Un NO “di classe”

Il Partito democratico svolge una funzione di classe anche e soprattutto ora nel proporre una riforma costituzionale che ha il plauso dei grandi gruppi industriali, di quelli finanziari come...

Il Partito democratico svolge una funzione di classe anche e soprattutto ora nel proporre una riforma costituzionale che ha il plauso dei grandi gruppi industriali, di quelli finanziari come JP Morgan, di Sergio Marchionne, di Angela Merkel e dei maggiori burocrati dell’economica Unione Europea.
Comprendo che sia difficile arrivare alla disamina delle ragioni vere e di fondo che stanno alla base della controriforma renziana, ma bisogna fare uno sforzo e abbandonare la superficie degli slogan di magnificenza che il presidente del consiglio ci propina da ogni canale televisivo nazionale e ragionare.
Il termometro è sempre lo stesso: cui prodest? A chi giova tutto questo?
O meglio ancora: a chi fa piacere che la riforma passi?
Ai padroni, agli speculatori, a chi vuole “semplificare” le democrazie introducendo elementi di maggiore forza nella composizione dei poteri dei governi rispetto alle dialettiche parlamentari.
Votare NO il 4 dicembre è dire NO ai padroni, agli speculatori e a tutti quelli che hanno sempre sognato, dietro strane trame venute alla luce fin troppo chiaramente, un’Italia con un “governo forte” e con un Parlamento debole.
Il NO è un argine a tutto questo: ad una trasformazione governista di un Paese ancora, seppur insufficientemente, parlamentare e democratico.
Il nostro NO sia un NO di classe, un NO sociale, un NO anticapitalista, un NO di tutte le donne e di tutti gli uomini della sinistra comunista.

(m.s.)

foto tratta da www.iovotono.it

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Lo stiletto

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