Regionali 2020. Costruire liste della sinistra anticapitalista e antiliberista

E’ sempre più evidente che le politiche del governo non rappresentano la svolta di cui ha bisogno il paese per affrontare le emergenze sociali e tanto meno sono in...

E’ sempre più evidente che le politiche del governo non rappresentano la svolta di cui ha bisogno il paese per affrontare le emergenze sociali e tanto meno sono in grado di contrastare la crescita della destra. Il rinnovamento si misura sui fatti e gli indirizzi concreti.

Prevale la continuità non solo sul piano delle politiche economiche e sociali ma persino su quello delle politiche verso i migranti. Basti pensare al rinnovo dell’accordo con Libia nonostante la sistematica violazione dei diritti umani o alla reiterazione dell’autonomia differenziata.

E’ indispensabile lavorare per un’alternativa sociale e politica a partire da programmi di radicale rottura con il neoliberismo se si vuole contrastare la destra fascioleghista e rispondere alle emergenze sociali.

Il frontismo col PD – come dimostrano anche recenti tornate elettorali europee e regionali – non serve a battere le destre ma indebolisce e a volte impedisce la possibilità di avanzare una proposta politica e programmatica unitaria di sinistra riconoscibile a livello di massa.

Prendiamo atto che altre formazioni della sinistra hanno deciso di generalizzare il sostegno nelle regioni ai candidati del PD persino in regioni come l’Emilia Romagna in cui il presidente Bonaccini e la giunta uscenti si sono fortemente caratterizzati per scelte che la sinistra non può che giudicare negativamente (autonomia differenziata, legge urbanistica, per fare degli esempi noti a livello nazionale).

Risulta poco credibile lo stesso richiamo alla lotta per la democrazia se si tiene conto che ci sono regioni governate dal PD (dalla Calabria alla Puglia) in cui la legge elettorale prevede soglie di sbarramento liberticide e antidemocratiche dell’8%. Lo stesso sistema elettorale maggioritario e il presidenzialismo nelle regioni sono eredità di un centrosinistra.

Nelle regioni non viene meno dunque la necessità di promuovere liste di sinistra e ambientaliste in alternativa ai poli esistenti, cercando di unificare l’area della sinistra anticapitalista e antiliberista, movimenti, esperienze civiche e associazionismo.

Lavoriamo con pazienza evitando sia il settarismo che produce frammentazione sia la subalternità al PD che da anni impedisce la stabile ricomposizione della sinistra.

La Direzione nazionale impegna tutto il partito, a partire dalle segreterie e dai comitati regionali, a lavorare per la presentazione di liste di alternativa ai poli esistenti e si rende disponibile al massimo confronto con i comitati regionali per l’attuazione di questo orientamento.

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
DIREZIONE NAZIONALE

Documento approvato con 5 voti contrari e 1 astenuto

Roma, 11 novembre 2019

categorie
Rifondazione Comunista

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