell’Onu, il cui articolo 51 stabilisce che ogni “membro delle Nazioni Unite” ha il “diritto naturale di autotutela” contro “un attacco armato”, “fintantoché il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale”.

Quali potrebbero essere queste “misure necessarie” ad impedire che l’escalation in atto degeneri in una guerra nucleare? Non certo la decisione di cessare il fuoco, cui la Russia opporrebbe il veto. La vera misura consisterebbe nella riunione medesima, in seduta permanente, del Consiglio di sicurezza, dove sono presenti tutte le grandi potenze inclusa la Cina, per “conseguire con mezzi pacifici”, come impone l’articolo 1 della Carta, “la soluzione” del conflitto.

Si tratta, in breve, di affiancare l’Ucraina nel negoziato, con tutto il peso e l’autorevolezza delle potenze occidentali, ma anche con l’autentica volontà di arrivare alla pace. Il risultato potrebbe essere un accordo nel medesimo spirito dell’Atto finale della Conferenza di Helsinki sulla sicurezza del 1975.

Proviamo a sognare. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden apre la seduta dicendo: “la Russia si è resa responsabile di un’aggressione criminale a uno Stato sovrano. Ma forse anche noi, come ha detto papa Francesco, abbiamo esagerato nell’andare ad abbaiare ai suoi confini. La Russia, quindi, smetta questo assurdo massacro e tutti noi, subito dopo, poniamo fine all’incubo nucleare! Propongo il seguente patto: Putin ritira tutte le sue truppe da tutta l’Ucraina.

In cambio gli proponiamo che anche la Russia entri nella Nato, che si riapra e si porti a compimento il processo del disarmo nucleare planetario avviato da Reagan e da Gorbaciov nel 1987, che cessino le sanzioni e che anzi si realizzi, grazie anche alla riduzione delle spese militari, un piano di aiuti economici diretto a ricostruire l’Ucraina ed anche ad aiutare 150 milioni di russi ad uscire dalla povertà”. Sarebbe la vera dimostrazione della superiorità morale e politica dell’Occidente.

Biden passerebbe alla storia come l’artefice di un nuovo ordine di pace. Putin e Zelensky, ovviamente, accetterebbero. Sarebbe la vittoria di tutti: dell’Ucraina, della Nato, dell’Europa, degli Stati Uniti, della Russia e, soprattutto, del popolo ucraino e del popolo russo. Ma tutto questo, è chiaro, non è “politica”. Non è realistico. E’ solo un sogno. La realpolitik al potere, i nostri governanti, i nostri commentatori preferiscono l’incubo.

LUIGI FERRAJOLI

da il manifesto.it

foto: screenshot

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Guerre e pace

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