A 48 ore dal Giorno della Memoria, la Comunità ebraica di Milano ha aperto una nuova polemica con l’Anpi annunciando che non parteciperà al tradizionale incontro con gli studenti che si tiene al Comune, con l’ovvia presenza dell’associazione degli ex partigiani e dell’Aned (associazione nazionale ex deportati nei campi nazifascisti). Lo strappo sarebbe dovuto all’impegno dell’Anpi per il cessate il fuoco a Gaza, in particolare sull’uso del termine «genocidio» da parte degli ex partigiani. Una polemica alimentata dalle destre più volte nell’ultimo anno a cui il presidente Anpi Pagliarulo ha sempre risposto nel merito.
«Noi soffriamo tutti i giorni per l’antiseminismo, quindi è inutile onorare una volta all’anno gli ebrei morti e non difendere gli ebrei vivi», ha detto il presidente della comunità ebraica di Milano, Walter Meghnagi, chiarendo, a scanso di equivoci, che la decisione di non partecipare all’incontro con gli studenti è dovuta proprio alla presenza dell’Anpi («Non possiamo averci a che fare») anche se poi invita poi l’associazione al confronto.
Megnaghi ricorda poi gli insulti antisemiti ricevuti dalla senatrice a vita Liliana Segre ma il collegamento appare un po’ forzato. Anche il direttore del Museo della Brigata ebraica, Davide Romano, ha annunciato che non parteciperà agli eventi dedicati al Giorno della Memoria per «l’odio antiebraico che c’è in alcune istituzioni e nella società italiana», mentre Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane si è smarcata dalle defezioni ma ha comunque parlato di mesi «laceranti» a causa delle manifestazioni di sostegno al popolo palestinese.
«Proprio ieri – ha replicato Primo Minelli, presidente dell’Anpi di Milano – abbiamo posato molte pietre di inciampo, è curioso che all’indomani di questo evento l’associazione venga accusata di essere antisemita. La comunità ebraica dovrebbe rispettare la giornata del 27 gennaio e non sporcarla con polemiche sterili che lasciano il tempo che trovano: non ci lasciamo intimidire, la battaglia contro l’antisemitismo per noi è 365 giorni l’anno».
Intanto però le destre estreme e antisemite, fomentate dall’avanzata dei sovranismi in Europa e negli Stati Uniti, continuano a organizzare eventi a ridosso della Giornata della Memoria: da Roma, dove sono nazionalisti da tutta Europa, a Firenze, dove ieri sera si è tenuta la prima di una serie di manifestazioni di Lealtà-Azione, altra sigla di estrema destra, che ha organizzato una due giorni per festeggiare i dieci anni di attività. Nella Capitale si rinnovano le richieste al prefetto a non concedere i permessi a Forza Nuova, organizzatrice dell’evento.
«Il prossimo 26 gennaio a Roma, città Medaglia d’Oro alla Resistenza, nazifascisti di tutta Europa vorrebbero adunarsi, a chiamarli è l’organizzazione guidata da un pregiudicato (Roberto Fiore, condannato per l’assalto alla Cgil, ndr), l’Anpi si unisce a tutte le forze politiche, sindacali e sociali che chiedono alle istituzioni di vietare il raduno, pericoloso per i cittadini e l’ordine pubblico, potenzialmente eversivo», scrive in una nota il comitato nazionale. Lo stesso in Toscana dove i neofascisti hanno organizzato una passeggiata nel centro di Firenze per raccontare «della nostra culla del Rinascimento e del fascismo fiorentino» e per «omaggiare i giovani fascisti fucilati dalla barbarie alleata».
«Inneggiare al fascismo per le strade di Firenze è oltraggioso e lesivo della città e della memoria. Indignati respingiamo ogni rigurgito fascista che non ha alcuna dignità», tuona l’assessora alla Cultura della Memoria, Benedetta Albanese. Seguita dagli esponenti di Sinistra Italiana e del Pd. Tutti si uniscono alla richiesta dell’Anpi provinciale al questore Fausto Lamparelli a non cogliere la «provocazione alla nostra città da parte di un gruppo nato negli ambienti naziskin». Contro la kermesse è stato anche oganizzato un presidio promosso dalla rete Firenze antifascista.
LUCIANA CIMINO
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