L’intreccio di sangue tra Cia, dittature e neofascisti italiani

Marina Cardozo, Mimmo Franzinelli, "Gli artigli del Condor", edito da Einaudi. Ricostruito il filo nero che andava da Pinochet a Delle Chiaie

Nel lavoro di Marina Cardozo e Mimmo Franzinelli Gli artigli del Condor. Dittature militari latino-americane, Cia e neofascismo (Einaudi, pp. 251, euro 26) si affronta il ruolo tutt’altro che secondario che ebbero i neofascisti italiani nell’ambito del Piano Condor, il progetto sovranazionale nato nel 1975 per iniziativa delle dittature sudamericane volto a stroncare ogni resistenza democratica. Per eliminare gli oppositori furono ingaggiati come killer anche i camerati di casa nostra.

A testimoniarlo, tra i tanti delitti compiuti, il tentato assassinio di Bernardo Leighton, vicepresidente del Partito Democratico Cristiano cileno, rifugiatosi a Roma. Leighton finì nella «lista della morte» approntata dal generale Pinochet, che incaricò la Dina (Dirección de Inteligencia Nacional) costituita nel 1974 (nel logo un guanto di ferro serrato a pugno), di sopprimerlo. Del piano omicida furono incaricati Stefano Delle Chiaie e Pierluigi Concutelli, il fondatore di Avanguardia Nazionale e il capo militare di Ordine Nuovo, tesserato al Msi, incredibilmente appena candidato alle elezioni comunali di Palermo. «Sarà come sparare a un coniglio», confiderà in veste di organizzatore Delle Chiaie.

A colpire sarà Concutelli che la sera del 6 ottobre 1975, in Via Aurelia, a Roma, giungendo alle spalle di Leighton e di sua moglie, esploderà due colpi di pistola alla nuca di entrambi, che miracolosamente sopravviveranno, rimanendo però invalidi. L’attentato, grazie alle coperture di polizia, carabinieri e servizi segreti italiani (in mano agli uomini della P2, collegati da «intese sotterranee» con la rete del Piano Condor), rimarrà impunito, con processi inconcludenti.

La verità emergerà anni dopo, negli Stati Uniti, grazie alle confessioni, rese nel 1978, dall’agente cileno di collegamento Michael Townley, estradato per l’assassinio, compiuto nel 1976 a Washington, di Orlando Letelier, ex ministro della Unidad Popular, e della cittadina americana Ronni Moffitt, sua assistente, fatti saltare con una bomba sotto l’auto. Stefano Delle Chiaie verrà indicato nel memoriale dell’Fbi quale «organizzatore del crimine». E sarà proprio il capo di Avanguardia Nazionale a condurre varie operazioni criminali su incarico delle dittature sudamericane.

Dopo un passaggio nella Spagna post-franchista, giusto il tempo, il 9 maggio 1976, a Montejurra di guidare un raid contro la Juventud Carlista con l’assassinio di due loro militanti, Delle Chiaie si trasferì nel Cile di Pinochet, dove con il suo «nucleo di fedelissimi» e l’elargizione di una «cospicua quantità di dollari» operò organicamente al servizio dalla Dina. Tra i «fedelissimi» anche Pierluigi Pagliai, descritto dai nostri servizi segreti (Sisde) come un «noto torturatore» e dagli stessi mercenari tedeschi in Bolivia come un «sadico patologico».

Lo scioglimento dell’organizzazione in Italia (per ricostituzione del partito fascista nel giugno 1976) spostò definitivamente il baricentro di Avanguardia Nazionale all’estero, con successivi passaggi dello stesso Delle Chiaie in Uruguay, Brasile e quindi in Argentina, sempre per conto dei servizi segreti militari. Fondò nel 1979 anche un periodico di politica internazionale, Confidentiel, uscito in più lingue, per esaltare i dittatori latino-americani. Tenne i rapporti in Salvador con gli assassini dell’arcivescovo Oscar Romero (24 marzo 1980) e partecipò al golpe in Bolivia, il 10 luglio 1980, animando «una rete paramilitare» con il criminale nazista Klaus Barbie.

La fine arriverà non molti anni dopo a seguito della vittoria nel 1976 alle presidenziali negli Stati Uniti del democratico Jimmy Carter con il mutamento dei rapporti con le dittature. Inizierà così «il ripiegamento del Condor» che si concluderà formalmente solo nel 1983. Gli Usa pretenderanno l’estradizione dei responsabili dell’uccisione di Osvaldo Letelier a Washinghton e la Dina sarà costretta a sciogliersi.

Anche Delle Chiaie, dopo l’eliminazione in Bolivia, nell’ottobre 1982, del suo braccio destro Pierluigi Pagliai in un’operazione congiunta dell’Interpol con il Sisde, senza più la sponda delle dittature, negozierà la resa ai servizi segreti italiani, consegnandosi nel marzo 1987 a Caracas. Dietro, una lunga scia di sangue, con una contabilità delle vittime ancora «incompleta» date le molte «operazioni svolte nel più assoluto segreto».

SAVERIO FERRARI

da il manifesto.it

foto: screenshot, particolare della copertina del libro

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