Fedex, altre botte agli operai: vigilantes ne feriscono otto

Logistica. Al presidio Si Cobas a Tavazzano (Lodi) un lavoratore resta a terra privo di coscienza. Ennesimo caso per rompere un picchetto. Orlando chiede chiarimenti al questore locale

Questa volta si è «rischiato il morto». E allora l’indignazione è stata unanime, travalicando il confine dei media mainstream e ha portato a denunce unanimi.

Giovedì notte all’una alla Zampieri – azienda che ha sostituito l’hub di Piacenza chiuso dalla Tnt Fedex – di Tavazzano (Lodi) uomini n pettorina catarifrangente hanno imbracciano lunghi pezzi di legno ricavati da bancali spezzati e hanno attaccato a colpi di bastoni il presidio del Si Cobas dei lavoratori Tnt Fedex di Piacenza, chiuso settimane fa dalla multinazionale della logistica.

Il video del SI COBAS lo mostra molto bene. «Per 10 minuti sono stati lasciati agire indisturbati dalla polizia che era a pochi passi e non ha mosso un dito». Durante i tafferugli Abdelhamid Elazab è rimasto ferito alla testa «restando a terra esanime e in una pozza di sangue». È stato ricoverato al San Matteo di Pavia privo di conoscenza, poi dimesso con una prognosi di 15 giorni. Almeno altre otto le persone ferite dagli scontri.

Secondo la questura il lancio di oggetti è stato reciproco, con 30-40 persone per parte, con lavoratori interni a dar manforte ai «bodyguard chiamati dall’azienda.

Un episodio simile era avvenuto poco tempo fa a San Giuliano Milanese, scontri anche davanti a Montecitorio una settimana fa. Il conflitto è sulla chiusura «irrevocabile» dell’hub Fedex-Tnt di Piacenza che nega la possibilità di ricollocare 280 lavoratori presso altri stabilimenti mentre l’azienda sta internalizzando altri 800, di cui 200 in Emilia Romagna tramite un accordo con la Filt Cgil.

Quanto successo giovedì notte alla Zampieri di Tavazzano al presidio Si Cobas dei lavoratori Fedex di Piacenza è ormai un copione collaudato. Per opporsi ai picchetti dei Cobas, multinazionali o finte cooperative in subappalto assoldano sedicenti guardie private, libere di picchiare i lavoratori. Sempre che non siano le stesse forze dell’ordine a farlo.

I precedenti sono stati documentati dal manifesto. Giusto un anno fa – l’11 giugno 2020 – al magazzino Fedex Tnt di Peschiera Borromeo (Milano), la polizia – secondo la denucia del Si Cobas – infierì con calci, pugni e manganellate su un’ottantina di lavoratori quasi tutti migranti licenziati.

In realta la primogenitura del «sistema» va riconosciuta a Samuele Landi, amministratore delegato di ex Agile Eutelia: la notte del 10 novembre 2009 fece irruzione nella sede via Bona a Roma, occupata dai lavoratori, con l’ausilio di 17 vigilantes che si spacciarono per appartenenti alle forze dell’ordine. Peccato che Landi – condannato in via definitiva come altri sei sodali – sia latitante a Dubai, nonostante la richiesta di estradizione perorata dalla Fiom.

Anche la Filt Cgil – a conferma che i sindacati confederali non sono immuni ai manganelli – ha dovuto subire un episodio del genere. Il 6 marzo 2019 al magazzino di Castel Giubileo di Zara, l’amministratore delegato della cooperativa il Faro, Vittorio Picena, si presentò con una quindicina di addetti alla sicurezza armati di pistole taser per «liberare il magazzino» controllato dai lavoratori che da una settimana scioperavano per rivendicare i loro diritti.

Sempre il Si Cobas ha visto un sindacalista picchiato il 19 giugno 2019 durante la lunga vertenza Italpizza a Modena. Marcello Pini, fu agguantato per il collo davanti ai cancelli della fabbrica e portato brutalmente via, caricato su una volante e condotto in questura, dove fu denunciato per offesa a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata.

Infine lo scorso 10 marzo a Prato ancora botte agli operai pachistani e bengalesi della Texprint di Prato, che da più di un mese lottavano chiedendo il rispetto del contratto nazionale, da parte degli agenti del reparto mobile, che nei giorni scorsi erano già intervenuti almeno un paio di volte per cercare di sgomberare il picchetto davanti ai cancelli della stamperia a conduzione cinese, nel Macrolotto industriale.

Questa volta però qualcosa potrebbe finalmente cambiare. Ieri pomeriggio il ministro Andrea Orlando ha avuto un colloquio telefonico con il questore di Lodi «per avere informazioni e chiarimenti in merito agli incidenti».

Il prefetto di Lodi Giovanni Montella alle 9.30 terrà un coordinamento per l’Ordine e la sicurezza con le forze dell’ordine e il sindaco di Tavazzano. Intanto se ieri l’Usb ha tenuto un presidio davanti alla prefettura a Lodi, il Si Cobas conferma e rilancia lo sciopero nazionale della logistica indetto per il 18 giugno.

MASSIMO FRANCHI

da il manifesto.it

foto: screenshot

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