Siamo il paese dove il rischio povertà è aumentato di più in Europa. Tra il 2008 e il 2015 – i primi sette anni di una crisi che durerà almeno per la prossima generazione – la percentuale delle persone a rischio povertà è salita dal 25,5% al 28,7%. Peggio di noi ha fatto solo la Grecia, passata dal 28,1% del 2008 al 35,7%. La fotografia scattata dall’Eurostat in occasione della giornata mondiale contro la povertà, va vista insieme al rapporto Caritas 2016 su povertà ed esclusione sociale presentato ieri. In Italia vivono in uno stato di povertà assoluta 1 milione 582 mila famiglie, 4,6 milioni di persone. È il numero più alto dal 2005 ad oggi. Senza contare coloro che sono in «povertà relativa»: 8 milioni 307 mila, pari al 13,7% delle persone residenti. Nel 2014 erano il 12,9% in un settore dove si registrano le «nuove povertà» dei «working poors», chi lavora e non arriva alla fine del mese.
La povertà si sta trasformando e colpisce trasversalmente alle appartenenze nazionali, i ceti sociali e le professioni. Di solito sono gli stranieri a chiedere aiuto ai centri Caritas. Nel 2015, soprattutto a Sud, per la prima volta la percentuale degli italiani ha superato di gran lunga quella degli immigrati. Se a livello nazionale il peso degli stranieri continua a essere maggioritario (57,2%), nel Mezzogiorno sono il 66,6%. Cambia inoltre la composizione anagrafica dei poveri. Rispetto al vecchio modello della rappresentazione che considerava più indigenti gli anziani, oggi la povertà «assoluta» colpisce giovani e giovanissimi in cerca di occupazione e gli adulti rimasti senza impiego. Senza contare la povertà infantile, ricorda Save The Children: un milione di minori vive in povertà assoluta, mentre altri 2 in povertà relativa.Un bambino su 10 non può permettersi un abito nuobvo, uno su 20 non riceve un pasto proteico al giorno. Percorrendo lo spettro dell’esclusione sociale si arriva la margine estremo: profughi e richiedenti asilo. Sui 153.842 arrivati in Italia, nel 2015 7.770 si sono rivolti alla Caritas: il 61,2% è in povertà economica (61,2%), il 55,8% soffre di disagio abitativo.
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ROBERTO CICCARELLI
foto tratta da Pixabay