La settimana di scioperi di Cgil e Uil si è conclusa ieri con adesioni alte, piazze piene nelle undici regioni rimaste e un battibecco con Matteo Salvini.

Di primo mattino il leader leghista e vicepresidente del consiglio ha provocato i sindacati in un tweet in cui lodava «il buonsenso di Cisl e Ugl» che non sostengono «uno sciopero immotivato e ideologico contro il governo» e «non complicheranno la giornata a milioni di lavoratrici e lavoratori».

La risposta è arrivata dal palco di fianco all’altare della Patria a piazza Madonna di Loreto a Roma dove il segretario della Cgil Maurizio Landini ha tenuto il comizio conclusivo dello sciopero nel Lazio: «Non avendo mai lavorato, non ha mai avuto il problema di scioperare. Salvini dovrebbe interrogarsi sul fatto che questa manovra non aumenta i salari, aumenta la precarietà e sulle pensioni Quota 103 è un’ulteriore presa in giro», ha attaccato Landini.

Ma Salvini ha poi rinfocolato la polemica sostenendo che lo sciopero «lascia a piedi, senza treno e senza bus, gli operai».

Qui la risposta nel merito al ministro titolare dei trasporti è arrivata dal segretario generale della Filt Cgil Stefano Malorgio: «Salvini pensi al rifinanziamento del trasporto pubblico in maniera seria per non lasciare a piedi i cittadini tutti i giorni – ha attaccato Malorgio – . Noi le persone le lasciano a piedi per un giorno invece il rischio concreto, senza investimenti e senza fondi, destinati ai trasporti, è che rimangano sempre di più senza mezzi pubblici».

Piazze piene anche in tutte le regioni Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Lombardia, Molise, Sardegna e Toscana. Mentre la Fiom ha sottolineato come «negli scioperi e nelle manifestazioni è stata alta la partecipazione delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici, che hanno aderito alla mobilitazione nelle varie Regioni».

Da Napoli invece ha parlato il leader Uil Pierpaolo Bombardieri: «Noi avevamo proposto di detassare la tredicesima e gli aumenti contrattuali, ma c’è stato solo un parziale intervento sul cuneo fiscale, che si traduce in soli 15 euro lordi al mese.

Bisogna poi affrontare il problema della precarietà ma la scelta di ampliare l’utilizzo dei voucher va nella direzione opposta. Così come non va bene la decisione su Opzione donna – ha sottolineato Bombardieri – . Né ci sono risposte sul Mezzogiorno e sulla sanità. Ed è proprio questo il motivo per cui oggi siamo qui a Napoli con i lavoratori di questo settore duramente provati nel periodo della pandemia», ha concluso Bombardieri.

Nel pomeriggio invece nella vicina piazza Santi Apostoli si è tenuta la manifestazione nazionale dei pensionati dello Spi Cgil, riempita da migliaia di persone arrabbiate per il taglio dell’indicizzazione degli assegni riassunto dallo sfondo sul palco: «Pensionati bancomat». Presenti Elly Schlein, il candidato del centro sinistra alla Regione Lazio Alessio D’Amato e Rachele Scarpa del Pd.

A tenere il comizio finale è stato il segretario generale dello Spi Ivan Pedretti, reduce in mattinata da un dialogo con gli studenti del liceo Cavour di Roma, occupato da giorni.

Pedretti ha attaccato il governo frontalmente: «Sono degli imbroglioni perché la mattina hanno annunciato la firma del decreto sull’indicizzazione delle pensioni e nel pomeriggio la stavano già tagliando a 4 milioni di persone. Dicono che hanno usato quei soldi per i giovani e i bambini, ma per loro in manovra non c’è niente.

I 3,7 miliardi tolti ai pensionati invece li hanno usati per gli evasori e per i lavoratori autonomi ricchi! Per questo è una manovra di classe che dobbiamo contrastare. E sono sicuro che la mobilitazione dei pensionati andrà avanti e che avremo anche la Cisl con noi», ha concluso Pedretti, salutando sul palco la presenza del segretario generale della Uilp Carmelo Barbagallo.

CGIL e UIL promettono di continuare la battaglia contro il governo Meloni: «Non ci fermeremo perché ho visto, nonostante le condizioni meteo, la partecipazione dei lavoratori che dicono proprio questo: andate avanti, ottenete risultati, cambiate la manovra», aveva scandito in mattinata Landini.

Che poi aveva avvertito la presidente del consiglio: «Meloni stia tranquilla, noi siamo gente che può durare a lungo, forti delle ragioni. Noi non scioperiamo perché il governo è di destra ma perché le cose non funzionano». «Trovo scandaloso – ha concluso – che anche su questo cercano di dividerci: che la cassa venga fatta sui più poveri. Ma davvero il problema del paese è il reddito di cittadinanza?».

MASSIMO FRANCHI

da il manifesto.it

Foto tratta dalla pagina nazionale Facebook della CGIL