Ovvietà come profezie

Dall’Espresso n.36 Massimo Cacciari: “Le forze socialiste sono crollate ovunque per la loro subalternità culturale a un modello in cui andava bene tutto: bene l’Europa, bene la moneta unica,...

Dall’Espresso n.36 Massimo Cacciari: “Le forze socialiste sono crollate ovunque per la loro subalternità culturale a un modello in cui andava bene tutto: bene l’Europa, bene la moneta unica, bene l’allargamento. Bene più di tutto la globalizzazione. Questo spiega perché le forze tradizionali della sinistra europea siano smottate così rapidamente, uno sfaldamento così veloce. Il problema era solo l’Anpassung, come dicono i tedeschi, l’adattamento, se non ti adattavi eri fuori dalla storia”.

Sempre dall’Espresso n.36, che ospita addirittura anche un’intervista con Ken Loach, Emiliano Brancaccio: “Il motivo è che le vecchie certezze sui contenuti sono crollate. Per citare qualche esempio, la Banca Mondiale ha riconosciuto che non esistono conferme empiriche delle tesi secondo cui la flessibilità del lavoro crea occupazione e sviluppo: l’Ocse ha ammesso che le imprese private non risultano necessariamente più efficienti delle imprese a partecipazione pubblica; e il FMI si è spinto a dichiarare che i mercati finanziari lasciati a sé stessi possono generare gravi episodi di instabilità macroeconomica e che pertanto sarebbe opportuno ragionare sul ripristino di controlli sui movimenti internazionali di capitali”.

Ovvietà spacciate per profezie.

Ci sarebbe da replicare: “Certezze crollate per chi?”.

Non certo per chi a sinistra, considerato fuori dal tempo e dalla storia (come scrive Cacciari) ha insistito su questi anni al riguardo della situazione che si stava presentando senza che gli fosse fornito un minimo ascolto.

Non si scrive questo per rivendicare, ma per fare in modo che la replica a ciò che ci sta capitando, sul piano internazionale e interno, non venga davvero affidata a chi è stato parte integrante, se non promotore, delle posizioni che hanno portato a questo disastro e alla cancellazione, almeno in Italia, di una qualche forma di incisiva presenza della sinistra al di fuori dal cerchio ristretto della testimonianza.

Un’ultima annotazione: sempre Cacciari scrive “Per le elezioni del ’19 ci vuole un progetto transnazionale che vada da Macron a Tsipras e possa sfidare i sovranisti”.

Ancora una volta è l’appello all’union sacrée utile per nascondere ciò che è accaduta dando tutta la colpa ai sovranisti senza cercare di capire come a questi figuri sono state aperte le porte per condurci sulla soglia del baratro.

Sicuramente, per combattere quelli che sono ritenuti sovranisti, serve un progetto transnazionale, ma di diversa natura: serve un progetto che tenga assieme quanti nel corso di questi anni hanno visto e hanno continuato a battersi contro il modello dominante, la crescita dello sfruttamento, della sopraffazione, dell’inaccettabile livello di disuguaglianza.

Senza contare che, anche dal punto di vista tattico, un solo fronte finirebbe con il creare le condizioni del ricompattamento del fronte opposto.

Senza demonizzare alcuno, senza essere “contro” a priori, è necessaria una sinistra capace di guardare oltre i propri confini, come sempre è stato nella tradizione del movimento operaio, affermando la propria autonomia di pensiero, la propria capacità di rappresentanza politica, la propria piena espressione di progettualità alternativa.

FRANCO ASTENGO

4 settembre 2018

foto tratta da Pixabay

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