Qualche luce e molte ombre sull’ospedale veterinario “pubblico e gratuito” di Roma

Partito il cantiere per l’ospedale veterinario pubblico e gratuito promesso dalla giunta capitolina di centro-sinistra. Il sindaco Roberto Gualtieri, in un recente video pubblicato sui suoi profili social e...

Partito il cantiere per l’ospedale veterinario pubblico e gratuito promesso dalla giunta capitolina di centro-sinistra. Il sindaco Roberto Gualtieri, in un recente video pubblicato sui suoi profili social e sulla pagina di Roma Capitale, dice che inizialmente la struttura non sarà aperta al pubblico ma fungerà da ospedale veterinario h24 per gli ospiti di canili e gattili comunali.

Nel video, il primo cittadino della città capitolina dice che il Comune sta lavorando per ampliare la struttura e renderla disponibile alla cittadinanza; o meglio, alla “fascia dei cittadini più fragili”, con le parole di Gualtieri, e a quelli che adotteranno cani e gatti dalle strutture pubbliche.

Ma che vuol dire che il Comune sta lavorando per ampliare la struttura (e/o per ampliarne i servizi)? Non c’è alcun ospedale preesistente a quello in apertura, dice il sindaco, alla fine del 2026; ma solo il canile comunale della Muratella. Perché allora non creare da subito una struttura accessibile alla cittadinanza?

E quando, esattamente, verrà messo a disposizione dei romani e delle romane? Di tutto questo non si fa parola. Ad oggi il video del sindaco sembra più una promozione pubblicitaria che un modo per informare la cittadinanza.

Accompagnato da un motivetto accattivante di sottofondo, nel suo video Gualtieri dice quasi en passant, come fosse una notizia minore, che l’ospedale veterinario che credevamo sarebbe stato pubblico e gratuito per ora non sarà accessibile alla cittadinanza. Perciò non sarà davvero pubblico, ma del Comune! Il che può non coincidere con “pubblico”, se il Comune ne inibisce la fruizione alla cittadinanza.

Molti/e temevano sorprese del genere quando l’ospedale fu annunciato, e avevano ragione. Ad oggi, su questo fronte la giunta ha deluso le aspettative e tradito le promesse elettorali. Resta che è stato piantato un seme: Roma avrà finalmente un ospedale veterinario che si dice pubblico e gratuito.

Non è cosa da poco. Starà, come al solito, agli attivisti e ai militanti lottare affinché la forma (quasi) vuota si riempia di sostanza, e a cani e gatti sia riconosciuto il godimento di un diritto essenziale: quello alla salute. Sarebbe un passo importante verso l’innalzamento del loro stato alla piena – benché inevitabilmente diversa rispetto a quella umana – cittadinanza.

Anche se questa lotta avvenisse e avesse successo, per gli animali oltre a cani e gatti nell’immediato non cambierebbe nulla. Gli animali “da allevamento”, quelli “da sperimentazione”, quelli “da circo” e tutti gli altri la cui esistenza è ridotta a mezzo per fini estranei e anche contrari ai loro, continueranno a vivere le vite miserabili cui sono costretti.

Ma forse (perché non è scontato che sia così, come non è scontato che tutti i semi germoglino), un ospedale veterinario che sia davvero pubblico e gratuito potrebbe contribuire a evidenziare la stridente differenza di considerazione e trattamento riservata ad animali di specie diversa, e a renderla meno tollerabile di quanto oggi non sia.

In conclusione dovremmo chiederci quanto sia probabile che esseri considerati meno importanti rispetto agli umani vengano curati gratuitamente in un contesto di costanti tagli al welfare. Il sindaco e la giunta devono forse evitare di fare promesse che non possono mantenere, ma per avere un ospedale veterinario veramente pubblico e gratuito c’è bisogno che cambi l’indirizzo economico generale.

DARIO MANNI

6 marzo 2025

foto: screenshot You Tube

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