Quanti microchip c’erano nel tuo vaccino?

Spontaneamente viene da chiedersi: «Ma come è potuto accadere che milioni di persone abbiano creduto e credano che nei vaccini vi siano feti abortiti di bambini, pezzi di cadaveri...

Spontaneamente viene da chiedersi: «Ma come è potuto accadere che milioni di persone abbiano creduto e credano che nei vaccini vi siano feti abortiti di bambini, pezzi di cadaveri di altri animali non umani, microchip e la tecnologia 5G oltre al grafene e chissà cos’altro…?!». La domanda è legittima perché legittima è l’incredulità che sale a livelli quasi incommensurabili ogni volta che a queste fantasie complottiste si aggiunge un pezzetto ulteriore di creatività malevola.

Ma forse sarebbe meglio chiedersi, riferendosi alla domanda d’inizio, quali sono le cause che hanno consentito il fenomeno ben organizzato delle “fake news“. Non ci troviamo davanti ad un conglomerato casuale di folli e di scriteriati che sono stati presi giorno e notte da una totale simbiosi col computer e con i social. Sovente abbiamo a che fare con vere e proprie reti strutturate, gestite appositamente per la diffusione di una alterazione dei dati, della realtà, dei fatti attuali e di quelli storici.

Il capolavoro lo si raggiunge, per coloro che vogliono proteggere il sistema capitalistico da eccessive critiche moderne, quando questa narrazione falsificatrice, opposta al cosiddetto “mainstream“, assume i connotati dell’alternativa ribelle, del pensiero critico, della verità non detta, del disvelamento di chissà quale occulto segreto nascosto ai popoli dalle classi dirigenti di ogni paese, dalle grandi multinazionali e dal “nuovo ordine mondiale“.

Se quest’ultimo era un tempo una felice locuzione per sintetizzare i tanti interessi planetari uniti contro ogni tentativo di rivolta da parte delle masse sfruttate, della natura tutta sfruttata, oggi, proprio a causa dei falsificatori seriali è scaduto al livello di sinonimo di concetti artefatti da una regia cosciente e consapevole che vuole mitizzare l’inesistente per evitare che si crei attorno all’esistente un consolidato costrutto critico – sociale tale da rendere evidente che il problema non sono gli oggetti, le cose che il sistema crea, ma il rapporto tra le classi sociali.

Secondo i teorici del complotto e i seguaci delle fantasie correlate, i vaccini rappresentano un pericolo per la salute e per la volontà umana, per l’autonomia complessiva dell’uomo e del cittadino: con il grafene e il 5G saremmo surriscaldati ematicamente e controllati a distanza da qualche centrale non si sa bene dove collocata; mentre i microchip presenti nel liquido di quello che viene definito “siero genico sperimentale” farebbero la loro parte per altri tipi di controllo. Ad ascoltare i no-vax, vi sono migliaia di versioni sui contenuti vaccinali (pardon… del “siero“); certamente molte di più dei pareri che la comunità scientifica confronta ogni giorno per arrivare alle sintesi condivise e sostenute da quelle oggettività che sono il punto di arrivo degli studi in laboratorio.

Ma se la relativizzazione si impadronisce del punto di vista personale, si dovrebbe convenire che tutto dovrebbe essere messo sotto la lente non di un dubbio critico e propositivo, quanto invece del sospetto artificioso, del pregiudizio negato ma latente ogni volta che si parla di emergenza sanitaria, di sicurezza pubblica, di interesse comune, di doveri civili e di rapporti sociali connessi fra loro.

Se nel vaccino vi fossero tutte le componenti elencate dai no-vax, dovremmo convenire che la nanotecnologia ha fatto passi da titano per far stare dentro al liquidi tutte quelle strumentazioni microbiche che, tuttavia, contengono dispositivi di individuazione dei corpi, di controllo dei medesimi e di disposizione della nostra volontà eterodiretta in chissà quale caverna del “Deep state“, laddove i potenti del mondo si nutrono di sangue umano ricavato da sterminati omicidi di massa di piccoli innocenti, dopo averne pure abusato sessualmente.

Se volessimo sdrammatizzare, potremmo cavarcela con la battuta: «Troppa televisione!». Il che, in parte, è pure vero: perché la somma delle tante attività quotidiane nostre finisce per essere oggi anche la somma delle altrettante fantasie di complotto cui tocca stare dietro per smontarle efficacemente. La migliore evidenza oggettiva che la scienza può dimostrarci ciò che sostiene, nonostante sia – come qualunque altra attività umana in questo capitalismo liberista – subordinata ai dettami del mercato, potrebbe trovarsi nella condizione dei no-vax sotto il casco con l’ossigeno. Appena un attimo prima di essere intubati.

Alcuni capiscono che sono stati preda di una allucinazione collettiva, preimpostata, che ha fatto breccia nelle loro debolezze, nelle incertezze e nei dubbi legittimi, che si sono allargati a dismisura fino a diventare voragini del pensiero, vacuità riempite dalla non-spiegazione più semplice per evitare di assumersi pure quelle responsabilità personali nel contesto sociale di ogni giorno: troppo facile spiegare il mistero dell’universo con il creazionismo; troppo facile, ugualmente, spiegare la pandemia con il complotto delle elite mondiali del grande capitale, di massoni e di banchieri per diminuire la popolazione mondiale e schiavizzarla a proprio piacere.

Contraddizioni economiche tra numero della popolazione e domanda di beni e consumi non scalfiscono le tesi fantasiose degli irriducibili complottisti: le evidenze sono acqua fresca per chi ha deciso di credere dogmaticamente in una verità che non è collocata in un empireo imperscrutabile, ma semplicemente nel nulla.

Facciamo un esempio: i no-vax sostengono, come abbiamo detto e ripetuto, che nei vaccini vi sono tutte le componenti già citate. Domanda: quando l’infermiera o il medico prelevano il liquido dalle boccette e formano le dosi da iniettare alle persone, come possiamo essere certi che in ogni siringa vi sia lo stesso quantitativo di microchip, ad esempio? Se questi dispositivi sono sciolti nel liquido, magari come il tanto inflazionato grafene, allora la questione non si pone, se non per capire come qualcosa di liquido possa funzionare come dovrebbe da solido, quindi da dispositivo intercettatore e diffusore di un qualche segnale…

Ma se invece questi immaginari microchip sono nel vaccino, come fanno infermieri e medici ad essere sicuri di iniettare una sola quantità per dose di ogni componente del “siero genico sperimentale“? Come sappiamo che ognuno di noi ha nel corpo un solo rilevatore della temperatura corporea, uno solo micro marchingegno per il controllo della volontà individuale?

Nei liquidi tutto si fonde e si confonde… Non può essere che qualcuno di noi abbia due microchip invece di uno? Oppure nessuno, oppure tre? Senza una certezza in merito, dovremmo presupporre che le iniezioni sono una roulette russa, somministrazioni ineguali di “siero genico” e che, quindi, il piano di controllo globale da parte del “nuovo ordine mondiale” (acronimo: “NWO“) non sia poi stato organizzato così bene da essere alla fine efficace in tutto e per tutto.

Come si può vedere, ad inseguire le fantasie di complotto non si fa altro se non produrre altre fantasie e domande fantasiose che ne supportano altrettante: siamo nel regno dell’assurdo e quindi del fantastico e, si sa, nelle favole tutto è permesso, perché l’immaginazione qui trova il suo campo più largo dove spaziare e sbizzarrirsi.

Questo costante ricorso alla pareidolia, per dare anima intellettiva e corpo emozionale alle più disparate (e disperate) fanta-antiscientifiche illazioni, è l’arma migliore che i manipolatori della realtà hanno messo in campo per far credere a centinaia di milioni di persone nel mondo di essere circondati da chissà quali agenti in incognito del “nuovo ordine mondiale“: i vaccinati lo divengono per antonomasia, perché hanno scelto di adeguarsi al sistema, di aderire a questo piano contro l’umanità, a questo attentato alla libertà individuale e collettiva, a questa sospensione e fine della democrazia.

I manipolatori delle coscienze fragili e delle menti meno avvezze alla critica, sono alla ricerca incessante di un pubblico da sedurre con le panzane più grandi, perché l’enormità della scempiaggine è indirettamente proporzionale a quella fiducia nella scienza che si dovrebbe avere con tutti i dovuti dubbi del caso, affidandosi però alla competenza di chi per una vita ha studiato, ricercato e sottoposto a verifiche di laboratorio i più complicati rimedi per migliorare l’esistenza di ognuno di noi soprattutto quando si sta peggio.

La risposta alle fantasie di complotto e all’antivaccinismo pregiudizievole non può che essere quell’oggettività scientifica cui si arriva poco alla volta e che continuamente abbisogna di aggiornamenti, perché si adegua alle condizioni altrettanto oggettive di evoluzione dei fenomeni naturali che ci coinvolgono e ci costringono a modificare – come in questo biennio pandemico – i nostri stili di vita.

Comunque, io resto qui ed aspetto la risposta dai no-vax alla mia domanda: come sappiamo che in ogni siringa c’è lo stesso quantitativo di microchip, di 5G e di altre tecnologie…? Ai contemporanei un po’ di ardua ironia, ai posteri l’ardua sentenza.

MARCO SFERINI

18 dicembre 2021

foto: Pixabay

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