«Voleva una Chiesa che fosse una casa per tutti, per tutti, per tutti». Le parole del cardinale Giovanni Battista Re, durante il funerale di Francesco, segnano il passo per il futuro.
Il successore di Bergoglio, qualunque sarà, non potrà tradire questa profonda convinzione: la Chiesa cattolica deve essere una casa per tutti, senza ponti levatoi alle sue entrate, senza che nessuno chieda particolari carte d’identità a chi bussa.
Questo il suo messaggio più profondo. Come Gesù mangiava con i «peccatori», così alla mensa della Chiesa possono sedersi tutti.
Non è secondario il momento del funerale del Papa in vista di quanto accade dopo, i giorni delle congregazioni generali che precedono il conclave.
Joseph Ratzinger nel 2005 tenne un’omelia durante le esequie di Giovanni Paolo II che di fatto lo lanciò verso l’elezione. Non è il caso di Re, ovviamente, ma le parole da lui pronunciate durante l’omelia di ieri tracciano il percorso verso un conclave incerto sui nomi ma non sui temi.
Sinodalità, maggiore collegialità, aperture al mondo, uno sguardo propositivo sui temi della morale sessuale e sui temi eticamente sensibili, nessuna rottura con la tradizione ma aperture alle sfide che il mondo già ha fatto sue, la discussione sull’obbligo del celibato dei preti, la riforma del papato, l’accoglienza verso tutti, la pace nel mondo, sono queste alcune delle sfide che chi siederà al soglio di Pietro non potrà in nessun modo eludere.
Ma su tutte lo stile di governo. Francesco non ha cambiato la dottrina della Chiesa, certo. Su di essa è rimasto di fatto un conservatore. Ma lo stile della prossimità e della normalità, fin da quel «buonasera» pronunciato la sera del 13 aprile 2013 affacciandosi vestito di bianco alla loggia centrale della basilica vaticana, segna un passo nuovo.
Il muro di separazione fra il pontefice e il popolo è stato definitivamente abbattuto. E indietro non sarà più possibile tornare.
«Nonostante la sua finale fragilità e sofferenza, papa Francesco ha scelto di percorrere questa via di donazione fino all’ultimo giorno della sua vita terrena», ha ricordato ieri Re che ha definito Bergoglio «papa tra la gente». E questa donazione non potrà non essere fatta propria anche da chi prenderà il suo posto.
Il conclave che si aprirà fra qualche giorno resta uno dei più incerti dell’epoca contemporanea. Se nel 2005 Ratzinger e Martini erano le figure di spicco e se nel 2013 Bergoglio e Scola hanno di fatto catalizzato da subito i voti dei cardinali, oggi tutto è meno decifrabile.
Parolin e Tagle sono certamente due nomi papabili. Ma con loro tanti altri. Conterà valutare l’età, il futuro papa non potrà essere troppo giovane, ma anche dovrà essere ponderata la propensione a incarnare la Chiesa nelle sfide del tempo senza smarrire la propria identità. Sia Tagle sia Parolin hanno queste caratteristiche, più carismatico il primo, più posato e moderato il secondo.
Anche Pizzaballa e Zuppi sono figure amate e insieme autorevoli, anche per aver lavorato in scenari difficili, a Gerusalemme il primo, in Mozambico ai tempi dell’accordo di pace il secondo.
Francesco non ha mai dichiarato di avere favoriti. Il futuro l’ha sempre affidato, come diceva spesso, allo Spirito Santo ma anche a porporati che lui ha voluto creare “pescandoli” da ogni parte del mondo. La maggior parte non si conosce fra loro. Iniziano ora i giorni decisivi per confrontarsi, conoscersi, guardarsi e decidere il futuro.
In questa fase un peso decisivo lo avranno anche gli ultraottantenni. I cardinali Bagnasco, Bertone, Ruini, Re e tanti altri proveranno ad aiutare gli elettori a creare consenso verso la giusta personalità.
Nel 2013 furono anzitutto Maradiaga e Kasper e spingere per Bergoglio, la loro azione anche durante il conclave, nelle pause dedicate al pranzo e alla cena.
Poi, certo, ci mise del suo Bergoglio che stupì il collegio dei cardinali durante una congregazione generale che precedette il conclave stesso. Raccontò che vedeva Gesù come in prigione, e chi lo teneva in catene era la Chiesa stessa. Occorreva liberarlo. Fu quel discorso la chiave che lo portò all’elezione. Anche in queste ore non potrà che accadere così. Dai discorsi dei papabili tutto si farà più chiaro.
PAOLO RODARI
foto: screenshot ed elaborazione propria