Non ci sono più i golpisti di una volta

Venezuela. Abituati al più drammatico incipit sul «colonnello Aureliano Buendia...» di Cent’anni di solitudine, è sicuro che Guaidó passerà non alla storia latino-americana ma tout-court al costume: si potrà dire infatti d’ora in poi che una cosa annunciata come vera in realtà è «alla Guaidó», oppure «Gran Varietà Guaidó»

Non ci sono più, per Washington, quegli affidabili Pinochet di una volta. Il golpe tanto auspicato dalla Casa bianca e, di sottecchi, da molti governi europei, con in Italia Salvini plaudente e l’appoggio del confinante fascista Bolsonaro, annunciato poi dai media di mezzo mondo, si è alla fine rivelato una bolla di sapone.
Ora gira la voce che di una «farsa» si sarebbe trattato, con i «russi» che avrebbero giocato a Guaidó e agli americani un brutto tiro, facendo arrivare notizie false di un improbabile compatto schieramento dell’esercito con l’autoproclamato presidente ad interim, ma talmente convincente da fargli proclamare la «rivolta militare» per «l’Operazione libertà definitiva».

Abituati al più drammatico incipit sul «colonnello Aureliano Buendia…» di Cent’anni di solitudine, è sicuro che Guaidó passerà non alla storia latino-americana ma tout-court al costume: si potrà dire infatti d’ora in poi che una cosa annunciata come vera in realtà è «alla Guaidó», oppure «Gran Varietà Guaidó».
Non dimenticando che solo tre mesi fa Juan Guaidó, un signor nessuno formatosi alla scuola di rivolte sanguinose quanto fallite di Otpor (dalle molte primavere arabe alla Georgia, all’Ucraina) e diventato per caso presidente dell’Assemblea nazionale, si è autoproclamato presidente della repubblica ad interim, subito riconosciuto dagli Usa e dall’Unione europea

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TOMMASO DI FRANCESCO

da il manifesto.it

foto tratta da Pixabay

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