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Dal sindacato

Autocritica di Landini: «Sciopero per Gaza con tutto il movimento»

Uil e Cisl ribadiscono il no all’astensione dal lavoro per ragioni politiche. Piantedosi attacca la Cgil: «È contro Mattarella»

Quando il segretario della Cgil Maurizio Landini arriva alla festa del tesseramento romana, a villa Lazzaroni, il caso della flotilla è già scoppiato e il capo dello stato Mattarella è già intervenuto sulla questione. «Il momento è delicato», dice il segretario cominciando il suo comizio. Il tempo delle mezze misure è passato e Landini lo riconosce, anche perché le posizioni intermedie non sono il suo forte.

E così parte all’attacco: «Se ci dovesse essere un intervento dell’esercito israeliano che sequestra, blocca, arresta qualcuno sulle navi umanitarie noi saremo pronti a reagire proclamando lo sciopero generale perché un’azione di quel genere del governo israeliano confermerebbe le porcherie che stanno facendo».

La festa della Cgil romana capita a proposito: dopo giorni di polemiche il segretario nazionale può approfittarne per togliersi qualche sassolino dalla scarpa e far capire ai militanti confusi che lo ascoltano (molti dei quali con la kefiah al collo) qual è la linea del sindacato più rappresentativo del paese. Con qualche punta di autocritica per la gestione delle mobilitazioni contro il genocidio dell’ultima settimana: «È stupido mettere il cappello sui movimenti che possono anche sorprenderci, ma dobbiamo avere l’umiltà di discutere con tutti e allargare la mobilitazione».

Premette che la Cgil è l’unico grande sindacato europeo ad avere, fino a ora, organizzato uno sciopero per i palestinesi ma è evidente che il messaggio passato dalle piazze del 22 settembre, organizzate da Usb, Cub e altri sindacati di base, è arrivato forte a corso Italia: «Ho visto una cosa nuova con cui ci dobbiamo confrontare», ammette Landini.

«Come nel caso dei referendum, la novità è il protagonismo delle nuove generazioni che spinge le mobilitazioni – l’analisi del segretario -. È dal 22 settembre che sto facendo riunioni su riunioni con gli studenti perché in quella manifestazione, che aveva gli stessi obiettivi che abbiamo noi, c’erano scuole di ogni ordine e grado, maestre con bambini, e lavoratori che non rispondono a logiche di parte ma a quella dell’umanità e ci indicano un terreno su cui dobbiamo agire».

Poi un paio di dichiarazioni più che altro a uso interno: «Dobbiamo capire cosa è successo non per trovare un capro espiatorio ma per partecipare a questo cambiamento». E aggiunge: «I cambiamenti si fanno stanno per strada, nelle fabbriche, in tutti i luoghi di lavoro, non con gli ordini del giorno in assemblea nazionale». Dalla platea di Villa Lazzaroni, tra bandiere della Palestina e quelle arcobaleno della pace, si scatenano gli applausi con un misto di sollievo e ritrovato orgoglio, dopo giorni di discussioni dilanianti tra iscritti e delegati.

Se la Cgil prova a fare autocritica tendendo una mano verso i sindacati di base, artefici dello sciopero generale del 22 settembre, e offre la sua poderosa organizzazione a sostegno del movimento globale per i diritti dei palestinesi, gli altri due sindacati confederali confermano la loro posizione: no allo sciopero politico. O meglio: «assolutamente no», come ha ribadito la leader della Cisl, Daniela Fumarola.

Anche se le parole di Mattarella, che ha «apprezzato tantissimo», la spingono a dire, per la prima volta, che «l’azione che ha messo in campo Flotilla è politicamente, mediaticamente e dal punto di vista valoriale importante». Tuttavia, per la segretaria, «deve accettare l’intervento del Patriarcato di Gerusalemme, noi come Cisl il nostro piccolo contributo lo stiamo dando con una raccolta di fondi da destinare alla Croce rossa per la popolazione», ha aggiunto senza temere il paragone azzardato.

La linea della segreteria nazionale della Uil, che pure in questi anni di governo Meloni aveva trovato una particolare affinità con la Cgil, ricalca quella del sindacato di via Po: nessuno sciopero per abbassare il tono dello scontro. «La Uil lavora per mandare aiuti a Gaza e alla popolazione – ha detto il segretario generale, Pierpaolo Bombardieri – pensiamo che in questo momento sia necessario unire, fare tutti gli sforzi per abbassare il livello dello scontro». Quanto alla sorte della flotilla (di cui «ovviamente sosteniamo lo sforzo») Bombardieri ritiene che sia «necessario ragionare su quali possono essere gli effetti per chi sta portando gli aiuti».

I due sindacati sembrano non temere contraccolpi in termini di consenso ma forse non avevano messo in conto l’insolito assist che il governo ha portato alla Cgil, non volendo però. «Il segretario di un grande sindacato ha detto che se qualcuno farà qualcosa alle barche della flotilla scateneranno lo sciopero generale, va nella direzione opposta a quella di Mattarella», ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi puntando i riflettori su Landini.

E il segretario si è messo in posa: «È lui che deve garantire me se vado in piazza che non ci siano violenti che mettono in discussione il mio diritto di sciopero».

LUCIANA CIMINO

da il manifesto.it

foto: screenshot tv ed elaborazione propria

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