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Stati Uniti d'America

Il Reichstag di Donald Trump

La marcia verso il fascismo è il prodotto di processi di lungo periodo che sfruttano l’occasione

Ogni regime autoritario in via di consolidamento ha bisogno del suo delitto Matteotti, del suo incendio del Reichstag tedesco. Sia Mussolini che Hitler andarono al potere per via elettorale ma i loro progetti si sarebbero realizzati assai più lentamente, o forse sarebbero falliti, senza quelle due crisi decisive. La reazione dell’amministrazione Trump fin dalle prime ore dopo l’omicidio di Charles Kirk mostra che il presidente fellone intende seguire la stessa strada.

Dopo la morte di Charles Kirk, social media, tv e siti internet sono stati travolti da uno tsunami di fake news create dal movimento MAGA. In pochi minuti, su X e Facebook sono apparse fotografie di persone completamente estranee all’omicidio, tra cui quella di Michael Mallinson, un anziano canadese che si è trovato improvvisamente accusato da migliaia di post, con tanto di minacce e richieste di vendetta.

La propaganda è stata efficace, manipolando i titoli di media autorevoli come la CNN o il New York Times. Una donna di Seattle è stata erroneamente identificata come autrice della sparatoria con diffusione virale del suo profilo e informazioni personali benché fosse a centinaia di chilometri dalla scena del crimine.

L’attivista e consigliera di Trump Laura Loomer ha scritto su X (l’ex Twitter trasformato da Elon Musk in megafono dell’estrema destra) che il governo dovrebbe «chiudere, tagliare i fondi e perseguire penalmente ogni singola organizzazione di sinistra». Ha aggiunto: «Nessuna pietà. Imprigionate ogni singolo esponente di sinistra che minaccia violenza politica”. “Sono in guerra con noi», ha aggiunto il conduttore della Fox News Jesse Watters.

«L’ultima volta che la sinistra radicale ha orchestrato un’ondata di violenza e terrore, J. Edgar Hoover ha messo fine a tutto nel giro di pochi anni», ha scritto Christopher Rufo, una figura di spicco tra gli influencer del movimento trumpiano,  aggiungendo: «È ora, nei limiti della legge, di infiltrarsi, destabilizzare, arrestare e incarcerare tutti coloro che sono responsabili di questo caos».

Infiltrarsi, destabilizzare, arrestare e incarcerare: esattamente ciò che faceva il fondatore dell’Fbi  Edgar Hoover con il suo programma diretto a eliminare dalla scena politica le Pantere Nere negli anni Sessanta. Con in più l’assassinio senza esitazioni dei dirigenti del Black Panther Party: Fred Hampton, Mark Clark e Bobby Hutton, per esempio. Sarà questa la strada dell’amministrazione Trump nelle prossime settimane?

Subito dopo l’incendio del Reichstag, nel febbraio 1933, il regime nazista da poche settimane al potere attivò la sua macchina propagandistica. Goebbels ordinò ai giornali di scrivere riferire che il responsabile era il “complotto comunista” e che il governo doveva intervenire per proteggere il popolo. Questo permise di legittimare gli arresti di massa e la sospensione dei diritti civili. Nelle ore successive all’incendio, furono arrestati non solo il presunto responsabile, l’olandese Marinus van der Lubbe, ma anche moltissimi politici, intellettuali e oppositori, sulla base di indizi costruiti ad arte o esagerati dalla propaganda. Il linguaggio utilizzato dai giornali e dalla radio creò la psicosi di un “attacco alla Germania”, spingendo l’opinione pubblica ad appoggiare le misure repressive.

La marcia verso il fascismo non è mai il risultato esclusivo di atti di violenza terroristica o di reali emergenze: è invece il prodotto di processi di lungo periodo che sfruttano l’occasione. Chi ha il potere di imporre la sua narrazione della crisi può rimodellare lo spazio pubblico e la cittadinanza, a proprio vantaggio. L’infragilità democrazia americana non è mai stata così vulnerabile e non ci sono dubbi sull’intenzione del governo di utilizzare l’omicidio di Kirk per rafforzare il proprio potere, sospendere le garanzie costituzionali e legittimare pratiche antidemocratiche.

Studiosi del fascismo come Jason Stanley sottolineano che il problema è la normalizzazione dello stato d’eccezione, quando i cittadini accettano senza resistenza narrazioni volte a creare paura, permettendo alle autorità di ridefinire i diritti dei cittadini e dell’opposizione. Non è un caso che l’amministrazione Trump abbia già annunciato l’invio di truppe in altre città americane, come Chicago e Memphis, mentre studia come rinviare, sospendere o manipolare le elezioni per il Congresso del 2026.

FABRIZIO TONELLI

da il manifesto.it

Foto di gfk DSGN da Pixabay 

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