La parola “sinistra”, il suo valore

Ho votato per il simbolo della lista Tsipras. Ma la scorrettezza nella costruzione della lista è qualcosa che va oltre la presunta democrazia telematica. Non si può procedere così....

Ho votato per il simbolo della lista Tsipras. Ma la scorrettezza nella costruzione della lista è qualcosa che va oltre la presunta democrazia telematica.
Non si può procedere così. Chi ha scelto quei bozzetti?
Sappiamo tutti che non c’è stata condivisione nel merito e tanto meno nel metodo e che i “professori” stanno caratterizzando la lista come solo della c.d. “società civile” (come se noi membri di soggetti politici fossimo parte di una sorta di società incivile…) senza alcun riferimento alla sinistra.
Ma i valori devono avere un nome e un nome da riconsegnare al suo significato primigenio.
Le parole di Marco Revelli possono anche interpretare un disagio diffuso, ma ai giovani d’oggi va, proprio perché hanno conosciuto una sinistra che non era tale, ridata la fiducia in un vasto campo di forze che si ispiri all’uguaglianza sociale, al progressismo e al superamento del capitalismo.
La sinistra può rinascere. Ma se ci si rassegna, ci si dichiara battuti, allora si sposa un modernismo linguistico che non coinciderà con i valori e noi dovremo comunque comunicare con la gente: prendendo le firme per strada, con incontri pubblici, parlando apertamente e dicendo senza nessun sottinteso che siamo di sinistra. Che Tsipras si dichiara marxista e che anche noi lo siamo.
Va rispettata ogni sensibilità politica, ma non si può con questo comportamento dei “professori” umiliare le forze politiche che hanno da subito, prima di loro, ispirato il progetto della lista Tsipras. Non ne rivendichiamo la primogenitura, ma almeno il percorso contempli una cabina di regia dove ognuno abbia il peso dell’altro.
E ammetterete che chi rappresenta ad esempio Sel o Rifondazione Comunista ha dietro di sè ancora decine di migliaia di iscritti e forse anche un po’ di elettorato…
Quindi meno arroganza e più disponibilità ad una vera democrazia applicata.
La contropartita è l’insuccesso della lista per via di una demotivazione generale che si impadronirà della base non solo dei partiti ma anche della tanto sbandierata “società civile”.

MARCO SFERINI

redazionale

foto tratta da Pixabay

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