Sul tavolo 13 miliardi di dollari. Gli ammortizzatori sociali coprono ormai il 60% dei dipendenti della Penisola
Stellantis annuncia investimenti di 13 miliardi di dollari negli Usa, mentre di investimenti in Italia al momento non se ne vedono e dalle fabbriche della penisola escono sempre meno automobili, con la cassa integrazione e altri ammortizzatori sociali che sono arrivati a riguardare il 60% di lavoratrici e lavoratori del gruppo automobilistico.
Uno scenario sempre più drammatico, che sarà il principale tema in discussione dell’incontro di lunedì prossimo fra le organizzazioni sindacali e l’amministratore delegato, Antonio Filosa. «Mai come ora sono necessari importanti investimenti in Italia per mettere in sicurezza tutti gli stabilimenti, rilanciare le produzioni soprattutto ‘mass market’ e l’occupazione, che continua a calare», avvertono Michele De Palma e Samuele Lodi: il segretario generale della Fiom e il responsabile settore mobilità del sindacato fotografano come «estremamente critica» l’attuale situazione di Stellantis in Italia, e ancora una volta chiedono all’esecutivo di Giorgia Meloni di battere un colpo.
«Il governo non può continuare a restare alla finestra – attaccano -. Palazzo Chigi deve assumersi la responsabilità di affrontare la vertenza automotive. E questo non significa mettere a disposizione ulteriori bonus per l’acquisto di auto. Chiediamo che i bonus siano elargiti solo per modelli eco, mass market, a prezzi accessibili alle lavoratrici e ai lavoratori e prodotti in Italia e in Europa». In altre parole, di rilanciare quella produzione di auto di massa che aveva fatto la fortuna della Fiat, ma che è stata praticamente azzerata dalle strategie produttive di Stellantis. Anche il segretario generale della Fim, Ferdinando Uliano, chiede a Stellantis di investire in Europa come fa negli Usa. «Se l’Italia, come l’azienda dice, è una delle tre gambe del gruppo, bisogna fare in modo che anche questa viaggi come le altre.
La strategia deve essere di rafforzamento dei volumi e dell’occupazione, perché abbiamo tanta cassa integrazione e si sono persi 9mila posti di lavoro». La Uilm teme un ulteriore rinvio del piano industriale. E Rocco Palombella con il responsabile del settore auto, Gianluca Ficco, puntano l’indice «sui pasticci combinati dall’Ue sulla transizione ecologica, che stanno spingendo le case automobilistiche a investire altrove». Il maxi investimento in 4 anni negli Usa permetterà, secondo Stellantis, di potenziare l’attuale produzione del 50%, con 5 nuovi modelli nei segmenti principali e 19 iniziative di prodotto nei prossimi 4 anni, generando oltre 5mila nuovi posti di lavoro negli stabilimenti in Illinois, Ohio, Michigan e Indiana.
Le risorse sosterranno anche la produzione del nuovo motore a 4 cilindri. A detta di Filosa si tratta di una mossa necessaria e strategica: «Accelerare la crescita negli Usa è stata una priorità fin dal mio primo giorno. Il successo in America non è solo un bene per Stellantis negli Stati Uniti ma ci rende più forti ovunque».
RICCARDO CHIARI
Foto di Kelly







