Prima Rifondazione comunista, per l’autonomia politica e organizzativa del Partito

A seguito degli appelli usciti nelle ultime settimane da parte di alcuni compagni di partito, abbiamo voluto precisare la nostra posizione nell’articolo che segue. Non un ulteriore appello, quindi,...

A seguito degli appelli usciti nelle ultime settimane da parte di alcuni compagni di partito, abbiamo voluto precisare la nostra posizione nell’articolo che segue. Non un ulteriore appello, quindi, ma un contributo alla discussione, per ripartire prima di tutto dal nostro Partito.

Mi sono convinto che anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio.

Siamo compagne e compagni del Prc fortemente preoccupati per il futuro del Partito. Per questo abbiamo voluto cominciare questo nostro contributo alla discussione interna con una citazione di Antonio Gramsci, che a nostro avviso esprime la necessità per Rifondazione di uscire da un pericoloso circolo vizioso: quello della ricerca spasmodica di alleanze nelle sempre più scarse fila della sinistra, senza porsi, o ponendosi inadeguatamente, il problema della base su cui costruirle né tanto meno quello dell’egemonia culturale, oggi saldamente in mano alla destra della borghesia.

Dopo anni trascorsi a dar vita ad accrocchi elettorali dal profilo sfocato, la nascita di Potere al Popolo, un soggetto dalla chiara natura anticapitalista, sembrava poter riaprire per il Prc una stagione di conflittualità ed elaborazione teorica. Ritenevamo ed auspicavamo che Pap potesse essere un fronte di lotta ampio, in cui partiti, realtà sociali e individualità potessero ricominciare a parlarsi e organizzarsi attorno a campagne e iniziative comuni, nel rispetto delle identità, senza avviare processi frettolosi.

Purtroppo, l’accelerazione organizzativista successiva alle elezioni del 4 marzo 2018 ha portato alla luce l’intento, da parte di alcune delle realtà che compongono Pap, di costruire non un fronte ampio per coordinare l’azione di soggetti politici organizzati e individualità, ma un nuovo partito.

Perché, al netto delle decine di espressioni alternative che si possono trovare, un soggetto che richiede un’adesione formale dietro pagamento di un contributo, che produce attività politica e che ha voce in capitolo autonoma in ambito elettorale è di fatto un partito.

Nel caso specifico, uno con caratteristiche movimentiste e antagoniste ben lontane da quelle di un partito comunista, per quanto rinnovato.

Ciononostante, negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una svendita del nostro, di Partiti: dalle adesioni individuali a Pap invece che come soggetto organizzato, all’organizzazione di Pap a livello provinciale, senza essere chiari sulle relazioni che i livelli più vicini alla base (circoli e federazioni) debbano tenere con le assemblee, soprattutto a livello elettorale.

Tutto questo senza avviare alcun tipo di consultazione della base, anche quelle più rapide da costruire, come un referendum interno.

Dall’altro lato, vediamo compagni che auspicano il ritorno ad un Brancaccio 2.0, ora chiamato “quarto polo”, tanto più pericoloso nella misura in cui il Pd dovesse effettivamente cambiare nome nel tentativo (pessimo) di recuperare un consenso che il sostegno al governo Monti prima (vedi legge Fornero) e i governi Letta-Renzi-Gentiloni poi hanno definitivamente eroso.

Per noi questa strada è impraticabile se vogliamo riempire di significato il nostro nome: Rifondazione Comunista.

Per i comunisti/e, la necessità di mantenere una propria fisionomia e autonomia politica si manifesta nella definizione di un programma minimo che delinei i punti caratterizzanti per una svolta in senso socialista della società su cui impegnare il partito, e da cui partire nella costruzione di alleanze sociali e politiche con altre forze e soggetti, nella prospettiva di un nuovo blocco storico tutto da costruire.

Il risultato di dieci anni di carrozzoni elettorali deboli ha avuto come risultato l’abbandono progressivo del nostro simbolo e di conseguenza della nostra visibilità, che riteniamo di dover recuperare anche in ambito elettorale. Abbiamo mantenuto l’orgoglio della nostra appartenenza, ma spesso abbiamo dovuto nasconderlo, pena le continue accuse di “volerci mettere il cappello” da parte di moltissimi dei nostri compagni di strada.

E’ il momento di invertire la rotta, per non affondare. Vogliamo lavorare affinché prevalga la razionalità e la ponderazione nelle posizioni, senza progressivi svuotamenti del ruolo del nostro Partito a favore di qualche percorso o processo contingente, che viene puntualmente visto come salvifico o come “ultima spiaggia”.

Quello che vorremmo è il recupero del ragionamento su di noi e sul nostro ruolo come soggetto collettivo, e l’apertura di una fase di approfondimento dell’analisi della situazione e della proposta politica.

Un decennio di progressiva marginalizzazione del Prc dalla vita politica e istituzionale ci ha convinto che anziché lanciarci di contingenza in contingenza, o perderci nella continua discussione sui “contenitori”, dobbiamo fermarci a riflettere sui contenuti ed elaborare una proposta politica che davvero ristabilire una connessione anche sentimentale con le nostre categorie storiche di riferimento, e non solo con loro, per iniziare a costruire un possibile blocco sociale tendenzialmente maggioritario nel paese.

Senza un adeguato innalzamento del livello dell’analisi e della proposta crediamo di non poter uscire dall’ininfluenza e dalla marginalità sia come partito autonomo e indipendente, sia partecipando ad un qualsivoglia aggregato più vasto.

Francesco Andreini – Cpf Siena

Giuseppe Baroni – Circolo Vergazzoli, Prc Massa Carrara

Irene Bertozzi – Prc Massa Carrara, segreteria regionale Toscana

Giovanni Bruno – Segretario circolo Gramsci, Pisa

Giacomo Burresi – Prc Casole D’Elsa, Cpf Siena

Raffaele Campanile – Cpf Caserta

Stefania Caboni – Prc Valdesa Fiorentina

Loriano Checcucci – Prc Poggibonsi, Cpf Siena, Cpr Toscana

Ernesto Creati – Circolo Vergazzoli, Prc Massa Carrara

Mario Del Moretto – Cpf Massa Carrara, Cpr Toscana

Roberto Figoli – Cpf Massa Carrara

Giada Galletta – Prc Messina

Riccardo Gandini – Prc Parma, Coordinamento nazionale GC

Domenico Guadagnucci – Segreteria Federazione Massa Carrara, Cpr Toscana

Massimiliano Marchi – Prc Castelnuovo Berardenga, Cpf Siena

Nicolò Martinelli – Segretario Federazione Versilia

Andrea Mazzeo – Segretario circolo Prc Cortona

Cinzia Orsi – Segretaria circolo Prc Valdesa Fiorentina

Fabrizio Pertici – Prc Valdesa Fiorentina

Filippo Pierini – Prc Colle Val D’Elsa, Cpf Siena, Cpr Toscana

Claudio Salvadori – Prc Valdesa Fiorentina, Cpr Toscana

Orlando Simoncini – Prc Valdesa Fiorentina

Lucrezia Vignali – Coordinatrice GC Cortona

22 settembre 2018

dalla pagina Facebook Rifondazione 2.0

categorie
Rifondazione Comunista

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