Basta strade ed edifici intitolati a esponenti «del partito o dell’ideologia fascista». E basta anche con la propaganda «fondata sull’esaltazione dei metodi eversivi dell’ordinamento democratico propri dell’ideologia fascista o nazifascista».
Sono due le proposte di legge presentate dal Pd – una alla Camera e una al Senato – per cercare di frenare ogni deriva fascista, almeno nei suoi simboli e nelle sue espressioni più esplicite.
E se la legge su strade ed edifici pubblici è un divieto alle amministrazioni comunali troppo accomodanti verso il regime, i suoi esponenti e i suoi eredi (vedi le tante vie dedicate a Giorgio Almirante che infestano il paese), per la propaganda si va a toccare il codice penale, con pene fino a un anno e sei mesi e multe fino a seimila euro.
Elly Schlein ritiene che queste proposte siano «necessarie per fare i conti fino in fondo con la storia, perché senza memoria non si possono porre le basi per un futuro migliore» e perché «la Costituzione è antifascista, saldata attorno a principi in gran parte ancora non attuati nel Paese».
Per il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo non bisogna sottovalutare «gli ammiccamenti al fascismo da parte di autorevolissime personalità del governo e dello Stato», ma comunque non si può dire che ci sia un concreto rischio di ritorno al passato: «C’è un pericolo immediato di ritorno fascismo storico al potere? A mio parere no. Il partito fascista era il partito milizia, FdI è un partito famiglia più che milizia».
Però, «c’è un pericolo di torsione oscurantista e repressiva», contro il quale «le forze democratiche devono mobilitarsi». È per questo motivo che l’associazione dei partigiani ha collaborato alla stesura delle proposte di legge presentate dal Pd. Proposte che sono state sottoscritte anche da Nicola Fratoianni, che ieri mattina insieme al Pd e all’Anpi ha presenziato alla conferenza stampa nella sala Berlinguer della Camera.
«Siamo davanti ad un fenomeno che cresce, la propaganda neofascista sulla rete non è marginale, si sono intensificate intimidazioni minacce ed aggressioni di carattere neofascista, a cui occorre mettere un argine», sostiene il leader di SI.
Deve essere chiaro che nel nostro Paese propaganda ed iniziative neofasciste non possono essere tollerate. È una battaglia fondamentale». Sandro Ruotolo, della segreteria del Pd, spiega inoltre che queste due proposte di legge sono un modo per «riattualizzare le leggi Scelba e Mancino», che in effetti non prevedono nulla per quello che riguarda il web.
Non è la prima volta che il Pd formula una proposta del genere: nel 2017 fu l’allora deputato Lele Fiano a spingere per una legge contro la propaganda e la toponomastica fasciste, ma il suo tentativo cadde nel vuoto e non se ne fece nulla. Questa volta, considerando i rapporti di forza parlamentari, la situazione appare ancora più complicata, ma gran parte del discorso sta proprio nel vedere come reagirà la maggioranza.
«Meloni vuole presentarsi in Europa come moderata – dice Ruotolo -, allora dovrebbe sostenere le nostre proposte di legge. Da che parte sta?».
Una prima risposta la dà il vicepresidente della Camera di FdI Fabio Rampelli: «È la solita propaganda della sinistra».
MARIO DI VITO
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