Nel giro di pochi minuti le violentissime cariche dei celerini sugli studenti di Pisa e Firenze erano già diventate virali. Manganellate a pioggia su ragazze e ragazzi a braccia alzate, molti minorenni, che stavano manifestando per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, chiedendo di fermare la carneficina in corso da mesi.

«Ci hanno caricato due volte – racconta Alessandra, studentessa di Scienze della Pace -, la seconda manganellando chi era già a terra e andando avanti colpendo chi cercava, mani al cielo, di restare lì per aiutare i feriti».

Stessa dinamica a Firenze. Con l’«aggravante», in questo caso, di essersi avvicinati alla zona rossa per eccellenza, il consolato Usa in lungarno Vespucci. Nella città della Torre pendente, dove a sera ci saranno quasi 10mila persone a protestare in piazza dei Cavalieri, in corteo la mattina c’erano 200 studenti.

«L’appuntamento era in piazza Dante – continua Alessandra – per una passeggiata ‘spontanea’ per i poli umanistici universitari e la sede dell’ateneo in piazza dei Cavalieri, con la conclusione al polo di San Rossore che per Pisa è il luogo della memoria».

Un corteo degli Studenti per la Palestina che a novembre avevano calato una bandiera dalla Torre, e che ieri cercavano di sensibilizzare i coetanei sulla necessità della pace. Le modalità «dell’agguato» sono raccontate da un gruppo di docenti del liceo artistico Russoli, testimoni delle cariche: «Come educatori siamo allibiti, il corteo era assolutamente pacifico ma chissà mai perché non avrebbe dovuto sfilare in piazza dei Cavalieri.

Gli agenti avevano chiuso la strada e attendevano i ragazzi con scudi e manganelli, mentre dalla parte opposta le forze dell’ordine chiudevano la via, un’altra squadra era in via Tavoleria».

Viste con gli occhi dei prof, le cosiddette «cariche di alleggerimento» hanno avuto una portata ben diversa: «Abbiamo assistito a scene inaudite, ci siamo trovati ragazze e ragazzi delle nostre classi tremanti, scioccate, chi con un dito rotto, chi con un dolore alla spalla o alla schiena per le manganellate, mentre una quantità incredibile di volanti sfrecciavano in via Tavoleria».

Alcuni agenti bloccavano sul selciato bagnato i giovani fermati, intanto mezza dozzina di feriti venivano portati in ambulanza e curati al Santa Chiara. All’ospedale, fra i tanti solidali, anche Francesco Auletta della sinistra di alternativa: «Chiediamo che i fermati siano subito rilasciati, siamo di fronte a una violenza gratuita e fuori controllo, il questore deve risponderne in prima persona».

Preoccupato perfino il sindaco leghista Conti, a cui non avrà fatto piacere il commento della collega di partito Susanna Ceccardi: «Un corteo non autorizzato che voleva scatenare il caos, la polizia ha fatto il suo dovere e va ringraziata».

A Firenze, nel giorno dello sciopero generale per la Palestina promosso dai sindacati di base, in circa 500 si erano ritrovati in piazza Santissima Annunziata dietro i due striscioni «Stop al genocidio» e «Workers and students for Free Palestine». Il corteo, forte anche di numerosi studenti, ha attraversato il centro per poi raggiungere piazza Ognissanti, avvicinandosi al sempre blindatissimo consolato Usa.

Risultato: carica e manganellate alzo zero. Così come era già accaduto, con una violenza inimmaginabile, al corteo che nel 1999 protestava contro la guerra Nato in Jugoslavia. Anche a Firenze una ragazza colpita da una manganellata sul setto nasale, rotto, è stata curata in ospedale, mentre il Si Cobas di Prato e Firenze dava visivamente conto dell’accaduto sui social.

Immagini viste anche dal sindaco Nardella e dal governatore Giani: «Sono video che mi lasciano senza parole, vogliamo capire come siano possibili questi inaccettabili atti repressivi e violenti!».

E ancora: «Vedere giovani presi a manganellate solo perché chiedono pace, mentre si proteggono i luoghi del potere dove si prendono decisioni di guerra, è una sconfitta delle istituzioni – annotano i consiglieri Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Spc -, prendiamo atto di come una parte della politica si nasconda dietro l’uso della forza per trasformare in ordine pubblico questioni sociali e politiche».

Compatte le forze politiche e associative toscane non di destra, Iv compresa, nel denunciare l’accaduto, così come hanno fatto gli atenei toscani, la Cgil e il Forum toscano del Terzo settore. Dal 7 ottobre ci sono state 1.023 manifestazioni in Italia, già 157 i denunciati.

RICCARDO CHIARI

da il manifesto.it

foto: screenshot tv