Nicoletta lo sa

Il 30 Dicembre 2019 rimarrà una data fondamentale nella storia della Giustizia italiana. Come dite? Sono stati individuati e condannati i mandanti della strage nella Banca dell’Agricoltura? Oppure è...
Nicoletta Dosio e Haidi Giuliani

Il 30 Dicembre 2019 rimarrà una data fondamentale nella storia della Giustizia italiana.

Come dite? Sono stati individuati e condannati i mandanti della strage nella Banca dell’Agricoltura? Oppure è stato riconosciuto ufficialmente l’assassinio di Pino Pinelli, ferroviere anarchico, nella Questura di Milano? Era innocente, naturalmente, ma quella è roba vecchia, non interessa più a nessuno!

Come dite? E’ stata individuata e determinata “la responsabilità penale e amministrativa del commissario straordinario, dell’affittuario o acquirente (e dei soggetti da questi delegati) dell’ILVA di Taranto in relazione alle condotte poste in essere in attuazione del Piano ambientale”? Sì, d’accordo, questa è storia recente, una storia che riguarda lavoratori e cittadini, molte sofferenze, morti per cancro… uffa che noia.

No, il 30 Dicembre 2019 rimarrà come fulgido esempio di efficienza della Magistratura e di coraggio delle nostre Forze dell’Ordine, in primis dell’Arma dei Carabinieri: a poche ore dalla sospensione delle misure cautelari è stata rintracciata, arrestata e tradotta in carcere una pericolosa terrorista ambientale (che non so che cosa voglia dire ma è sicuramente una aggravante).

Come dite? Era a casa sua? Sì, però era già evasa in precedenza! Girava libera e sotto gli occhi di tutte le persone che volevano vederla, dite? Beh, se i carabinieri non volevano vederla avranno avuto un buon motivo.

Comunque: la signora è stata condannata perché “aprendo le sbarre di un casello cagionava danno economico alla società autostrade”.

La società autostrade con la propria incuria ha ammazzato 43 persone in una sola volta, è vero, ma come fai a stabilire le responsabilità? Troppo complicato. E poi lì in mezzo ci sono personaggi importanti, non puoi sapere chi vai a pizzicare. Come nelle ferrovie, sì, a Viareggio ne sono morti 39, bruciati vivi. Lì grazie alla testardaggine dei familiari qualche responsabile è stato individuato, dopo molti anni e molte spese. Lo Stato? No, lo Stato si è ritirato dal processo, naturalmente.

Come dite? La Giustizia deve essere uguale per tutti? Che pretesa!

Comunque: la signora può considerarsi fortunata. Giuseppe, per avere spostato delle transenne, è stato portato in caserma e giustiziato. D’accordo, un gesto meno nobile il suo: Giuseppe era un burlone e aveva bevuto un po’ troppo.

Non era ubriaco Riccardo: veniva curato in un centro di salute mentale da quando era ritornato dal servizio militare sconvolto dagli atti di nonnismo subiti. Il giorno in cui ha saputo di essere stato assunto per lavorare alla nettezza urbana era così felice che è uscito sul balcone a festeggiare con i petardi. Era nudo. E’ morto, con i piedi legati col fil di ferro, per “compressione toracica”. Come quel ragazzino, Federico. Lui almeno ha avuto diritto a una testimone e un processo: i suoi assassini sono stati condannati, non in quanto tali ma per le bugie che hanno raccontato… Hanno preso un paio di anni più della signora in questione.
Anche Michele è morto per arresto cardiaco mentre gli agenti lo stavano ammanettando a terra. C’è chi ha testimoniato che “è stato ammazzato di botte”. Esagerazioni. La Corte ha sentenziato che i colpi inferti dai poliziotti, intervenuti per “schiamazzi”, erano necessari per “vincere la resistenza” dell’uomo. Aldo oggi non morirebbe: lo avevano arrestato perché nell’orto coltivava qualche pianta di marijuana ad uso personale…

Ho capito, l’elenco è lungo e vi state annoiando. Non è colpa mia: sono tantissimi i casi in cui la Giustizia non ha fatto Giustizia.

E Nicoletta lo sa.

HAIDI GAGGIO GIIULIANI

5 gennaio 2020

categorie
Cronache

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