“Il giorno del voto: o la sinistra o l’austerity”

Intervista ad Alexis Tsipras: “Il neoliberismo non è invincibile. È solo il prodotto di un’opzione politica che corrisponde al bilancio de forze in un momento concreto della storia dell’Europa”...

Intervista ad Alexis Tsipras: “Il neoliberismo non è invincibile. È solo il prodotto di un’opzione politica che corrisponde al bilancio de forze in un momento concreto della storia dell’Europa”

ALEXIS-TSIPRASAlexis Tsipras potrebbe essere il prossimo primo ministro in Grecia. Infatti, se oggi si fossero celebrate oggi le elezioni legislative nel suo paese, di certo, secondo i sondaggi, le avrebbe vinte. Era sul punto di farlo due anni fa, alle ultime elezioni. Si era fermato solo ad un punto percentuale. Nella campagna elettorale si era distinto con tanta forza che ha messo paura alla destra, non solo greca ma di tutta Europa. Da allora tutta la destra economica, politica e mediatica si è lanciata contro di lui. È stata una sporca guerra. Dicevano che se avesse vinto le elezioni, sarebbe uscito dall’Europa e sarebbe successo un caos. Era menzogna. Syriza non voleva uscire dalla eurozona, ma cambiarla da dentro, capovolgerla, democratizzarla.

Hanno tentato di mutilare Syriza, ma Syriza si è riproposta da tutte le parti come l’esempio che la Sinistra può vincere alzando la testa contro la troika e i suoi peones conservatori e socialdemocratici. Hanno convertito l’immagine di Alexis in un sorriso e in una speranza dell’Europa che non si rassegna ai tagli delle libertà, dei diritti e dei servizi sociali, educazione e salute pubblica, salari dignitosi: il suo carisma ha superato i confini della penisola ellenica.

Alexis, con i sui 39 anni, rappresenta oggi la voce della Sinistra Europea, l’unica che alza la testa alla troika e vuole rifondare l’Europa per restituire la democrazia e mettere l’economia al servizio delle persone invece delle banche. Il primo punto della sua agenda coincide con la fine dell’austerità e dei memorandum. E poi la celebrazione di una Conferenza Europea per il debito dove si progetterà il non pagamento del debito illegittimo, la riorganizzazione democratica delle istituzioni europee e la fine dell’economia del casinò che impoverisce rapidamente i lavoratori.

Dice che il neoliberismo non è irreversibile, che solo è il risultato della relazione delle forze del momento, e che quando la relazione delle forze cambia la economia politica cambierà. Per questo chiede il voto per la Sinistra Europea,in un momento cruciale per poter cambiare la politica e non soccombere nell’abisso che ci porta l’austerità.

Nel dicembre scorso il Partito della Sinistra Europea, nel suo congresso, e attraverso un profondo dibattito, ha deciso di presentare un candidato alla presidenza della Commissione Europea. L’84% dei delegati le ha dato la responsabilità di farlo, con l’obiettivo di fornire una voce forte in Europa per determinare la alternativa per finire con le politiche neoliberali di austerità. Come valorizza il lavoro svolto in questo senso durante gi ultimi mesi?
Non ho concentrato la mia campagna elettorale negli studi televisivi, né tengo convegni per pochi. Durante gli ultimi cinque mesi ho avuto l’opportunità di parlare con gli uomini e le donne nelle strade in moltissime città piccole e grandi d’Europa e sono sicuro che il messaggio di speranza e di cambiamento dalla Sinistra Europea è arrivato. Sono sicuro che la gente ora sappia che c’è una alternativa credibile alla Europa neoliberale di Angel Merkel. Ora sanno che la Sinistra Europea presenta politiche alternative realistiche per soddisfare i bisogni dell’Europa del XXI secolo: sono profondamente consapevoli che il 25 maggio andiamo a votare per le nostre vite.

Siamo ad un incrocio critico per decidere quale sarà il futuro per la gente in Europa, in che condizioni sopravvivremo dopo la crisi e come sarà la politica sociale, economica e ambientale per gli prossimi cinque anni. In questo contesto che messaggio ha per i 400 milioni di europei che hanno diritto di votare il 25 maggio?
Tutti devono partecipare alle elezioni di maggio. Non devono lasciare che gli altri votino per loro. In particolare, tutte le persone che vogliono finire con l’austerità subito devono andare e votare chiaramente contro l’austerità. E il modo per farlo è di votare la Sinistra Europea. Queste elezioni sono uniche. Sono un referendum sulle nostre vite. Per prima volta i risultati sono cruciali per l’Europa, per i nostri paesi, per tutti e per ognuno di noi. Il nostro voto influenzerà non solo il futuro di ciascuno dei nostri paesi, ma l’intero continente. Questa volta possiamo farcela. Ed è necessario farcela. È necessario far retrocedere il neoliberismo e l’Europa tedesca. Rendere la politica della signora Merkel minoritaria in Europa. Isolarla politicamente. Sconfiggerla. Finire con l’austerità per recuperare la democrazia. Recuperare l’Europa.
L’Europa attraversa una congiuntura storica. O continueremo con l’austerità, la disoccupazione e la povertà per molti anni, con meno democrazia, o cambieremo la rotta favorendo la crescita, la giustizia e il lavoro. Con più democrazia. Per questo il dilemma che affronteremo il giorno delle elezioni è chiaro: con la sinistra o con l’austerità. Con la sinistra o con la Merkel. Nelle elezioni di maggio o questi che sono responsabili della crisi saranno sconfitti e il quadro istituzionale dell’austerità sarà sicuramente annullato o saranno capaci di continuare come se non fosse successo niente in Europa gli ultimi quattro anni, di continuare con le menzogne e i sotterfugi, uccidendo tanto i popoli quando il futuro dell’Europa.
Per tutti coloro che rifiutano l’austerità e vogliono un futuro migliore, per quelli che vogliono una speranza per se stessi e per le loro famiglie, per quelli che desiderano un lavoro e prosperità, la Sinistra Europea segna il futuro.

Se il princiale obbiettivo del Partito della Sinistra Europea è rifondare l’Europa da dove si comincia e quali sono le chiavi del cambio?
Per poter cambiare l’Europa, la prima cosa che deve cambiare è l’equilibrio delle forze politiche in Europa. Dipende dai cittadini europei se farlo o no con il loro voto nei prossimi giorni. L’Europa deve girare a sinistra con un voto forte alla Sinistra Europea. Dobbiamo far sì che il 2014 sia l’anno del cambiamento. Allora avremo due chiavi per raggiungerlo: la prima, la fine dell’austerità e dei memorandum, e la seconda, la graduale riorganizzazione democratica delle istituzioni europee, assicurando la partecipazione dei cittadini alle decisioni che li riguardano, al fine di affrontare il cosiddetto “deficit democratico”.

Dice che l’austerità non funziona, pero sì che ha funzionato molto bene per la cosiddetta “economia del casinò” che, secondo quello che ha dichiarato in altre occasioni, ha approfittato delle crisi per arricchirsi ancora di più dalla riduzione del costo del lavoro e la privatizzazione e la vendita delle risorse pubbliche. Come combatti i potenti mercati finanziari che governano il mondo senza vincere le elezioni?
Il potere dei mercati finanziari è derivato ed è politico, nel senso che è l’establishment politico europeo che gli ha permesso questo potere. Nel contesto del neoliberismo “laissez-faire” sono state rimosse tutte le forme di controllo diretto e indiretto del suo funzionamento e permette che il sistema bancario si alimenti con prodotti finanziari di liquidità. I conservatori, i liberali e i socialdemocratici, hanno deciso che la democrazia risponde ai mercati e non il contrario. Si tratta di un’opzione politica neoliberale. Il capitalismo del casinò si può contenere a livello europeo. Ma per raggiungere questo obiettivo, prima dobbiamo invertire l’equilibrio delle forze politiche in Europa a favore della Sinistra Europea.
Questo permetterà di progettare le nostre proposte politiche. Per esempio una “Legge Glass-Steagall Europea”, che è centrale per il nostro programma: contendendo per se stessa il capitalismo di casinò in Europa, separando già le attività bancarie commerciali dagli investimenti, prevedendo una combinazione tanto pericolosa di rischio in una entità controllata e ridurre l’impegno delle banche commerciali in titoli e altre attività dei prodotti finanzieri.

Quale è il vostro progetto per creare lavoro per i 27 milioni di europei che lo cercano, in particolare giovani, con indici di disoccupazione che arrivano al 60% in Grecia e in Spagna?
Il primo passo imprescindibile e immediato sarà finire dell’austerità e introdurre una politica orientata alla domanda interna, centrata sull’aumento dei salari, e pertanto sulla capacità di consumo dei ceti medi e bassi. Un passo parallelo sarà il cosiddetto “New Deal Europeo”. Si tratta di un piano europeo di investimenti inizialmente pubblici in temi di istruzione, ricerca e innovazione, nuove tecnologie e infrastrutture con un forte e deciso finanziamento europeo. Daremo priorità alla reflazione coordinata delle economie europee in modo che l’Europa smetta di ruotare intorno alla trappola della recessione, stagnazione e crescita anemica, con alto tasso di occupazione.

Il Partito della Sinistra Europea ha chiesto la celebrazione di una Conferenza Europea per il debito e gli investimenti pubblici al fine di risolvere il problema dei debiti dei paesi con più difficoltà, ricalcando quello che è stato fatto in Germania nel 1953, come primo passo vero la ripresa economica. Quali sono le proposte?
Il nostro progetto politico per gestire efficacemente il sopra-indebitamento dell’eurozona, in maniera credibile e definitiva, si bassa su tre pilastri: in primo luogo, finire con l’austerità. Perché l’austerità alimenta la proporzione di debito in relazione al Pil. Quindi, abbiamo bisogno di un cambiamento nella politica per raggiungere una crescita equilibrata e sostenibile. Ma la crescita non sarà evidente se non finisce l’austerità. Pertanto, il secondo pilastro è il “New Deal Europeo” che ho citato prima. E, in parallelo, il terzo pillastro è la “Conferenza Europea per il Debito”, per affrontare il tema del debito a parte.
Questo potrebbe significare una varietà di possibili soluzioni specifiche per ogni paese, compreso l’ammortizzare una parte significativa del valore nominale, con una “clausola della crescita” per il rimborso della parte restante, monetarizzando parzialmente il debito dalla Banca Centrale Europea, la moratoria per il pagamento del debito ecc.

Allo stesso modo, insiste per la necessità di costruire le più ampie possibili alleanze sociali e politiche. Come va questo processo?
Cambiare l’Europa è un compito di proporzioni storiche che richiede la più ampia partecipazione di forze sociali e politiche: non accadrà in una notte. E’ un processo che richiede cambi economici e politiche immediate e riforme passo dopo passo per smantellare la struttura neoliberale della governance economica dell’eurozona che la signora Merkel e i suoi alleati politici hanno accumulato durante gli anni della crisi. Per esempio, la necessaria cancellazione del cosiddetto “patto fiscale europeo”, che essendo stato approvato sia dal referendum o mediante la procedura parlamentare non può cambiare in una notte.
Non è un caso che in Grecia, che dal maggio del 2010 è stata la cavia per le esigenze della politica neoliberale dell’Unione Europea e quindi pietra miliare di un domino negativo per il sud europeo, si può convertire ora, con un governo di Syriza, in positivo, passando attraverso l’Europa, con l’inizio della fine dell’austerità e con il cambiamento democratico. Per questo il voto per la Sinistra Europea è un voto per il futuro democratico dell’Europa. E per farlo dobbiamo cambiare il potere politico in Europa. Il neoliberismo non è invincibile. È solo il prodotto di una scelta politica che corrisponde all’equilibrio delle forze del momento concreto della storia europea. Deve la sua longevità, come il paradigma economico attuale, soprattutto ai socialdemocratici, che dalla metà degli anni ’90 hanno adottato la strategia politica di accettare completamente i suoi principi e obiettivi politici.

Una decisione di grande importanza che si deve adottare durante la prossima legislatura europea è l’approvazione o meno del TTIP, del Trattato Transatlantico di Investimenti e Partenariato, tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea che determinerà profondamente le nostre vite, l’economia e la propria democrazia. Il Partito della Sinistra Europea tiene una posizione molto forte contro il Trattato. Quali sono i punti più pericolosi di questo accordo?
La Sinistra Europea non accetterà mai un accordo commerciale che unisce la corsa al ribasso degli standard sociali, di lavoro, di sicurezza, di salute e delle norme ambientali, che sono di solito impliciti negli accordi commerciali, una corsa per la riduzione delle democrazia. Non accetteremo mai un accordo commerciale che permette alle imprese private di promulgare procedimenti e azioni legali contro i governi nazionali nel caso di un cambio nell’economia o nella politica di investimenti che considerano dannose per i loro interessi. Questo è senza precedenti ed è assolutamente intollerabile.

In una conferenza stampa ha detto che preferiva vedere il giorno prima la partita di calcio tra Real Madrid e Barcelona piuttosto il dibattito televisivo tra Schultz e Juncker, perché almeno i giocatori hanno giocato sul serio nel campo. Come definisce i due candidati delle socialdemocrazia e della destra, Schulz e Juncker, per la presidenza della Commissione Europea?
I miei commenti sono solo politici. A mio parere, il signor Juncher e il signor Schulz sono praticamente complementari. Nonostante le loro differenze, fanno parte dello stesso consenso neoliberale. Per questo consumano il loro periodo preelettorale con generalità e desideri, nascondendo il loro vero comune programma di austerità.

GEMA DELGADO
è giornalista del Mundo Obrero, giornale storico del Partito Comunista di Spagna, e partecipa nel gruppo comunicazione della Sinistra Europea. Ha dichiarato alla listatsipras.eu che la intervista del presidente del Syriza, che è stata pubblicata nel Mundo Obrero.272 del maggio del 2014 e nel sito della Sinistra Europea, rappresenta la sua unica intervista pubblicata in un giornale spagnolo gli ultimi mesi a causa del black out informativo dai grandi mezzi di informazione spagnoli nei confronti di Alexs Tsipras, di Syriza e della Sinistra Europea. Nonostante la censura indiretta, i sondaggi danno alla Sinistra Unita – Plurale spagnola tra il 11% e il 16%, quasi il doppio che ha avuto nelle elezioni europarlamentari del 2009

Traduzione: A. Panagopoulos 

categorie
Elezioni europee 2014

altri articoli