Sanders morde già: «Ora si costruisca un Paese equo»

Stati uniti. La lettera sul Guardian del senatore socialista: «Dobbiamo affrontare il livello grottesco di disuguaglianza di reddito e ricchezza e creare un Paese che funzioni per tutti e non solo per pochi»

Nella giornata dedicata a Biden molta attenzione è stata data a Bernie Sanders, e non solo per la sua foto ormai iconica e diventata il meme del giorno dove è ritratto in eskimo, guanti pesanti e nessuna concessione alla forma a scapito del freddo, come suo solito. Il senatore socialista dalle pagine del Guardian ha sottolineato che, in un periodo storico senza precedenti, Biden deve porre fine al tradizionale sistema economico.

«Questo vuol dire schiacciare la pandemia per permettere al popolo americano di tornare al lavoro e a scuola – ha detto Sanders – Ciò richiede un programma federale per produrre i vaccini di cui abbiamo bisogno. Significa assicurare che tutti gli americani abbiano le risorse finanziarie di cui hanno bisogno per vivere con dignità. Portare a 2mila dollari gli assegni di stimolo e il salario minimo a 15 dollari l’ora, espandere i sussidi di disoccupazione e bloccare gli sfratti».

La lista continua con tutti i cavalli di battaglia della politica di Sanders, dalla sanità al clima. E specifica: «Nonostante quello che si sente, non c’è motivo per cui non possiamo fare tutte queste cose. Attraverso la conciliazione del bilancio, un processo che richiede solo un voto di maggioranza al Senato, possiamo agire rapidamente e approvare questa legislazione di emergenza. Ma non è abbastanza. Quest’anno dobbiamo anche approvare un secondo disegno di legge di riconciliazione che affronti i grandi cambiamenti strutturali di cui il nostro Paese ha un disperato bisogno. In definitiva, dobbiamo affrontare il livello grottesco di disuguaglianza di reddito e ricchezza e creare un Paese che funzioni per tutti e non solo per pochi. Agli americani non dovrebbero più essere negati i diritti economici di base che sono garantiti alle persone praticamente in ogni altro grande Paese».

MARINA CATUCCI

da il manifesto.it

foto: screenshot

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