Vaccini «bene comune»: gratis per tutti da gennaio

Coronavirus. Il ministro Speranza ha presentato in Parlamento il Piano per distribuire 202 milioni di dosi. Saranno somministrate prima a operatori sociosanitari, residenti delle Rsa e anziani

e prime dosi di vaccino anti Covid arriveranno a gennaio (ma la distribuzione entrerà nel vivo dalla primavera), sarà gratis per tutti e non sarà obbligatorio, questa al momento l’indicazione ma è un aspetto che potrebbe essere riconsiderato nel tempo. Sono i punti principali del Piano vaccinale, illustrato ieri in parlamento dal ministro della Salute, Roberto Speranza. «Il vaccino è un bene comune, un diritto di tutte le persone, nessuna diseguaglianza sarà ammissibile. È probabile che saranno necessarie due dosi – ha spiegato il ministro -. Per l’Italia ne sono state già opzionate oltre 202 milioni». Saranno somministrate prima a operatori sociosanitari, residenti delle Rsa e anziani. Quindi a chi è impiegato nei servizi essenziali come il personale scolastico. Nel caso di focolai, saranno inviate scorte nei territori in difficoltà. «Finalmente vediamo la luce – ha commentato Speranza -, è la svolta che aspettavamo».

L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) dovrebbe esprimersi il 29 dicembre sul vaccino Pfizer-Biontech e il 12 gennaio sul farmaco di Moderna, «non sono i singoli stati a trattare con le case farmaceutiche ma è la commissione Ue a negoziare per tutti», ha proseguito. L’investimento si è concentrato su un gruppo di aziende con vaccini che utilizzano differenti tecnologie, le dosi saranno distribuite agli stati secondo le popolazioni, con forniture maggiori nel secondo e terzo trimestre 2021. «Abbiamo opzionato 202.573.000 dosi – ha specificato Speranza -, una dotazione ampia per tutta la popolazione conservando anche delle scorte. All’Italia andranno il 13,46% di tutti i contratti che l’Ue ha formalizzato». Nel dettaglio: 40,38 milioni di dosi da AstraZeneca; 26,92 milioni da Johnson&Johnson; 40,38 milioni da Sanofi; 26 milioni da Pfizer-Biontech; 30,285 milioni da Curevac; 10,769 milioni da Moderna. L’obiettivo del governo è arrivare alla prima fase di vaccinazione senza dover fronteggiare la terza ondata di Coronavirus: «Se abbassiamo la guardia una nuova crescita di contagi è dietro l’angolo».

Logistica, approvvigionamento, stoccaggio e trasporto saranno di competenza del Commissario straordinario, Domenico Arcuri, con il coinvolgimento di regioni e province autonome. Nella distribuzione, in particolare, daranno un supporto le forze armate. Per i vaccini che necessitano della catena del freddo standard si adotterà il modello «hub and spoke»: un sito nazionale di stoccaggio e luoghi di distribuzione sui territori. I vaccini con catena del freddo estrema saranno consegnati dalle aziende presso 300 punti vaccinali attrezzati. Nella fase iniziale si utilizzeranno gli ospedali o le Unità mobili. Infine, i multidose richiedono l’acquisto di siringhe, aghi e diluente: l’approvvigionamento sarà assicurato da una centrale acquisti europea ma anche attraverso bandi di offerta pubblica da parte del commissariato per l’emergenza.

Circa ventimila persone saranno necessarie per attuare la campagna: si ricorrerà alla pubblicazione di «inviti» e alla stipula di accordi con le scuole di specializzazione medica. Saranno poi coinvolti gli ambulatori vaccinali, i medici di famiglia, la sanità militare. «Si sta predisponendo un sistema informativo con interfacce regionali – ha proseguito Speranza -. Ci sarà una sorveglianza immunologica, con il monitoraggio di eventuali eventi avversi, organizzata dall’Aifa».

La Gran Bretagna annuncia di essere già pronta a partire? Matteo Salvini non ha rinunciato a una delle sue polemiche: «Ci dicevano che l’uscita dall’Ue avrebbe portato la Gran Bretagna alla rovina invece il vaccino Pfizer a Londra già funziona». La replica di Speranza: «L’Europa ha scelto di non abbreviare studio e sperimentazione, continuando a subordinare la messa in commercio al parere dell’Ema. L’accelerazione dei tempi è stata realizzata facendo procedere in parallelo sperimentazione, produzione e autorizzazione».

La senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo è intervenuta nel dibattito: «Chi si oppone alla sperimentazione animale deve essere consapevole che la sua posizione condannerebbe il mondo a soccombere al virus». Un tema che aveva già aperto una nuova polemica nella maggioranza. In commissione Affari Europei alla Camera è in discussione la Legge europea 2019-2020, tutte le forze che sostengono il Conte bis hanno presentato un emendamento «per eliminare il divieto di utilizzo degli animali nella ricerca di base sulle sostanze d’abuso e gli xenotrapianti» per adeguare la normativa alla Direttiva europea 2010/63. Come ha spiegato la deputata ex M5s, oggi Liberi e uguali, Rina De Lorenzo, prima firmataria della proposta. Contrari i parlamentari 5S del gruppo Tutela degli animali e della biodiversità («Fermare subito questa vergogna») e, soprattutto, la capogruppo del Misto al Senato, Loredana De Petris (di Leu), che ha annunciato «un’opposizione durissima».

ADRIANA POLLICE

da il manifesto.it

Foto di Dimitri Houtteman da Pixabay

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