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Stati Uniti d'America

Kirk, dal Tea Party al Maga un’ascesa intrisa di odio

Charlie Kirk era una delle figure di spicco della “influencer army” di destra, titolare di un podcast secondo per popolarità solo a quello di Joe Rogan nello streaming americano

Trentuno anni, rampollo della borghesia buona di Chicago assurto a megafono della nuova destra nei campus americani pur non avendo lui frequentato università, né conseguito lauree. Charlie Kirk aveva fondato Turning Point Usa, una sorta di “fronte della gioventù” del movimento Maga ed è stato, secondo molti, tra i responsabili della vittoria di Trump nel 2024.

Responsabile primario lo è di certo stato della rimonta fra giovani conservatori che ha contribuito alla sua rielezione. La sua organizzazione con sede a Phoenix registra un fatturato di 90 milioni di dollari l’anno in fondi destinati a convegni, simposi, workshop universitari e financo finanziamenti per candidati studenteschi conservatori.

Kirk era una delle figure di spicco della “influencer army” di destra, titolare di un podcast secondo per popolarità solo a quello di Joe Rogan nello streaming americano, ma invece del populismo machista di Rogan, Kirk è stato fautore di un inflessibile rigore ideologico reazionario, un commando in perenne servizio nelle guerre culturali declinate per un pubblico studentesco e giovanile che ha inteso mutare in fanteria di un nuovo egemonismo di destra.

Già da liceale, il giovane Kirk mostra simpatie per gli ambienti iper liberisti ed è ammirato seguace di Rush Limbaugh, decano delle onde medie neocon. In era obamiana, si associa alla “resistenza” Tea Party e viene notato come giovane promettente, foraggiato ben presto da facoltosi sponsor Gop come portavoce giovanile delle loro istanze. Seguono manovre di avvicinamento all’orbita Maga e alla famiglia che inizia l’inesorabile conquista del partito repubblicano. Cruciale in questo senso l’incontro e l’amicizia con Don Jr., per il quale formula la strategia social (e che ancora pochi mesi fa accompagnava a prendere le misure della Groenlandia).

Milioni di seguaci social e le naturali doti politiche (specialmente la lealtà personale) lo portano all’attenzione di Donald Trump in persona che lo invita già nel 2016 a parlare alla convention del partito. Durante il primo mandato sarà ricevuto alla Casa bianca più di 100 volte. Dopo la sconfitta del 2020 ricopre un ruolo centrale nella tentata eversione (Turning Point invierà 350 studenti alla manifestazione del 6 gennaio 2021). In seguito Kirk è fautore degli interminabili tentavi di ribaltare i risultati elettorali in Arizona. Soprattutto continuerà a essere a fianco del presidente negli anni dell’esilio e della meditata rivalsa.

Il suo compito è stato quello di ricompattare la gioventù del partito ma per Trump è stato anche luogotenente e consigliere nell’epurazione di quadri di partito non sufficientemente fedeli. Latore, quando necessario, del ricatto del primary method (se non ti metti in riga, non voti il decreto o non sostieni il ministro candidato dal presidente, finanzieremo un avversario più affidabile nelle primarie e ti stronchiamo la carriera).

L’affinità naturale per i metodi sbrigativi di era Trump lo ha portato ad occupare un vuoto nei movimenti giovanili di destra. Negli atenei, invece di limitarsi a proclami o programmi politici, Turning Point compila liste di docenti “sovversivi”. E quello che una volta sarebbe stato un gesto simbolico è ormai maccartismo operativo. Le liste di proscrizione sono usate per licenziare docenti ed amministratori denunciati da studenti «osservatori» di Turning Point per aver insegnato argomenti proscritti o usato termini proibiti, come la critical race theory o la «teoria gender».

I successi di Kirk sono soprattutto predicati su quello del suo podcast che ogni settimana ha trasmesso a milioni di seguaci la familiare piattaforma di attacchi, provocazioni e geremiadi, la miscela esplosiva di astio e recriminazione iniettata senza sosta nella sfera pubblica per tenere vivo il risentimento che anima il movimento.

Nel mirino di Kirk e dei suoi apologhi dell’esclusione ci sono le donne, gli stranieri, trans, esponenti progressisti (perfino Martin Luther King diventa agente del male per aver sostituito diritti civili ai valori «originari» della costituzione). Poi sostegno assoluto ad Israele, denuncia della «anarchia sessuale» responsabile della decrescita demografica. E la dieta tipo dei “valori fondamentali”: quelli occidentali e cristiani, un suprematismo malcelato declinato in xenofobia con suggestioni eugenetiche (la grande deportazione). La derisione della «ossessione empatica» della sinistra.

Nei giorni che hanno preceduto la sua morte, il canale X di Turning Point aveva ospitato una programmazione monotematica sulla morte di Iryna Zaritska, la profuga ucraina di 23 anni orribilmente assassinata in North Carolina da uno squilibrato afroamericano, diventata simbolo della crociata della destra contro il crimine fuori controllo, e dunque irresistibile strumento di artefatto panico morale con sfondo razziale anche per Turning Point.

Ora la morte di Kirk sarà certamente oggetto di operazioni altrettanto strumentali, già subito avviate da Elon Musk («la sinistra è il partito degli omicidi») e dallo stesso presidente, la cui condanna dallo studio ovale è stata la precisa conferma del tossico humus da cui è scaturita la violenza. Trump ha attaccato media e «sinistra radicale» per aver avvelenato l’atmosfera criticando Kirk.

Eppure è impossibile constatare quanto i veleni intenzionalmente e quotidianamente immessi nella sfera pubblica e simbolica, quelli che Kirk aveva cavalcato per tutta la carriera politica, stiano portando gli inevitabili frutti. Kirk, come fa Trump, era uso utilizzare le parole come un cecchino, maestri entrambi di quella dialettica mutata in aggressione permanente che è marchio della destra nazional populista.

Sorprendente semmai è che la parossistica polarizzazione e ora la violenza performativa del governo non abbiano prodotto già di peggio. L’assassinio di Charlie Kirk è destinato ora a moltiplicare le probabilità che avvenga proprio questo.

LUCA CELADA

da il manifesto.it

foto: screenshot tv ed elaborazione propria

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