Sciopero Auchan-Sma, «Conad non ci ascolta»

Supermercati Precari. Domani in piazza in tutta Italia contro i 6mila esuberi. Di Labio (Filcams): l’azienda voleva una firma in bianco ma ancora non ha spiegato il piano

Uno sciopero nazionale l’antivigilia di natale ha ben pochi precedenti. Domani si fermeranno tutti i 18 mila dipendenti ex Auchan-Sma, il gruppo francese che ha lasciato l’Italia cedendo a Conad la sua rete. A sette mesi dall’operazione però una delle poche certezze sono i 2.500 esuberi dei 153 punti vendita già acquistati dal gruppo numero uno della grande distribuzione in Italia. A cui i sindacati aggiungono altri 3.500 lavoratori dei restanti punti vendita, delle sedi amministrative, della logistica Auchan più quelli dei vari appalti e sub appalti. Per un totale di 6mila esuberi.
Dopo il primo e riuscito sciopero nazionale del 30 ottobre e il fallito tavolo al Mise del 17 dicembre, i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno confermato il secondo sciopero nazionale di lunedì che a Milano avrà anche un corteo fin sotto palazzo Lombardia dalle 10 alle 13. Per i sindacati «il cavaliere bianco che doveva salvare i posti di lavoro è arrivato in groppa al mulo».
Ad alzare il livello dello scontro sono arrivate le parole dell’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese: «Gli esuberi previsti da Conad nell’assorbimento della rete Auchan sono 3.105. Abbiamo quasi dimezzato la cifra iniziale, il saldo zero è impossibile ma lavoriamo per arrivarci vicino. Solo in Italia non si applaude chi salva 13 mila posti di lavoro (per Conad i dipendenti del gruppo sono 16 e non 18 mila, ndr). Il sindacato dovrebbe rendersi conto che Auchan perdeva 1,1 milioni al giorno e che non siamo un fondo d’investimento, ma un’impresa italiana che sta cercando di salvare il maggior numero dei addetti».
«Noi portammo Auchan al Mise già tre volte perché conoscevamo le difficoltà del gruppo. Sappiamo che la vendita è molto complessa e deve attendere il via libera dell’Antitrust, ma Conad da noi voleva una firma in bianco per gestire gli esuberi e ridurre il costo del lavoro senza un piano e un numero preciso di esuberi», contesta Alessio Di Labio, segretario nazionale Filcams Cgil. «Non sanno niente del loro futuro i 2.500 esuberi dei negozi già venduti, con solo la promessa che in caso di buoni risultati di vendita saranno riassorbiti, i 700 della sede di Rozzano o i 100 della sede di Osimo, più tutti quelli della logistica e degli appalti», attacca.
Finora la nuova società Bdc Italia – con Conad al 51% e la lussemburghese Pop 18 Sarl del chiacchieratissimo finanziere Raffaele Mincione al 49% che ha resuscitato il vecchio marchio Margherita – ha acquistato solo 154 punti vendita, non ha svelato quanti dei 279 punti negozi con i marchi Simply e Sma comprerà veramente, mentre 28 piccoli punti vendita sono stati già «girati» a Carrefour. «L’unica certezza è la “riduzione delle superifici” di vendita che produrrà sicuramente esuberi», osserva Di Labio. Le riduzioni di superfici dal 30 al 50% in media sono motivate «per conformarsi al livello organizzativo del Consorzio di dettaglianti». In pratica a prenderli in carico saranno imprenditori singoli che vogliono gestire il personale senza trattare a livello nazionale o regionale con le 7 cooperative di sistema che sono la suddivisione territoriale di Conad.
«La cosa più grave che ha detto Pugliese è quella sull’età avanzata dei dipendenti Auchan-Sma che sarebbe un problema – denuncia Di Labio – . Noi non accetteremo mai questa logica: tutti i lavoratori devono essere salvaguardati con ricollocazioni nei punti vendita di un gruppo in attivo come Conad o poter accedere agli ammortizzatori sociali».

MASSIMO FRANCHI

da il manifesto.it

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