Oltre allo scontato duello tra socialisti e popolari, alle amministrative va in scena il duello per la supremazia a destra. Oggetto della contesa sono anche i membri delle chiese evangeliche con i quali sia il Pp sia Vox hanno stretto forti legami fino a trasformarle in bacini elettorali organizzati.
In Spagna il cristianesimo evangelico è la religione che cresce più in fretta, trainata dagli immigrati latinoamericani che conquistano la cittadinanza e con il loro aggressivo proselitismo pescano sempre anche tra gli autoctoni.

Secondo l’Osservatorio sul Pluralismo Religioso, il 2% dei 48 milioni di spagnoli è di confessione protestante, e di questa percentuale i due terzi sono evangelici. I potenziali elettori da contendersi sono quasi 600 mila.

Generalmente i valori difesi dalle varie chiese evangeliche, soprattutto quelle neopentecostali, sono decisamente affini all’identità politica della destra. Mentre i fedeli di vecchia data, per lo più autoctoni, sono generalmente più vicini al centrosinistra (in opposizione al nazional-cattolicesimo del regime franchista) la massiccia immigrazione latinoamericana ha condotto alla crescita della componente tradizionalista, quando non fondamentalista.

Anche il grosso della comunità gitana spagnola, aderente alla Chiesa di Filadelfia, è su posizioni politicamente conservatrici. Le prediche di pastori e predicatori sono generalmente dirette contro i «costumi corrotti e perversi» di chi difende l’aborto, i diritti Lgbt e la parità tra i sessi. Molti leader religiosi si dedicano a “curare” l’omosessualità, a perorare la causa di una società gerarchica e corporativa e a inveire contro la «dottrina diabolica del marxismo».

I forti legami delle propaggini spagnole con le case madri latinoamericane, fortemente attive nel sostegno alle correnti politiche più reazionarie – fondamentale quello tributato in Brasile a Jair Bolsonaro – le avvicinano ai partiti di destra ed estrema destra.

Non stupisce che la competizione tra Popolari e Vox per aggiudicarsi il voto degli evangelici sia sempre più accesa. A Madrid, a fine marzo, la partecipazione della pastora neopentecostale Yadira Maestre a una convention del Pp, durante la quale ha platealmente benedetto la presidente della regione Ayuso, il sindaco Almeida e il leader statale Feijóo, hanno scatenato le ire dei dirigenti di Vox, che hanno accusato i competitori di «strumentalizzazione».

Negli ultimi anni non è stato raro vedere la leader di Vox madrileno, Rocío Monasterio, e il marito Iván Espinosa – portavoce del gruppo parlamentare neofranchista al Congresso – partecipare alle funzioni religiose nei luoghi di culto evangelici sparsi nella capitale.

Ma è stato il Pp il partito che per primo ha dedicato funzionari e dirigenti alla captazione dei consensi degli evangelici, in cambio di favori che, da storica forza di governo, la formazione può elargire ai pastori e ai predicatori collaborativi. Per definire gli immigrati latinoamericani, poi, Ayuso usa il termine «nuovi spagnoli», che li promuove a immigrati di serie A in opposizione agli altri, considerati estranei e pericolosi.

MARCO SANTOPADRE

da il manifesto.it

foto tratta dalla pagina Facebook nazionale di Izquierda Unida