Il calcolo politico dietro l’ossessione per le moschee

Secondo il principio generale per cui “ciò che non direttamente ci appartiene e ci interessa può anche essere trascurato”, che è un paradigma molto in voga di questi tempi...

Secondo il principio generale per cui “ciò che non direttamente ci appartiene e ci interessa può anche essere trascurato”, che è un paradigma molto in voga di questi tempi in Italia, potrei evitare di scrivere questo editoriale. E non tanto perché non mi interessi la libertà di culto delle altre persone che non sia io medesimo, quanto per il fatto che non sono religioso nel senso più comune del termine, ossia non credo in quello che gli uomini dicono di dio.
L’Italia non è un Paese strano, è molto più comune di quanto si possa pensare, ma è certamente particolare in questo: anche se un valore può essere condiviso dalla maggioranza della popolazione, diventa automaticamente ininfluente e trascurabile se sta al di fuori del circolo che abbiamo tracciato attorno a noi stessi.
“Noli turbare circulos meos” disse Archimede, pare, prima che un infuriato soldato romano gli mozzasse il capo indispettito dall’ammonimento del grande matematico. Valerio Massimo ci racconta questa semi-leggenda di epoca romana che vale ancora oggi per significare, al di là della sua origine, che tutto ciò che sta dentro ai nostri calcoli, ai nostri affari e interessi ci riguarda, quello che ne è fuori è di disturbo, ci fa paura, temiamo ci danneggi.
Sarà anche l’atavica paura umana per lo sconosciuto, per l’imperscrutabile ad occhio nudo accompagnata da una pigrizia mentale che non spinge oggi che pochissimi a ricercare le ragioni di questo o quel problema che si presenta alla società; tutto può essere, tutto può condizionare i nostri comportamenti.
Ma, tornando all’incipit di questo scritto, avrei potuto non scrivere, ma scrivo. Scrivo operando una doppia riflessione: la prima è quella che avete già letto. La seconda vi si lega opportunamente e necessariamente.
Il governo aveva a suo tempo fatto ricorso contro la legislazione regionale lombarda voluta da Maroni in merito alla costruzione delle moschee. Il governo ha vinto il giusto ricorso: la Corte Costituzionale ha dichiarato che quella voluta dall’amministrazione del Pirellone è una norma che contravviene alla libertà di culto e di espressione del medesimo in opportuni luoghi ad esso adibiti.
La risposta di Maroni è tutto fuorché politica: la sinistra (per sinistra intende il PD e Renzi… Se ne deduce che la capacità di fare propaganda della Lega è sarcasticamente intelligente, ma mi permetto di dubitare sulla capacità di comprensione del vero concetto di sinistra che i leghisti hanno…) starebbe esultando al grido di “Allah Akbar” (se non sbaglio si scrive differentemente, ma perdonatemi… è solo la trascrizione del virgolettato tratto dal twittare di Maroni…).
Al di là delle facezie, non si comprende perché ai cittadini di fede islamica, chiunque essi siano, italiani, migranti delle più differenti parti del mondo, dovrebbe essere più complicato, difficile e quasi impossibile ottenere un permesso per l’edificazione di un edificio o l’adattamento di uno già esistente alle norme religiose, sanitarie e igieniche previste per consentire la preghiera e i riti ad essa associati.
Paura del terrorismo? Abbiamo visto più volte che le comunità islamiche hanno la capacità di autoregolamentarsi e di rispettare la Costituzione italiana e le leggi che ne derivano. I fenomeni di terrore cui abbiamo assistito nel resto d’Europa sono completamente estranei alle comunità consolidate nei territori e, soprattutto, non provengono da ambienti religiosi, da luoghi di culto.
Si è trattato e si tratta di veri e propri militanti del Daesh che hanno agito con il sostegno di pochissime persone, con “basi logistiche” davvero povere. Povere per necessità strategica, per impedire la divulgazione dei loro piani criminali.
Maroni e Salvini non fanno altro che aumentare paure di cui non abbiamo bisogno: ne viviamo già molte ogni giorno, ciascuno per conto proprio, ciascuno nella propria solitudine che si amplifica al mondo con insicurezze e timori che nulla hanno a che fare con lo “straniero” o con il “diverso”.
Maroni e Salvini, ancora una volta, si confermano campioni di incomprensione umana. Del resto è la missione della Lega Nord: urlare per vent’anni alla secessione e scoprirsi nazionalista per ricrearsi una verginità morale perduta. E quale miglior pretesto si può trovare, cercando e cercando, se non farsi paladini delle ossessioni compulsive di chi già fa fatica a sopravvivere e vede spettri e ombre dietro, davanti e accanto a sé?
La Corte Costituzionale ha messo un freno a questa isteria politico-sociale voluta e ripetuta nel tempo.
Da un agnostico, buoni esercizi spirituali e buona preghiera a tutti i musulmani d’Italia.

MARCO SFERINI

25 febbraio 2016

foto tratta da Pixabay

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