Presidenziali Usa, Sanders non rinuncia al traguardo

Sono i molti, piccoli ma continui successi a dare ai sostenitori di Bernie Sanders la speranza che il senatore del Vermont possa ancora vincere le primarie democratiche contro la...

Sono i molti, piccoli ma continui successi a dare ai sostenitori di Bernie Sanders la speranza che il senatore del Vermont possa ancora vincere le primarie democratiche contro la sua concorrente, Hillary Clinton. Quando, giovedì, due cosiddetti super-delegati dichiarano che voteranno per Sanders alla convention finale della fine di luglio a Filadelfia, l’euforia dilaga. «Benvenuti nella rivoluzione politica» scrive su Facebook l’iniziativa «The People for Bernie Sanders» a proposito della dichiarazione della senatrice Martha Fuller del New Hampshire, che si impegna ufficialmente a sostenere Sanders.

Il fatto che la rappresentante del New Hampshire, tradizionalmente «liberal», voti per Sanders è una piccola sorpresa che dà ulteriore slancio al candidato della sinistra americana perché renda possibile quello che sembrava impossibile.

Sebbene la corsa sia stata dichiarata di fatto conclusa a favore della Clinton da molti media americani, Sanders e i suoi sostenitori non rinunciano. Nelle ultime settimane, il candidato alla presidenza ha concentrato la sua campagna sulla California, Stato della costa occidentale. Mentre l’ex ministra degli Esteri si concentra sempre di più sul candidato repubblicano Donald Trump, Sanders tiene comizi quasi ogni giorno con migliaia di persone.

Evidentemente questa strategia paga. In California, dove si vota il 7 giugno, secondo un sondaggio del Los Angeles Times Sanders avrebbe il 44 e Clinton il 43%. Anche se questo vantaggio è compreso nel margine di errore statistico, è la conferma di una tendenza apparsa nelle ultime settimane. Ancora qualche mese fa in California tutto lasciava pensare a una vittoria sicura della Clinton, che aveva un vantaggio di 20 punti sul suo avversario.

Tuttavia la costa occidentale sembra fatta su misura per Sanders: diversamente da New York, in California gli elettori potevano iscriversi fino a metà maggio e possono partecipare al voto anche gli indipendenti. Entrambe le cose favoriscono Sanders, in grado di entusiasmare proprio i nuovi elettori, i giovani, quelli che cambiano opinione. Se partecipassero solo democratici inveterati, le difficoltà per lui sarebbero maggiori.

Presso gli elettori di più di 60 anni Clinton è in testa di oltre 20 punti. In California, Clinton e Sanders dovrebbero dividersi equamente i 475 delegati. Psicologicamente, Sanders sfrutterebbe una vittoria per conquistare altri super-delegati. Senza di questi, Clinton è attualmente in testa con 1769 contro 1501 voti. Super-delegati compresi, Clinton arriverebbe a 2313, il che significa che le mancherebbero solo 70 delegati per la nomination. Tuttavia fino alla convention finale i superdelegati possono cambiare campo.

Sanders continua a contarci, tanto più che Clinton continua a perdere terreno rispetto al repubblicano Trump ed in certi sondaggi ne è perfino sopravanzata. E specialmente gli elettori indipendenti, i cui voti sono importanti soprattutto nei cosiddetti «Swing States» (Stati pencolanti) per la vittoria alle presidenziali, tendono piuttosto in favore di Sanders.

GIUSTINIANO ROSSI

da Contro la crisi

foto tratta da Wikipedia

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