Con Alexis Tsipras, oltre la rabbia, oltre la paura

Il testo del discorso di Barbara Spinelli alla manifestazione della lista Tsipras in piazza Maggiore a Bologna Gra­zie Ale­xis Tsi­pras, per esser oggi con noi: a Torino, a Milano,...

Il testo del discorso di Barbara Spinelli alla manifestazione della lista Tsipras in piazza Maggiore a Bologna

b4c0f31b0a2c76aede0e13f47c712201dbb29671c75258732ee839ddGra­zie Ale­xis Tsi­pras, per esser oggi con noi: a Torino, a Milano, ora qui a Bolo­gna, a pochi giorni dalle ele­zioni. La tua pre­senza ci dà forza. Anche la vit­to­ria del tuo par­tito alle muni­ci­pali ci dà forza: un’altra sto­ria è pos­si­bile, fino a ieri rite­nuta impos­si­bile.

Ti abbiamo visto in tele­vi­sione, pochi giorni fa. Tra tutti i can­di­dati eri senza dub­bio il migliore: l’unico che ha aperto una nuova pro­spet­tiva, l’unico che ha par­lato di cose spi­nose, euro­pee e anche ita­liane: delle deva­sta­zioni pro­dotte dall’ auste­rità, dei patti esi­stenti in Ita­lia fra Stato e mafia, dello svuo­ta­mento sem­pre più evi­dente della demo­cra­zia e delle costi­tu­zioni, qui da noi e in molti paesi d’Europa.

Ho spe­cial­mente apprez­zato il tuo accenno, in una rispo­sta al can­di­dato del Par­tito popo­lare Junc­ker, al ver­tice di Can­nes del 2 novem­bre 2011. Hai con­fer­mato i tanti pic­coli colpi di Stato — i tanti micro-infarti cere­brali della demo­cra­zia – che hanno avuto luogo nell’Unione da quando c’è la crisi. In quel ver­tice sono state decise, nel chiuso d’una ristretta oli­gar­chia euro­pea, i limiti che dove­vano esser messi alla demo­cra­zia e alla sovra­nità popo­lare in due paesi dell’Unione: Gre­cia e Ita­lia. In Gre­cia fu affos­sato un refe­ren­dum sull’austerità. In ambe­due i paesi si decise che non sareb­bero stati tol­le­rati governi rego­lar­mente eletti. Pochi giorni dopo — l’11 e il 16 novem­bre – cade­vano il governo greco e quello italiano.

So bene che in Ita­lia gover­nava Ber­lu­sconi: da vent’anni vole­vamo libe­rar­cene. Ma non in quel modo: non sosti­tuen­dolo con un’oligarchia che si fa forte della morte della poli­tica e della demo­cra­zia. Un’oligarchia che ci con­si­dera paesi di peri­fe­ria, moral­mente tarati, troppo pigri: da rad­driz­zare con la mano forte di tec­nici o ban­chieri centrali.

Dopo il G20 di Can­nes, in Ita­lia abbiamo avuto tre governi gui­dati da non eletti. E a Fran­co­forte abbiamo avuto un gover­na­tore della Banca cen­trale secondo cui siamo demo­cra­tici, sì, ma le poli­ti­che eco­no­mi­che non mutano per­ché vanno avanti col pilota auto­ma­tico. La sostanza di tanti ver­tici euro­pei è que­sta: s’è rotto il rap­porto fra demo­cra­zia e capi­ta­li­smo: Nes­suno lo vuol dire. Noi della Lista lo diciamo forte: pilota auto­ma­tico vuol dire per noi que­sta rottura.

A quest’oligarchia noi repli­chiamo, fin da quando è nata la nostra lista uni­ta­ria: voi, oli­gar­chi che ci gover­nate, dite che l’austerità sta dando buoni frutti. Che le tante sof­fe­renze e il lavoro intro­va­bile e due gene­ra­zioni per­dute non sono inu­tili. Ven­gon sban­die­rate parole che sono con­trad­di­zioni viventi: l’austerità espan­siva, la pre­ca­rietà espan­siva. È come se dice­ste: che bella cosa, il gelato caldo.

La nostra Lista è nata per dire che tutto quello che avete fatto per uscire dalla crisi è con­cre­ta­mente sba­gliato. Che non avete capito né le cause della crisi e dun­que neces­sa­ria­mente nean­che i rimedi. Che l’Europa così come oggi è fatta non è più un’unione ma una Dis-unione, e tutto que­sto a causa della vostra cecità sulle cause e i rimedi.

È molto sem­plice, quel che diciamo ai governi e agli ita­liani. Le ricette fin qui appli­cate per uscire dalla crisi sem­pli­ce­mente NON FUNZIONANO. Lo ha ammesso per­fino il Fondo mone­ta­rio, anche se poi la via che sug­ge­ri­sce è sem­pre la stessa.

Non fun­zio­nano per­ché sono frutto di un’ideologia neo-liberista, non di una valu­ta­zione con­creta dei fatti. Non fun­zio­nano per i disoc­cu­pati e i pre­cari, ma nem­meno per gli impren­di­tori che vogliono pro­durre e inve­stire e ven­dere e cre­scere. Non fun­ziona aver diviso l’Europa fra nord e Sud. Non fun­ziona aver diviso il popolo: da una parte quello che si ade­gua, e che con­ti­nua a esser defi­nito sovrano. Dall’altra il popolo messo ai mar­gini, chia­mato popu­li­sta per meglio ignorarlo.

È vero, il pen­siero neo­li­be­ri­sta è ancora ege­mone cul­tu­ral­mente., nono­stante i visi­bi­lis­simi fal­li­menti. Non si spiega altri­menti come mai si stia nego­ziando un Trat­tato com­mer­ciale, tra Europa e Stati Uniti, che dà alle grandi imprese e alle mul­ti­na­zio­nali una com­pleta libertà – libertà da ogni norma e legge – quando la crisi del 2007–2008 è scop­piata pre­ci­sa­mente per que­sto: per­ché non esi­ste un mer­cato che si auto-regoli con le pro­prie forze, quindi spetta alla poli­tica e alla demo­cra­zia imporre norme e tutele. Non esi­ste una «mano invi­si­bile» che tra­sforma i vizi in virtù, la pre­ca­rietà in più lavoro per tutti. Eppure è pro­prio que­sta sorta di fede reli­giosa nei mer­cati a gui­dare i nego­zia­tori del Trat­tato com­mer­ciale tra Europa e Usa (Ttip). I veleni che hanno pro­vo­cato la grande Depres­sione ven­gono rei­no­cu­lati nelle nostre vene. Non so che altro nome dare a tutto que­sto se non quello di stu­pi­dità com­pul­siva. Cos’altro è se non insa­nia, aspet­tarsi che lo stesso metodo, ripe­tuto osses­si­va­mente, pro­durrà risul­tati dif­fe­renti. È già acca­duto in Europa, tra le due guerre. L’America capì che dalla crisi si usciva con un New Deal, l’Europa spro­fondò nella reces­sione e poi nel nazi­fa­sci­smo. Siamo allo stesso bivio.

Que­sto tipo di dogmi semi-religiosi pos­sono durare a lungo, ma la realtà alla fine li smen­ti­sce. Avviene quando cam­bia l’egemonia cul­tu­rale, e altre visioni met­tono radici. Per que­sto è così impor­tante che Tsi­pras vinca in Gre­cia, e che la nostra lista vinca in Europa. Le nuove idee da dif­fon­dere non sono solo di sini­stra, anche se hanno rap­porti pro­fondi con la sini­stra, quella vera, non quella di gran parte dei socia­li­sti euro­pei. Sono le sole idee che hanno un rap­porto con la realtà. Sono le sole in cui non ci gua­da­gna solo una classe, ma la società tutta intera. Vor­rei ricor­dare qui una cosa che ha detto un com­men­ta­tore tutt’altro di sini­stra, nel Finan­cial Times: «La gente pre­senta Tsi­pras come un pazzo di sini­stra. In realtà è uno dei pochi che parla in modo razio­nale dell’Europa».

La nostra lista ha avuto dif­fi­coltà per­ché va oltre le mobi­li­ta­zioni pura­mente nega­tive («ne ho abba­stanza», «tutti a casa»). Va oltre la rab­bia e la paura, che non bastano. Va oltre la logica degli espe­ri­menti. Dicono che siamo peri­co­losi per­ché vor­remmo spe­ri­men­tare l’impossibile. No. I veri spe­ri­men­ta­tori sono i governi che appli­cano l’austerità con l’idea di «far­cela pagare». E sono i nazio­na­li­sti che fin­gono il nuovo (l’uscita dall’euro) e pro­pon­gono di rico­min­ciare i nazionalismi.

C’è un detto che cono­sciamo bene: per fare la frit­tata, occorre rom­pere le uova. Va bene, le uova le hanno rotte, ma siamo tutti qui senza frit­tata. Noi siamo dalla parte delle uova. Siamo la voce d’insurrezione delle uova. Ce la faremo, a farci sen­tire, a non farci rom­pere, e anche a vincere.

BARBARA SPINELLI

da il manifesto

categorie
Elezioni europee 2014

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