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Lo stiletto

Topolino, Dante e Socrate

Secondo un sottosegretario leghista le parole scolpite nella pietra su "Topolino" sono di Dante...

Peggio al quadrato. Forse al cubo. Eh sì, la lista dei sottosegretari del governo Draghi è, almeno apparentemente, più insidiosa in quanto a pericolosità anti-culturale e anti-sociale di quel che risulta essere la rappresentanza di governo. La compagine leghista dà il meglio, non c’è che dire: chi cita “Topolino” pensando che siano versi danteschi e chi si è vantato, a suo tempo, di non aver aperto le pagine di un libro per tre anni. Almeno.

La vanteria, si sa, è una forma di edonismo narcisistico: ci si piace assai nel mostrarsi extra ordinem ed erga omnes, se si tratta di una specificità così particolare da far dire che si è un po’ gli unici a possedere quella caratteristica. Ignominiosa, sia detto. Ma se il “possessore” dell’ignominia (così lo avrebbe certamente apostrofato Totò) è in buona fede, allora si tratta di uno buonissimo e benevolissimo scioccone; se, invece, ha scienza e coscienza di ciò che afferma, il caso allora è più grave.

E magari si potesse risolvere il tutto con la sapienza socratica, laddove Platone fa dire al filosofo del demo di Alopece: «…ἀλλ᾽ οὗτος μὲν οἴεταί τι εἰδέναι οὐκ εἰδώς, ἐγὼ δέ, ὥσπερ οὖν οὐκ οἶδα, οὐδὲ οἴομαι… [trad.: «…costui credeva sapere e non sapeva, io invece, come non sapevo, neanche credevo sapere…»]» (Platone, “Apologia di Socrate“).

La consapevolezza ieratica, greve della impossibilità di conoscere la verità, ma di accostarsi tenuemente a solamente cenni di conoscenza parziale, è ben lontana dall’ignoranza conclamata dei leghisti. Non è una distanza temporale ma fisica: tra il libro e il lettore, tra il politico e la politica che è migliore se si fonda sulla tecnica, sulla compiutezza del fare legata all’analisi del reale che è, in fin dei conti, una eredità del passato.

Ma alcuni sottosegretari sovranisti sembrano venuti al mondo per viverne nella sterilità dell’istante: per questo fanno fatica a comprendere appieno la complessità dei fenomeni sociali che si stagliano davanti all’attualità immediata e che non nascono per caso ma sono frutto di uno straordinario percorso umano di incontri, scontri, migrazioni continue da un luogo all’altro di una terra che è molto più cosmopolita di quanto si possa immaginare.

Guardiamo il lato positivo: almeno “Topolino” l’hanno letto. Ma l’avranno davvero capito?

(m.s.)

foto: screenshot da Facebook

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