Lazzaro al Nazareno bis, Renzi prepara il ritorno in pista

Democrack. Pensa alla ’sinistra’ del futuro e al nuovo Pd. Renziano più del vecchio. Convoca i ’big’ della prossima segreteria. Poi fa visita a Gentiloni. Dopo la prima uscita pubblica, il 27 a Rimini il primo bagno di popolo dem. Un filo di dialogo con Berlusconi c’è Ma se ne parla dopo il verdetto della Consulta

Chi è arrivato alle otto di mattina, sfidando il vento gelido che si infilava anche nelle vie del centro della Capitale, al Largo del Nazareno e su per via Sant’Andrea delle Fratte, lo ha trovato lì, già nel suo ufficio. Matteo Renzi è tornato in sede, la quarantena per smaltire la batosta referendaria è finita. In realtà era già tornato il 3 gennaio, riuscendo a beffare i cronisti che lo davano in vacanza a cimentarsi con le piste nere di Ortisei, nella Val Gardena. E invece lui è arrivato a Roma a sorpresa – anche della questura di Roma che com’è prassi aveva diminuito la vigilanza- e ha fatto riaprire la sede. Un segnale interno: il suo silenzio non è smobilitazione.

Ieri invece il ritorno a pieno regime: riunioni con i big del partito. Naturalmente il suo vice Lorenzo Guerini, che resterà il responsabile del’organizzazione del partito e che da giorni lavora al calendario del nuovo Pd. Poi Piero Fassino. Luigi Zanda, Gianrico Carofiglio, Maurizio Martina, Gianni Cuperlo. Più tardi, nel primo pomeriggio, va a trovare il presidente del consiglio Paolo Gentiloni al Policlinico Gemelli. Anche per smentire le voci di ’freddo’ tra i due. L’amico Paolo sta bene: in mattinata ha visto i suoi collaboratori e la sottosegretaria Boschi, oggi alle 12 presiederà il consiglio dei ministri. Renzi si trattiene con lui un’ora. Ma è al Nazareno che il segretario affronta i dossier per il rilancio. Dalla mattina sul quotidiano Repubblica e sui siti campeggiano i numeri del flop delle tessere Pd.

Desolanti. 37mila in Emilia dove tre anni fa erano il doppio, mille a Torino dove l’anno scorso erano 2400 e dove ora governa la pentastellata Chiara Appendino. La minoranza già da un mese insiste sul tasto dolente. Da quando è uscita la notizia che all’indomani della sconfitta alcuni circoli facevano misteriosamente il pieno di nuove tessere. Solo «un gesto di orgoglio» per l’ex premier; truppe sospette per i suoi avversari interni. E il problema, avverte Nico Stumpo, responsabile organizzazione dell’era bersaniana, «non è burocratico: con ogni probabilità questo e il prossimo tesseramento varranno come base per il congresso del partito». Dopo il colloquio con il leader, Lorenzo Guerini scrive una nota per smentire tutto: dati parziali, «dunque non rispondenti alla realtà». Il tesseramento 2016 è stato prorogato fino al 28 febbraio. Nel 2015 gli iscritti erano 395.320, «i dati che provengono dai territori a oggi fanno ritenere che il numero di iscritti nel 2016 sarà tendenzialmente in linea con quello dell’anno precedente». Tendenzialmente.

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DANIELA PREZIOSI

da il manifesto.info

foto tratta da Wikimedia Commons

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