Pagliarulo: «Una memoria non di parte»

Foibe, «Giorno del Ricordo». Presenti partigiani sloveni con storici di Lubjana e italiani come Eric Gobetti e Fulvio Salimbeni
Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale dell'ANPI

Un convegno per rivendicare l’antifascismo, la ricerca storica, l’esigenza di non approfittare di una giornata che dovrebbe essere dedicata alla storia drammatica del confine orientale e che da subito, invece, è stata occasione per rinfocolare divisioni, propagandare il nazionalismo più odioso ammiccando a nostalgie irredentistiche e addirittura riabilitando il fascismo storico. La Giornata del Ricordo celebrata in Italia come memoria di una sola parte che si autoassolve nonostante sia stata origine e protagonista di quelle tragedie.

«L’Italia è un Paese che ancora non è capace di confrontarsi seriamente con il proprio passato» ha detto Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’Anpi e promotore di una grossa iniziativa ieri a Gorizia assieme al suo omologo sloveno Marijan Krizman, presidente della ZZB-NOB.

«La storia insieme» il bel titolo del convegno tenutosi al Kinemax davanti a cento persone, basato sulla relazione della Commissione mista storico-culturale italo-slovena che per anni aveva visto lavorare assieme personalità autorevoli italiane e slovene per raggiungere una sintesi condivisa su quale fosse stato il rapporto storico fra i due popoli e quali drammi erano maturati nel trasformarsi di questa zona di confine da punto di incontro tra culture diverse – tedesche, slave, italiane – a punto di scontro sanguinoso con l’avanzare dei nazionalismi.

Al Convegno hanno partecipato anche alcuni dei membri di quella Commissione: Nevenka Troha, Gorazd Bajc, Fulvio Salimbeni, concordi nel sottolineare la fatica e la puntigliosità della loro ricerca e del loro confrontarsi, sicuri di avere ottenuto un risultato importante, di avere stilato un documento inconfutabile che pensavano diventasse una pietra miliare per la conoscenza della Storia ma anche per l’amicizia tra i popoli.

Un documento che, invece, è rimasto nascosto ai più mentre cresceva una narrazione distorta che esagerava, quando non inventava, soltanto episodi legati alle foibe e all’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia, decontestualizzando e strumentalizzando una storia complessa che andrebbe invece vista e compresa senza ignorare “l’altra parte”. «Non una storia delle guerre» ha ricordato il Prof. Salimbeni «ma una storia delle culture e delle civiltà che hanno fatto l’Europa».

Il lavoro della Commissione era stato voluto dai Ministri degli Esteri di entrambi i Paesi, la nostra Camera dei deputati aveva chiesto unanimemente la pubblicazione della relazione finale ma tutto è rimasto sottotraccia, quasi non si trattasse di un atto ufficiale condiviso da due Stati. «La politica che l’aveva voluta» ha detto Eric Gobetti, molto applaudito «l’ha subito dimenticata. Poi l’istituzione del Giorno del Ricordo, una legge che non pensava alla pacificazione, che di ignora, che incentra tutto su un proprio ruolo di vittima. Chi ha votato quella legge evidentemente aveva come obiettivo solo una pacificazione interna: quella tra ex fascisti ed ex comunisti». Resta che nei libri di testo scolastici, oggi, c’è mezza pagina per le stragi naziste in Italia, mezza per le foibe e l’esodo e nessuno studente sa che l’Italia ha invaso la Jugoslavia nel 1941.

Forte, sentito, lungo, l’intervento finale di Gianfranco Pagliarulo che, nel ribadire la ferma determinazione dell’Anpi a continuare sulla strada dell’incontro e di una memoria integrata, ha annunciato una prossima iniziativa con le associazioni di ex partigiani croati, sull’isola di Rab dove, in un campo di concentramento per sloveni, croati e serbi, i fascisti italiani occupanti fecero morire di stenti centinaia di donne e bambini slavi, una «razza inferiore» per nazisti e fascisti.

MARINELLA SALVI

da il manifesto.it

foto: screenshot

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Il novecento

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