Beppe Grillo, padre padrone

5 Stelle. L’ultimo video dell’Elevato ha squarciato il velo. Il Totem digitale si è spaccato sulla testa del capo. Per gli ex ragazzi del vaffa è un bel problema

Come il capo di tutte le Caste, Grillo in quel minuto e 40 secondi scaraventati in faccia alla ragazza che ha denunciato suo figlio e i suoi giovani amici che, parola di Padre padrone, si “stavano divertendo… saltellando col pisello così…” , con quel video, appunto, il capo vorrebbe disperatamente imporre la sua legge anche al di fuori del Movimento che lo ha osannato e temuto. Roba da “Psiconano”, appellativo che il comico sbarcato in politica affibbiò al magnate chansonnier arrivato sul ponte di comando del Paese. La violenza verbale del resto ha sempre fatto parte del vocabolario di Grillo. Che ora non abbandona il giustizialismo improvvisandosi garantista per opportunismo.
No, anzi, si presenta come il sommo giudice che, grazie al potere conferitogli per acclamazione dal suo popolo, emette sentenze con il linguaggio più retrivo della cultura machista facendo esplodere il suo ego fino a proclamare: arrestate me.

Se sarà rinviato a giudizio, il processo a Ciro si farà in tribunale, dove il ragazzo, se ci arriverà, arriverà da innocente fino a sentenza definitiva. La sua, di sentenza, Grillo l’ha già emessa: contro una ragazza che con tre coetanei che saltellano “con il pisello così” non può che divertirsi. E se il giorno dopo va a fare kitesurf e aspetta un’altra settimana per denunciare, che aggiungere? La galleria degli orrori che nutre la cultura dello stupro è nota. Il “garante” vi aggiunge la protervia dell’uomo di potere e lo spirito del vendicatore (giù le mani dal pargolo) armato di manganello mediatico. Quello del cofondatore del M5S del resto non si direbbe un colpo di testa . “Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?”, aizzava i follower nel 2014. E nel 2001, da “comico”, definiva Rita Levi Montalcini “vecchia puttana”.

L’ultimo video dell’Elevato ha squarciato il velo. Il Totem digitale si è spaccato sulla testa del capo. Per gli ex ragazzi del vaffa è un bel problema. Qualcuno tra i maschi dalle seconde e terze file è riuscito a dissociarsi, dopo le accuse a Maria Elena Boschi rea di aver condannato la sortita (la stessa Boschi il cui nome campeggiò su un titolo del Fatto con accanto un “trivellata”). Di Battista ha parlato, poco ma pur sempre troppo. Di Maio no. Dopo quasi due giorni, Conte, il delfino, ha trovato la favella, imbarazzata e un po’ imbarazzante. Non è facile lasciare “Beppe” nel suo abisso e risalirne con un semplice reset. Ma non potranno il Pd e la sinistra non mettere sul piatto questioni dirimenti per qualsiasi alleanza voglia dirsi progressista.

MICAELA BONGI

da il manifesto.it

foto: screenshot

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Politica e società

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