Né Berlusconi, né Renzi, né Grillo. Ma solo Tsipras!

La campagna elettorale per queste elezioni europee è stata sobria nelle sue prime tre settimane: comizi sparsi per le piazze ma nessuna accelerazione di toni se non qualche urlo...

La campagna elettorale per queste elezioni europee è stata sobria nelle sue prime tre settimane: comizi sparsi per le piazze ma nessuna accelerazione di toni se non qualche urlo sull’uscita dall’euro, le solite campagne xenofobe della Lega sui migranti e qualche sparata del capocomico pentastellato.
Poi, all’improvviso, la pressione degli ultimi sondaggi che davano il movimento grillino in “quasi superamento” rispetto al Partito democratico ha infiammato questi ultimi sette giorni e ha lasciato ogni proposta sull’Europa che dovremmo volere fuori dalla polemica, fuori dallo scontro, fuori dalla competizione.
Per questo credo che si debba dire poche parole ma dirle su quello che ci differenzia da tutte le altre forze politiche, perché noi siamo diversi rispetto alla sintesi che emerge dalle prospettive tanto del PD, di Grillo, di Berlusconi, di Alfano e anche di altre formazioni minori.
“L’Altra Europa con Tsipras” non è un esperimento politico che deve terminare il 25 maggio, appena scrutinate le urne. Deve essere il principio di formazione di un processo aggregativo della sinistra italiana basato sui contenuti e, pertanto, sull’idea di società, di alternativa di società.
E’ ovvio, palese, lapalissiano che l’idea di società che abbiamo noi comunisti non converge appieno con quella che possono avere Nichi Vendola o Barbara Spinelli. Ci sono differenze, anche molto marcate. Ed è naturale che sia così. Del resto ciò cui dovremmo e dobbiamo puntare non deve essere la forzata assimilazione tra diverse culture progressiste, ma semmai la valorizzazione delle singole esperienze per elevare quei denominatori comuni che ci fanno stare insieme e che ci hanno consentito di scegliere una via comune in queste elezioni europee.
Dall’idea di Europa, quindi da una idea di società sociale, alternativa a quella dei mercati e del capitale, deve nascere la nuova idea di sinistra in Italia: se non altro per armonizzarci con tutte le altre formazioni politiche e partiti della sinistra radicale perché è necessario dare vita ad una anima pulsante della Sinistra Europea che sia l’asse portante del Gruppo Unitario (il GUE) nel Parlamento di Strasburgo.
Ho in questi mesi formato la convinzione, e l’ho scritto più volte, che non ci sia in Italia “domanda di sinistra”. Non c’è quindi la richiesta di essere rappresentati da forze che guardino alla contrapposizione tra capitale e lavoro come elemento centrale di svolta delle politiche economiche gestite dai governi nazionali e anche dalla Commissione europea.
La Lista Tsipras è un primo passo. Ma non può risolvere queste contraddizioni, non può coprire queste lacune tutte italiane. Può riunire Sel, Rifondazione Comunista, Azione Civile e altri partiti e movimenti per fare battaglie comuni importantissime, ma manca sempre una coscienza sociale che non si forma meccanicisticamente con la nascita di una lista politica a sinistra.
Prima viene la consapevolezza dell’essere sfruttati, poi deve venire l’organizzazione degli sfruttati e quindi la nascita o rinascita di una forza comunista che stia anche insieme ad altre forze non comuniste ma di sinistra e progressiste.
Non c’è un percorso che possa aprire ad una alternativa di società, che punti a battersi per il superamento del capitalismo anche in Italia se non si parte anzitutto dalla coscienza di classe, quindi da una analisi di classe della società.
E questa analisi ci dice che non è più possibile flettersi alla logica del “meno peggio” che ha, a sua volta, alimentato il bipolarismo non tanto elettorale, ma soprattutto cultural-politico di questo Paese: o Berlusconi o la borghesia illuminata (?) del Partito democratico. Questa ambivalenza è finita ed esiste ora una tripartizione dell’elettorato che non è certamente una rassicurazione che ci permette di sperare in una rinascita della sinistra italiana.
Chi pensa che Grillo possa rivoluzionare la scena sociale e politica nazionale e migliorare le sorti economiche dei lavoratori commette un errore di valutazione scambiando il nichilismo per lotta sociale (non dico nemmeno “lotta di classe”…). La distruzione che vuole Grillo in nome del sacro principio dell’ “onestà” si ferma ad una piattaforma rivendicativa fatta solo di aggiustamenti istituzionali in nome di una età dell’oro che non vuole l’emancipazione dei lavoratori dal lavoro salariato, dalla catena di montaggio, dalla dittatura del profitto.
Grillo non mette in discussione questa società, il capitalismo. Lo denuncia come male, ma poi sostiene le medie imprese e regala loro i soldi pubblici che dovevano andare al suo movimento. Dice di voler uscire dall’Euro e poi si batte per l’unificazione dei debiti dei paesi europei e quindi si batte per la costituzione degli “Eurobond” e, pertanto, resta assolutamente in una logica ambiental-politica tutta europea.
Le contraddizioni di Grillo vivono perché vive il suo trasversalismo e la sua indistinzione, l’unico modo che ha per mettere insieme quello che un tempo sarebbe stato giustamente avverso e diviso da interessi di classe appunto diametralmente opposti. E anche da idee e ideologie opposte.
La pericolosità di Grillo è tutta qui: nel nichilismo annientatore delle regole, nel menefreghismo, nell’isolamento e nel non voler considerare niente e nessuno degni di dialogo, di interazione.
E’ assolutismo anche questo, è una forma di assolutismo che dice sui manifesti quello che Bush diceva ai tempi della guerra imperialista contro i talebani: “O con noi o contro di noi”. I pentastellati scrivono: “O noi o loro”.
Non c’è alternativa. E invece l’alternativa esiste anche se le televisioni la boicottano, la occultano e non le danno assolutamente nessuno spazio se non quello che per legge devono dare nelle trasmissioni di tribuna elettorale.
L’Altra Europa con Tsipras è questa alternativa: alternativa alla voglia di distruzione e di alcuna proposta del comico politico; alternativa alle destre di Berlusconi; alternativa al liberismo di Matteo Renzi e del Partito democratico.
Con una forte sinistra vera in Italia, non con una forte sinistra falsa democratico-renziana, Grillo sarebbe profondamente ridimensionato e non avrebbe l’alibi delle corruttele diffuse, delle larghe intese e dei patti tra Forza Italia e PD su leggi elettorali e su provvedimenti che tengano a galla un governo antidemocratico e antisociale.
Serve forza, serve coraggio e serve ogni singolo voto: uno più uno più uno più uno più uno… il quorum si deve superare non tanto numericamente ma politicamente. Arrivare al 4,1% non è una vittoria politica. E’ solamente una vittoria numerica.
Noi dobbiamo volere una vittoria doppia: numerica e politica. Dobbiamo arrivare ad una percentuale di voti che di gran lunga vada oltre il 4%, che arrivi a farci contare milioni e milioni di persone che hanno riconosciuto la diversità politica e di proposta della Lista Tsipras e che hanno quindi compreso, capito, assimilato il nostro intento tanto in Europa quanto in Italia.
Senza la consapevolezza non c’è consenso e senza consenso non può esistere alcuna lotta sociale.
Per questo va contrastato ogni populismo, ogni semplificazione e ogni malaffare. Hanno inquinato la vita di questa nazione per troppo tempo. Ora invertiamo davvero la rotta. Votiamo tutte e tutti il BOLLINO ROSSO di Tsipras, votiamo L’Altra Europa da cui può nascere L’Altra Italia. Con i comunisti, con i socialisti di sinistra, con gli ambientalisti e con tutti quei libertari che si battono per una giustizia sociale che resta la stella polare, la stella più bella per lasciarsi alle spalle il vecchio mondo del privilegio e aprire la via ad una nuova speranza per le generazioni che nascono e che possono cambiare non solo l’Italia ma anche il resto di Gaia, il pianeta che, nonostante gli esseri umani, ancora vive.

MARCO SFERINI

24 maggio 2014

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