Rifondazione, avanguardia possibile per una sinistra larga

L’esito delle elezioni politiche di domenica scorsa ci offre due vincitori molto differenti tra loro, ma entrambi politicamente pericolosi per le sinistre, quella ministeriale, impersonata da D’Alema/Bersani/Grasso/Boldrini, e quella...
Gialunca Schiavon

L’esito delle elezioni politiche di domenica scorsa ci offre due vincitori molto differenti tra loro, ma entrambi politicamente pericolosi per le sinistre, quella ministeriale, impersonata da D’Alema/Bersani/Grasso/Boldrini, e quella radicale di cui noi siamo i principali esponenti.
La Lega, rinnovata da Salvini, rappresenta la compiuta recezione del modello Trump nelle tecniche di ottenimento del consenso e nel messaggio politico. Come Trump, ottiene il consenso di una classe operaia e di un ceto medio produttivo impoveriti dalla crisi sulla parola d’ordine prima l’Italia consegnando questi bisogni e queste istanze rabbiose ai più ricchi. Si assume che i ceti più agiati, solo se ulteriormente arricchiti e liberati da tasse, vincoli e regole, possano farsi carico delle vittime della crisi. Ottenendo il consenso principalmente così, la Lega si caratterizza per un programma politico e sociale anticostituzionale e reazionario. Costruisce senso e immaginario sulla flat tax e sul protezionismo attraverso i quali i migliori produttori italiani cacceranno gli improduttivi, gli immigrati ignavi e risaneranno il Paese. Afferma un modello di rappresentanza senza democrazia simile alle forme di Governo dei Paesi del centro-est Europa e, persino, a Putin.
Il Movimento 5 stelle non è quello che certa stampa descrive: il collettore di voti delle masse meridionali disoccupate o sottoccupate. Si tratta di un movimento interclassista che non somma solamente i voti della disperazione del Sud Italia, contesi dalla Lega, ma i voti della borghesia delle professioni dei centri storici anche a Napoli e Palermo. Soggetti che non chiedono il reddito di cittadinanza, ma la fine del malaffare politico e del sistema corruttivo nella pubblica amministrazione compendiati nell’inchiesta del giornale Fun Page.
Il M5S ha, effettivamente, realizzato il nostro slogan elettorale apparendo come il più credibile modo di offrire potere al popolo. Popolo inteso nel significato universalmente riconosciuto di unica rappresentazione politica della popolazione sintesi e superamento delle classi.
In questo quadro la nostra rovinosa sconfitta ha una causa principale: l’incapacità di offrire una proposta politica generale caratterizzata come sinistra di classe-ambientalista. Non credo che il problema sia stato l’inadeguatezza del programma o la presenza di proposte ‘estremiste’ a cominciare dell’abolizione del 41 bis, del quale rivendico la paternità. Il problema mi pare risiedere nella costruzione poco democratica del nome, del simbolo e della leadership della lista. Della sovraesposizione mediatica della, pur brava, compagna Viola Carofalo. Non bastava dire che eravamo, e siamo, la lista di alcuni centri sociali e sindacati di base per raccogliere il consenso. La freschezza e la novità della lista non potevano essere rappresentate da queste sole, fondamentali, forze organizzate, ma anche da culture ecologiste e lotte contro la precarietà non sussumibili nelle proposte dei Centri sociali.
Non sono favorevole ad abbandonare il progetto di Potere al Popolo! In primis per le forze giovani che vi sono aggregate e per la presenza del meglio della cultura ambientalista in Italia, poi anche perché non credo che Rifondazione comunista possa crescere su sé stessa. Dobbiamo, però, fin da subito correggere gli errori, cancellare settarismi o protagonismi e farne un progetto intergenerazionale.
Credo, al contempo, vada rilanciata un’offensiva in Italia per costruire un’organizzazione stabile del Partito della Sinistra europea. Il confronto elettorale per le europee ci vede in una posizione di forza perché abbiamo un gruppo europeo molto nutrito che ha fatto l’opposizione più significativa al governo dell’UE sia politico (PPE/PSE) che finanziario a fronte di un M5S che, quando non è stato ambiguo, è stato a favore delle élites.
Sulla sinistra europea e su un programma di alternativa ci si può confrontare e unire anche con soggetti estranei a Potere al Popolo! E una rinnovata, più ampia unità, va costruita sia contro i trattati sia sull’abolizione del pareggio di bilancio in Costituzione. Se il Partito non si pone alla testa di queste battaglie esse saranno dirette da vecchie figure come Stefano Fassina che, incurante della sua biografia, ambisce a fare il Melénchon italiano, oppure da improbabili nuovi partiti transnazionali di De Magistris Varoufakis e Hamon, che dei socialisti francesi è stato il candidato alle presidenziali.
L’ultimo aspetto da sottolineare è la scelta che, come PRC e come PotPop, dobbiamo fare contro un governo del M5S, sia nella forma di coalizione con il PD e LeU, sia nella forma di un governo tecnico con l’appoggio di queste forze. Non possiamo farci condizionare dalla campagna, specie se le consultazioni avranno lunga durata, che sarà orchestrata per dare un governo all’Italia in alternativa alle destre. Emergerebbe una doppia subalternità: al quadro istituzionale e alle proposte politiche altrui. Rifondazione, Potere al Popolo! la Sinistra europea esistono nella radicalità e nell’autonomia delle proposte dal quadro politico dato.

GIANLUCA SCHIAVON

Intervento al Comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista del 10/11 marzo 2018

foto tratta dalla pagina Facebook di Gianluca Schiavon

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Rifondazione Comunista

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