Il femminicidio di Martina non è un’eccezione, è il risultato

Il femminicidio è solo l’atto estremo di potere, ma la supremazia di un individuo su un altro si manifesta nei comportamenti quotidiani, ormai ritenuti normali, anzi, giusti, dalla società....

Il femminicidio è solo l’atto estremo di potere, ma la supremazia di un individuo su un altro si manifesta nei comportamenti quotidiani, ormai ritenuti normali, anzi, giusti, dalla società.

È da qui che bisogna partire. Non dall’ennesimo post di cordoglio, né dall’illusione che indignarsi sui social serva a qualcosa. Perché Martina Carbonaro non è morta per caso, né per colpa di un raptus, ma in un contesto preciso, costruito giorno dopo giorno da una società che insegna a possedere prima ancora di amare.

E la politica che dice? Giorgia Meloni, nella sua più totale inadeguatezza, non capisce o fa finta di non capire il ruolo che ricopre, dicendosi “rimasta senza fiato” per la vicenda, aggiungendo che «gli appelli non servono, io ci sono per chiunque abbia proposte sul tema della violenza sulle donne».

Anzitutto, essendo in un governo di coalizione, potrebbe per una volta sfruttare a fin di bene la propria maggioranza parlamentare e approvare delle iniziative serie senza troppe difficoltà (cosa che è solita fare per le altre indegne proposte), se non fosse che il livello culturale della sua classe dirigente è nullo, o al limite capace di partorire proposte analfabete; e il punto fondamentale sta proprio nell’assunzione di responsabilità.

Il femminicidio di Martina Carbonaro non è un caso isolato, non è il frutto di un “pazzo” che ha agito con una pulsione nata dal proprio essere, ma c’è un’evidente e cospicua responsabilità politica, intendendo con essa non solo la classe dirigente che dovrebbe attuare e promuovere azioni concrete, ma l’intera società, plasmata completamente dagli stessi concetti che muovono il mondo moderno: la competizione, il possesso, una malata ricerca del piacere a spese del prossimo.

E la questione non è che (in questo caso Martina) abbia lasciato il fidanzato, che fosse troppo giovane per avere una relazione o che sia stata lasciata da sola con lui.

La vera questione è che chi dovrebbe ripulirsi completamente la propria coscienza dalla testa ai piedi, si limita a pubblicare un post, sfruttando la spettacolarizzazione del momento, e finisce tutto lì.

Ma tutti noi dovremmo andare oltre il femminicidio, perché le coppie che presentano queste tossicità (come la gelosia) sono anche quelle che non hanno apparenti conflitti, quelle coppie che, a vista di tutti, stanno benissimo insieme; non si riesce più a distinguere l’amore dalla violenza, la cura dal possesso, l’ossessione dal volersi bene, e quando si inizia a notare la differenza, è già troppo tardi.

SIMONE SANTANIELLO

1° giugno 2025

Foto di Bennie Lukas Bester

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