L’Fbi ha epurato di centinaia di agenti, l’agenzia per la cooperazione internazionale (Usaid: 50 miliardi di dollari all’anno in assistenza) chiusa o accorpata al dipartimento di Stato, gli uffici per la gestione del bilancio e del personale federale blindati.
Il ministero dell’istruzione pubblica probabilmente eliminato, gli impiegati statali sottoposti alla “cura Twitter” con l’obbiettivo di decurtare l’organico del 90%. I bollettini da Washington delineano una campagna “maoista” che mira, nell’eufemismo ufficiale, a «decostruire lo stato amministrativo».
Lo shock & awe ha lo scopo di e travolgere le sponde costituzionali e lasciare disorientata l’opposizione, sopraffatta da un attacco «a sorpresa». Ma la strategia applicata in questi giorni era stata telegrafata e delineata nero su bianco già da quasi due anni, da quando ad aprile del 2023 venne pubblicato Project 2025.
Il documento è stato redatto dalla Heritage Society, uno dei principali think tank conservatori e nelle sue pagine sono dettagliati i passi necessari per portare a compimento nel secondo mandato ciò che Trump non poté completare nel primo. Le 908 pagine contengono istruzioni dettagliate per «smantellare lo stato profondo» Fra queste «prendere il controllo» del ministero di Giustizia, smantellare l’Fbi, eliminare i ministeri del Commercio, dell’Energia e dell’Istruzione, sostituire il dicastero della salute con un «dipartimento per la vita».
La «demolizione dello stato burocratico» è al centro del documento che la considera condizione necessaria per il trasferimento dei poteri istituzionali alla presidenza nell’adempimento del «progetto originale» dei padri fondatori.
«Il ruolo del moderno presidente conservatore – scrive ad esempio nel secondo capitolo Russel Vought, fra i principali autori e attuale candidato di Trump alla direzione dell’ufficio per la gestione del bilancio – è di dirigere il ramo esecutivo per contro del popolo americano con i minimi possibili limiti».
E a questo scopo Project 2025 cita specificamente la necessità di impadronirsi degli ingranaggi amministrativi dello stato, a partire dal personale e dalla contabilità. «Il controllo del personale – scrive Vought – è prioritario perfino rispetto alle nomine ministeriali», per assicurare che le volontà presidenziali vengano eseguite senza intoppi burocratici. Così anche il potere di gestire in libertà gli stanziamenti per i programmi di governo, con buona pace della Costituzione che il potere di decidere gli stanziamenti lo assegna invece al Congresso.
La decurtazione degli statali da 2 milioni a 20.000 reclutati fra fedeli Maga è un’altra specifica prescrizione del Project 2025. Non è un caso che le purghe di personale «inaffidabile» siano iniziate proprio dal Opm (Office of Personnel Management). E che siano state affidate a Elon Musk. Nelle parole di John McEntee, un altro architetto del Project 2025, «Musk ha tagliato l’organico di Twitter (ora X, ndr)del 90% e funziona ancora benissimo. Perché non dovremmo poter fare lo stesso col governo?».
Ogni azzardo costituzionale viene intrapreso nella consapevolezza che il giudice ultimo sarà la Corte suprema controllata da togati di Trump, (fra questi vi è Clarence Thomas, la cui moglie Ginni fa parte della Heritage Society).
Il fine ultimo di questa occupazione militare dell’apparato dello stato è di riequilibrare l’assetto costituzionale creando una presidenza imperiale e plenipotenziaria che imprime un passo decisamente autoritario ad un sistema presidenziale già fortemente tarato in favore del potere esecutivo.
Molti degli obbiettivi potrebbero essere conseguiti per via più tradizionale, ottenendo il vaglio formale del parlamento, data la maggioranza repubblicana in entrambe le camere. Ma il senso dell’operazione è anche altamente simbolico, una dimostrazione di forza per imprimere l’idea che il potere è di chi ce l’ha.
Project 2025, infatti, è manuale operativo ma anche manifesto ideologico ancorato a think tank come la Heritage il Manhattan, il Cato ed il Claremont institutes, dove a partire dagli anni 80 si è incubata la nuova destra radicale influenzata dal tedesco Leo Strauss, teorizzatore della modernità come deviazione aberrante dalla tradizione classica. In questa linea adottata ad ideologica Maga prevale l’idea degli Stati uniti come culmine della civiltà occidentale, un ideale usurpato da un secolo di liberalismo democratico che ha prodotto una «classe permanente di esperti e burocrati».
Ciò a cui si assiste in questi giorni a Washington è la fase operativa di un progetto per «purificare il progetto americano» riportandolo ad un originario fervore «rivoluzionario».
Il fervore ideologico di cui è intriso Project 2025 è anello di congiunzione sia con lo zelo integralista della fazione teocratica che con il messianesimo tecnologico che ha plasmato il movimento neo reazionario a Silicon Valley.
E nella concezione degli estremisti Maga oggi al comando, una mappa per trasformare la democrazia americana in qualcosa di irriconoscibile.
LUCA CELADA
foto: sccreenshot tv ed elaborazione propria