Il PD fa schifo e la sinistra (pure)?

I compagni e le compagne mi scuseranno se, per una volta, perdo le staffe e uso un linguaggio un po’ triviale. Io penso che il Pd fa schifo. Quello...

I compagni e le compagne mi scuseranno se, per una volta, perdo le staffe e uso un linguaggio un po’ triviale.

Io penso che il Pd fa schifo. Quello che è accaduto nella vicenda della elezione del Capo dello Stato è, semplicemente, incredibile e inconcepibile. Adesso scoprono che, in realtà, le elezioni non le ha vinte nessuno!; cosa che contiene una parte di verità. Ma non c’è dubbio sul fatto che i dirigenti del Pd, tutti insieme, sono riusciti nello straordinario capolavoro di trasformare una situazione di indiscutibile vantaggio in una debacle politica memorabile. In un anno e mezzo, dal momento della nascita del governo Monti (allora bisognava votare!; subito!) sono riusciti a far tornare Berlusconi, che sembrava ed era finito, sulla cresta dell’onda e l’hanno messo in condizione di poter vantare i titoli di statista responsabile e di gigante del pensiero politico. Il partito è precipitato nei sondaggi ed è ora costretto ad aggrapparsi alla speranza dei risultati di un governo contronatura, che costituisce la smentita di tutte le cose che avevano detto in campagna elettorale.

Ma, la cosa ancora più incredibile e inconcepibile è che tutto questo avvenga senza una qualche significativa reazione interna, ad eccezione di casi isolati di dirigenti e dei brontolii e dello smarrimento della base. Ma che partito è, un partito che è riuscito a perdere anche la dignità di se stesso?! Evidentemente siamo all’ultima dose di veleno che, somministrato da decenni, trova un corpo che non ha più la forza di reagire

Dentro il Pd di oggi (altra cosa incredibile!) non c’è un dibattito di linea politica (come non c’era in precedenza): c’è un dibattito di persone! Voglio questo qui! no, voglio quello lì!, ma nessuno ha mai proposto con chiarezza (né subito dopo le elezioni, né durante la vicenda della elezione del Presidente della Repubblica) una linea politica alternativa a quella di Bersani e all’accordo col Pdl. Il campione di questo modo di fare è proprio Renzi il quale, dopo essersi comportato da “guastatore” esterno al partito ed essere pienamente corresponsabile della sconfitta, viene oggi visto come il possibile salvatore della patria: roba da matti!

Il terribile sospetto che covo è che quella di oggi non sia in realtà la crisi, ma sia invece l’atto fondativo del vero Pd. Cioè quello di un partito che non è più post comunista e post democristiano: è post tutto, senza organizzazione e senza regole (che è il modo migliore per eludere il controllo degli iscritti e degli elettori), che considera le differenze tra destra e sinistra quanto mai sfumate o, forse, addirittura inesistenti, senza spirito di appartenenza, nel quale si entra e si esce, come in una porta girevole, a seconda delle convenienze del momento. Un partito all’americana, come voleva Veltroni, che sarà oggi contento di aver contribuito a tanto risultato? Forse siamo anche “oltre”!

Il Pd è una forza inaffidabile e inservibile, non solo per la tutela dei lavoratori (cosa che sapevamo e alla quale ci eravamo abituati da tempo) ma anche come forza di governo.

In questo contesto, nel quale forse per la prima volta si potrebbe manifestare una incrinatura seria nel Pd, altrettanto incredibile e surreale è l’atteggiamento della sinistra cosiddetta radicale che neanche tenta, come dire?, di approfittare della situazione. Non fa la cosa più sensata e direi elementare che dovrebbe fare e cioè riunificarsi in un’unica forza, autonoma (anche se non necessariamente avversaria) dal Pd, con l’intento, anche, di poter incidere nella crisi di questo partito per muovere verso la ricostituzione di una più grande sinistra. Forze ormai palesemente agonizzanti, ignorando il carattere irreversibile della disfatta elettorale e politica, pensano di poter ricominciare “da se stesse” e gruppi dirigenti logorati da conflitti, sconfitte e screditati da una proterva inamovibilità, rimangono abbarbicati ai loro posti a dispetto, a questo punto, di ogni ragionevolezza. Si è arrivati al punto che il ritardo nella convocazione dei congressi e il rinvio di una discussione interna viene giustificata col “senso di responsabilità per evitare che si sfasci tutto”. Ma che ragionamento sarebbe?! Se discutendo si sfascia tutto, vuol dire che c’è un corpo che non tiene più ed è giusto quindi che sia superato!

Ma anche l’unica forza che riuscita ad entrare in Parlamento non si pone minimamente il problema di una apertura alla sua sinistra, forse per consumare fino in fondo una “vendetta” politica o forse perché convinta che la situazione evolverà a suo vantaggio; lo fa però, attenzione!, ignorando anch’essa che il suo successo elettorale è dovuto non a forza autonoma, ma all’alleanza col Pd e al premio elettorale.

Bene!, in una situazione così disperata e disperante esiste la luce di una speranza? Sinceramente non lo so. Se la vedo ve la dico nel prossimo articolo.

LEONARDO CAPONI

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