J’accuse! L’idiozia criminale al tempo della sua riproducibilità tecnica

“Porque esta gran humanidad ha dicho basta y ha echado a andar…” (Ernesto Guevara De la Serna) “Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando...

“Porque esta gran humanidad ha dicho basta y ha echado a andar…”
(Ernesto Guevara De la Serna)

“Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un si o per un no”
(Primo Levi)

Dopo ormai quasi un decennio di crisi economica, risultante a sua volta di trent’anni di neoliberismo, possiamo dire che in questa piccola parte di questo piccolo continente europeo chiamata Italia, ci troviamo ormai di fronte alla “tempesta perfetta” determinata dai seguenti elementi:

  1. Perdurare della crisi stessa, in quanto processo costituente di ristrutturazione sistemica;
  2. smantellamento del tessuto produttivo pubblico, con conseguente totale asservimento dell’economia ai voleri della finanza e dei grandi gruppi internazionali;
  3. distruzione dei corpi intermedi, figli della stagione dei “trenta gloriosi” ed ormai schiacciati dall’internazionalizzarsi dei processi produttivi, con conseguente perdita di forza contrattuale;
  4. esplosione delle diseguaglianze nella distribuzione del reddito a causa dello smantellamento del tessuto produttivo e dello stato sociale;
  5. ignoranza di massa fomentata dai partiti di destra al fine di deviare il malcontento sul capro espiatorio di turno, nel caso presente i migranti, nuovi ebrei di questa povera Europa senz’anima.

In un quadro simile, le cui tinte non saranno mai sufficientemente fosche rispetto all’originale che si tenta di riprodurre, è evidente come qualsiasi dimensione politica non solo socialista, ma anche “semplicemente” democratica e repubblicana, sia destinata a perdere, schiacciata da un lato dal potere economico e mediatico delle classi dominanti, dall’altro dall’ignoranza delle classi dominate, ridotte ad una massa informe di lumpen da muovere a comando contro i dannati della terra, che si stanno facendo classe internazionale proprio in conseguenza dell’internazionalizzarsi del capitalismo.

In questo senso, dobbiamo ritenere che, entro un conflitto planetario fra capitale e lavoro, e, a monte, fra capitale e ambiente, che miete drammaticamente milioni di vittime innocenti, morti per fame, miseria, profughi di guerra e profughi da mutamenti climatici, si stia sviluppando un nuovo proletariato migrante mondiale e mondializzato che, esattamente come i capitali, si muove su scala globale e può porsi come nuovo soggetto democratico e rivoluzionario in un domani purtroppo ancora lontano da venire.

Rispetto a questo nuovo proletariato mondiale, cui i movimenti socialisti dovrebbero guardare come nuova spina dorsale della lotta di classe, le masse popolari europee e nordamericane, progressivamente impoverite dalla crisi e desertificate culturalmente, lungi dal porsi come alleate prime di una lotta comune, si stanno trasformando nell’ “utile idiota del padrone”, dando supporto attivo alle forze più reazionarie e xenofobe ed accrescendo l’onda nera mediante le reti sociali, regno incontrastato dell’idiozia al tempo della sua riproducibilità tecnica, e del profitto facile da parte di classi dominanti che profilano, analizzano, vendono dati, mettono al lavoro inconsapevole milioni di “utenti” 24 ore su 24.

Fra i milioni di commenti ogni giorno rintracciabili sulle reti sociali, uno in particolare mostra, a mio parere, quanto ho detto sopra: un tizio, uno dei tanti comuni di questo povero Paese, nel commentare l’arrivo di ben venti migranti sul suo territorio, ha scritto che, se qualcuno di essi suonerà alla sua porta di casa, i migranti, da venti, diventeranno diciannove.

Al di là dei risvolti penali di una simile dichiarazione, ciò che qui pesa, a mio parere, è il risvolto etico che mostra come le reti sociali e la manipolazione praticata su di esse dalle destre abbiano fatto cadere ogni freno inibitore tanto da trasformare migliaia di “persone normali” in potenziali omicidi, o quantomeno in apologeti dell’omicidio medesimo. Inviti a stupri, ammazzamenti, gassificazione, fuoco (soprattutto, significativamente, contro i Rom).

Sull’archetipo del “fuoco purificatore” e della minoranza per antonomasia sarebbe da aprire un dibattito ad hoc), violenze di ogni tipo, paiono ormai socialmente accettabili, tanto che gran parte degli estensori di simili proposte, che vivono sicuri, nelle loro tiepide case, non sono dei bruti o degli assassini seriali, bensì degli anonimi signori della porta accanto, quelli che incontriamo al parco sorridenti coi nipotini o con il cagnolino, esattamente come le SS che, da gentili ed educati borghesi, si trasformavano nel giro di pochi secondi in belve umane.

Fra trenta, quarant’anni, sui libri di storia si leggerà che le popolazioni europee, manipolate da classi dominanti volte alla progressiva rapina dell’ambiente e delle ricchezze globali, si sono rese complici dello sterminio di centinaia di migliaia di persone nei deserti e in mare, un’umanità braccata e bloccata da muri, fili spinati, eserciti e dispositivi volti ad impedire il contatto fisico, e dunque umano ed empatico, con i propri simili al di là dei muri, i quali, a loro volta, sterilizzati culturalmente e resi macchine da guerra, sono stati trasformati in soldati semplici nell’esercito della grande guerra globale asimmetrica fra quell’ 1% che detiene il 99% della ricchezza planetaria.

E tanta gente negherà di aver mai pensato, detto e fatto certe cose, e tanta altra gente si stupirà che qualcuno abbia pensato, detto e fatto certe cose, magari portando un fiore a qualche monumento davanti al mare eretto troppo tardi a ricordo dei suoi bisnonni.

ENNIO CIRCNIGLIARO

redazionale

5 marzo 2017

foto tratta da Pixabay

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