Potere al popolo: indietro non si torna

La lista chiude a Napoli, dove Renzi ha dato forfait e Berlusconi torna oggi per sfidare il silenzio elettorale. Con l'occhio alla soglia di sbarramento ma già un programma per il futuro. "Abbiamo messo in connessione le lotte dei territori" dice Viola Carofalo

Sul palco montato in piazza Dante, Viola Carofalo sale per dire che il 4 marzo, comunque andrà, sarà solo una tappa: «Indietro non si torna, la strada è lunga, la gente che abbiamo incontrato ci ha detto che di Potere al popolo c’è bisogno, nessun passo indietro». La lista nata dall’Ex Opg Je so’ pazzo chiude la campagna elettorale a Napoli. La line up della serata è una dichiarazioni d’intenti politica.

Aprono le danze i grandi vecchi del combat folk, ’E Zezi, il gruppo operaio di Pomigliano d’Arco nato dalle lotte in fabbrica. Poi la satira della giornalista Francesca Fornario quindi musica con Francesco Di Bella, ex frontman dei 24 Grana, re della scena Indie impastata nel «napulegno». C’è Sabina Guzzanti e gli attivisti di Pap sperano che faccia l’imitazione di Viola. Gran finale con Franco Ricciardi. L’artista che ha portato a sintesi l’anima neomelodica e la tradizione rock partenopea, si schiera a modo suo: «Io sto col popolo». Alle 21 la piazza comincia a riempirsi, tra il pubblico le bandiere della Palestina e una folta comunità di rifugiati e richiedenti asilo con la spilla di Pap. Sono tra gli utenti dell’ambulatorio popolare e dello sportello legale. Si fermano per la foto ricordo con il logo di Potere al popolo.

Nel 2013 il Pdl scelse di chiudere la campagna elettorale a Napoli: Silvio Berlusconi era atteso alla Mostra d’Oltremare gremita di giornalisti e sostenitori, recapitati in pullman formato gita organizzata. Esploso lo scandalo «cene eleganti», c’erano pesino le telecamere internazionali dalla Germania, Svizzera, Norvegia, Francia e Giappone, l’intervento saltò «causa uveite», sostituito da un collegamento video. Un mese prima Nicola Cosentino era scappato con le liste elettorali campane, da cui era stato depennato, inseguito da Nitto Palma e Denis Verdini.
Anche il Pd aveva chiuso la campagna elettorale a Napoli con l’allora segretario Pierluigi Bersani in una semideserta piazza del Plebiscito. Cinque anni dopo Berlusconi ha cancellato lo show in teatro, la scorsa settimana, sostituito da una pizza oggi sul lungomare. L’attuale segretario dem, Matteo Renzi, aveva deciso di sfidare il nemico in casa presentandosi a Pomigliano, città di Luigi Di Maio, ma il rischio flop lo ha tenuto lontano.

Potere al Popolo ha scelto la piazza: «È stata tutta una pazzia – racconta Viola – ma chiudere tra la gente era la conclusione più logica. Siamo andati porta a porta, distribuito volantini, siamo stati nelle strade, abbiamo fatto politica come si faceva una volta, resta il fatto che averci emarginato in tv ci penalizzerà. Chi già ci conosce ci apprezza, il problema è raggiungere chi vive in zone dove non arriviamo con il nostro impegno. Quelle rare volte in cui sono stata invitata nei salotti televisivi ho scoperto che i politici di centrodestra e centrosinistra, quando non sono inquadrati, hanno una genuina simpatia gli uni per gli altri. Io invece li detesto, sono completamente scollegati dalla realtà».

La campagna elettorale è però servita: «Il precipitato più importante è stato aver federato le lotte, aver messo in connessione i territori – conclude Viola -. Al Sud sappiamo cosa succede a Roma o al Nord perché lo raccontano i mezzi d’informazione, al Centro Nord invece non conoscono il Sud. In una delle ultime trasmissioni in cui sono stata mi è scappato un uagliu’, i compagni mi hanno subito scritto ’abbiamo appena perso uno 0,5% sulla media nazionale’».

Per PaP il metodo è importante: «Siamo stati invitati a molti dibattiti con altri partiti – racconta Chiara Capretti -, di solito i nostri competitor volevano intervenire per primi e poi andare via, non facevano neppure finta di ascoltare cosa aveva da dire chi aveva organizzato l’incontro. Per noi intervenire per ultimi è un’opportunità per ascoltare e imparare. Giriamo nei quartieri, tra i lavoratori, e ci domandiamo dove siano i politici di professione. Poi scopri che nel centro storico, a una settimana dal voto, aprono sedi elettorali che poi spariranno».
Potere al popolo non ha aperto una sede elettorale ma occupato una chiesa del Cinquecento abbandonata per dare ospitalità ai senza tetto: «Non abbandoneremo mai le nostre pratiche, neppure se dovessimo entrare in parlamento. In quella chiesa adesso vivono una ventina di persone che autogestiscono lo spazio. Una donna ucraina era finita per strada perché aveva perso il lavoro, l’abbiamo aiutata e adesso vive con una connazionale. A un ragazzo tossicodipendente abbiamo trovato un posto in comunità; un altro ragazzo e il suo compagno adesso hanno una casa. La nostra idea non è creare dei megadormitori dove fare assistenza ma aiutare chi ha bisogno a emanciparsi».

ADRIANA POLLICE

da il manifesto.it

foto tratta dalla pagina Facebook di Potere al Popolo!

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