Omicidi bianchi, le solite tre vittime al giorno…

Lavoro mortale. Due operai muoiono in una cantiere a Piave Emenuele nel milanese, un terzo a Brentino Belluno in Val d'Adige. Da inizio anno già 158 vittime, la Cgil denuncia: "In questo tragico scenario, il governo taglia mezzo miliardo delle tariffe Inail destinate alla prevenzione degli infortuni, alla formazione e alla sicurezza”

Questa volta a non essere tornati a casa dopo il lavoro sono stati Salvatore Borriello, 47 anni, e Domenico Palumbo, 54, che dalla natìa Campania erano saliti al nord, a Pieve Emanuele nel milanese, per realizzare paratie divisorie tra i binari e i vicini terreni agricoli nei pressi della locale stazione ferroviaria. Il lavoro in appalto dato da Rfi alla Cefi srl di Casoria, ditta di cui i due operai erano dipendenti, era per giunta considerato inutile dal sindaco Paolo Festa, subito accorso al cantiere: “Rfi aveva iniziato a costruire questo muro di separazione, ma io avevo detto che non serviva, e avevo chiesto la costruzione di una ciclopedonale di collegamento fra la vecchia strada oggi chiusa e il sottopasso ferroviario”.

Per certo i due operai sono stati travolti da una cassaforma in metallo che, con una gru azionata da un terzo operaio, stava per essere posizionata. E’ stata già aperta una inchiesta, per omicidio colposo, dal dipartimento salute e sicurezza sui luoghi di lavoro della procura milanese, guidato dall’aggiunto Tiziana Siciliano.

Le segreterie provinciali di Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl e Fillea Cgil hanno denunciato, per l’ennesima volta, i drammi e le tragedie dovuti all’insicurezza nel settore edile: “Con i primi segnali di ripresa del settore sono ripresi a crescere gli infortuni, segno che non si fa ancora abbastanza per formare adeguatamente i nostri lavoratori, e per mettere in atto tutte quelle azioni di prevenzione necessarie per garantire di tornare a casa la sera dai propri cari”.

Dalla Cgil di Milano anche un monito: “Oltre a ricostruire la dinamica dell’incidente mortale, confidiamo nelle indagini per individuare con certezza le responsabilità, per evitare come spesso accade di parlare di ‘tragica fatalità’. E’ necessario garantire la piena applicazione delle leggi, e applicare il protocollo di intesa sulla sicurezza in ambiti particolarmente a rischio, firmato in Prefettura il 20 aprile scorso. Non si può più aspettare”.

Sempre ieri un terzo omicidio bianco è avvenuto a Brentino Belluno, comune veronese in Val d’Adige, vittima un operaio rimasto schiacciato da un camion che trasportava bitume durante i lavori di asfaltatura di una strada. Sono diventati così ben 158 i morti nei luoghi di lavoro dall’inizio del 2019 in Italia, quasi due al giorno e senza considerare le vittime “in itinere”, che sono state ancor di più. “Un dato terribile – sottolinea l’Osservatorio indipendente di Bologna – ma rispetto al quale l’attenzione politica e mediatica si accende solo a intermittenza. Eppure il 2018 è stato un anno funesto: secondo i dati ufficiali dell’Inail ci sono state 1.133 vittime, in crescita del 10% rispetto al 2017. Ma sono anche gli infortuni denunciati a lievitare: 641.261, più 0,9%”.

Solo la settimana scorsa a Padova c’era stata una adesione pressoché totale allo sciopero di otto ore dei metalmeccanici della provincia, dopo gli ennesimi infortuni mortali che vedono, non per caso, ai primi posti della tragica classifica la Lombardia, l’Emilia Romagna e appunto il Veneto. Insomma l’ “operoso” nord del paese, Nell’occasione Fiom Fim e Uilm avevano detto forte e chiaro: “Nessuno può accettare condizioni di lavoro che mettano a repentaglio la propria vita”.

Eppure di fronte a questi numeri, denuncia la Cgil, appare sconcertante il recentissimo l’annuncio del ministro del lavoro Luigi Di Maio di un taglio delle imposte sul lavoro pagate dagli imprenditori, che in alcuni casi arriverà fino al 30%, senza specificare che questo sarà finanziato da un taglio di circa mezzo miliardo, in tre anni, ai fondi che servono a incentivare gli imprenditori a migliorare la sicurezza sul posto di lavoro. Sul punto Filt e Fillea Cgil insistono: “In questo tragico scenario non aiuta il taglio delle tariffe Inail destinate alla prevenzione degli infortuni, alla formazione e alla sicurezza”.

RICCARDO CHIARI

da il manifesto.it

foto tratta da Pixabay

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