Dipende tutto da te. Tra Ken Loach e Neorealismo

La vita dei rider nell'ultimo film di Daniele Ceccarini
Dipende tutto da te

Dai tempi de La classe operaia va in paradiso il mondo del lavoro è cambiato molto. Sostanzialmente in peggio. Meno diritti, meno garanzie, più incertezza, più flessibilità. Come se non bastasse negli ultimi anni si è affermata la cosiddetta “gig economy” che la Treccani descrive come “Modello economico basato sul lavoro a chiamata, occasionale e temporaneo, e non sulle prestazioni lavorative stabili e continuative, caratterizzate da maggiori garanzie contrattuali”. Per rimanere in ambito cinematografico un duro atto di accusa contro questo modello è arrivato dal grandissimo Ken Loach che in Sorry We Missed You ha raccontato la vita di un corriere di una grossa ditta di consegne di acquisti on line. Ma c’è un’altra categoria, se possibile, con ancora meno diritti, quella dei rider descritta nell’ultimo film di Daniele Ceccarini, Dipende tutto da te.

1. Daniele Ceccarini

Ceccarini (La Spezia, 7 luglio 1983), dopo essersi diplomato in Regia Cinematografica alla Scuola Nazionale del Cinema e aver studiato fotografia all’Accademia Kaverdash di Milano, ha realizzato numerosi video-progetti, cortometraggi, documentari. Da Tirreno Power – L’Inchiesta Giudiziaria e gli Impatti del Carbone (2016) sulla centrale di Vado Ligure a Oltre lo specchio (2016) su un lavoratore vittima di mobbing con cui inizia la collaborazione con Mario Molinari che porterà a Tonino (2017) su Tonino Guerra, Gerda (2017) con Alessandro Haber, e Il nome del padre (2018) testimonianza del figlio di una SS. Seguono nella filmografia di Daniele Ceccarini diversi documentari “sul cinema”: Bava Puzzle. Il Cinema Fantastico di Lamberto Bava (2018), Spaghetti alla Martino (2019), Da Qualche Parte nella Giungla (2020) realizzati con Francesco Tassara. Poi è arrivato il Covid.

In piena pandemia, praticamente dal balcone di casa, Ceccarini ha realizzato Tempo che c’è (2020). Nel video, una riflessione sul tempo, si vede un rider che mangia, si riposa, procede lentamente, incurante delle scadenze e della velocità che quel lavoro imporrebbe.

2. Matteo Taranto e Daniele Ceccarini in una pausa sul set

Il regista ha così iniziato ad approfondire il sistema di sfruttamento che c’è dietro la vita dei rider: le funzioni delle multinazionali, le mancate tutele, la concorrenza esasperata ed esasperante tra gli stessi sfruttati. Una drammatica precarietà del mondo del lavoro che Ceccarini ha raccontato in Dipende tutto da te, la storia di un uomo costretto, per mantenere il figlio, ad accettare le condizioni del mondo del food delivery.

Nel ruolo del protagonista Matteo Taranto (La Spezia, 23 dicembre 1976) attore attivo tra palcoscenico, piccolo e grande schermo. Da segnalare Paz! (2002) di Renato De Maria, Mine vaganti (2009) di Ferzan Özpetek, Razzabastarda (2012) diretto e interpretato da Alessandro Gassmann, La macchinazione di David Grieco con Massimo Ranieri. Da ricordare, infine, le sue apparizioni in serie TV di successo quali Il grande Torino, Don Matteo, Il Commissario Montalbano.

3. Roberto Alinghieri

Un professionista importante, tra l’altro Direttore del Teatro Civico, che si è messo a disposizione con grande umiltà: “Ho accettato di vestire i panni di un uomo solo e con un figlio a carico, disposto ad affrontare qualunque lavoro a qualunque inaccettabile condizione, perché ne avverto tutta la forza evocativa del racconto senza tempo e quindi dell’oggi, dove la condizione umana riversa nella più totale incertezza. La frustrazione, il senso di spaesamento, l’incapacità di affrontare il quotidiano sta diventando una pericolosa accettata normalità, una nuova società invisibile di invisibili spesso al soldo di multinazionali. Io stesso per fare l’attore durante i primi anni romani mi sono adattato in più di un’occasione a fare il cameriere, scaricatore di camion, commesso, subendo spesso dileggio e soprusi pur di essere pagato per mantenere me e l’ostinata volontà di rincorrere i miei sogni”. Nel cast anche il piccolo Leon Carassale e Roberto Alinghieri (La Spezia, 28 settembre 1962). La fotografia è curata da Francesco Tassara; la musica dallo spezzino Riccardo D’Ambra, i suoni da Michele Borgia.

Dipende tutto da te, prodotto dalla LVNAE Production, si apre con le parole che danno il titolo al film, pronunciate dal cinico direttore del personale di una multinazionale di consegna di cibo (Roberto Alinghieri), nei confronti di un uomo (Matteo Taranto) costretto a quel lavoro per mantenere se stesso e il figlio (Leon Carassale).

3. Dipende tutto da te

Un film bello e duro allo stesso tempo. Una forte denuncia contro la ferocia del mondo del lavoro oggi che, come ha ricordato lo stesso Ceccarini: “Vede la perdita di qualsiasi tutela, la fragilità e la debolezza delle persone che hanno bisogno e si trovano davanti un mondo spietato e crudele, in cui non c’è spazio e rispetto per la dignità della persona. Di fronte a loro, giganti potenti, senza anima che possono tutto, irraggiungibili in paradisi fiscali, neanche troppo lontani. Una giungla tutta da esplorare che aspetta disperatamente l’intervento dei sindacati e del legislatore. Il corto è un grido disperato per la dignità del lavoro. Nasce da un’esigenza di raccontare un momento storico, il nostro protagonista si trova in una situazione nella quale potrebbero trovarsi tutti da un momento all’altro, ciascuno di noi in un mondo dove non esistono più tutele potrebbe trovarsi a dover fare i conti con la durezza di questa società”.

Un film tra Ken Loach, basti pensare alla tematica sociale (senza dimenticare che, forse non casualmente, il rider passa vicino al camion di una famosa ditta di consegne, oggetto della denuncia presente in Sorry We Missed You) e il Neorealismo italiano, qui il finale fa anche un riferimento esplicito a Ladri di biciclette di De Sica.

5. Dipende tutto da che, dedicato a chi lotta

Proprio sull’aspetto neorealista il Direttore della fotografia Francesco Tassara ha sottolineato: “Il Neorealismo cinematografico non identifica solamente una corrente storica ma una certa sensibilità di fare cinema sempre attuale e universalmente riconosciuta. Semplice, diretta. Il cinema ha voglia e urgenza di raccontare problematiche quotidiane, piccole storie che riguardano tutti noi, storie che ci sfiorano ma che, per fretta, distrazione o indifferenza, non vediamo o tralasciamo senza rifletterci. Lo spunto per migliorare il mondo e le nostre vite può sorgere da qualcosa che ci sta accanto, dall’accortezza che abbiamo o meno nei confronti della comunità intera. Solitamente il cinema crea voluminosi artifici o mondi immaginari per collocarvi vicende, invece in questa storia la narrazione è talmente vicina alla realtà che non è stato necessario rimodellare nulla: il paesaggio urbano, con le sue luci e le sue sfumature, è diventato scenografia naturale, e la lavorazione è stata quasi invisibile”.

Dipende tutto da te, in gara in diversi festival, racconta quello che stiamo vivendo. Un mondo crudele che, tra influencer ed egoismo, fingiamo di non vedere. Ma esiste. E chi sfrutta, ormai, non si nasconde neanche più. Il film di Ceccarini, girato tra La Spezia e Milano, sottolinea quel “Dipende tutto da te”, la più nota azienda di food delivery scrive “Decidi tu dove, decidi tu quando”. Perché ormai la realtà ha superato la fantasia. Anche per questo il film è dedicato a chi lotta ogni giorno.

MARCO RAVERA

redazionale


Immagini gentilmente concesse da Daniele Ceccarini

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Corso Cinema

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