Olimpiadi invernali: corsa al mattone, le imprese sono già all’opera

Le urla da stadio del «partito trasversale» dello sport. Tra i cantieri previsti: villaggi olimpici, palazzine residenziali e collegamenti viari

Le olimpiadi invernali del 2026 sono state assegnate a Milano-Cortina. Dopo quelle del 1956 svoltesi a Cortina e del 2006 a Torino, il Comitato internazionale olimpico (Cio) ha premiato per la terza volta l’Italia, mentre Stoccolma-Are, le due città svedesi sembrano non aver convinto il massimo organo sportivo internazionale ieri riunito nella sede di Losanna.

In Italia ha vinto il Partito dello Sport, costituito trasversalmente dai governatori leghisti Luca Zaia per il Veneto e Attilio Fontana per la Lombardia, cui si è aggiunto fin dalla prima ora il sindaco di Milano del Pd Giuseppe Sala. Del quartetto ha fatto parte anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, uscito malconcio dalla riforma dello sport, voluta dal governo gialloverde, che separa le competenze del Coni dallo sport sociale, in pratica molti meno soldi nelle casse dell’ente del Foro Italico. Ieri dopo l’annuncio favorevole a Milano- Cortina, tutti e quattro, cui si è aggiunta l’intera delegazione italiana, si sono lasciati andare a urla da stadio e atteggiamenti scomposti, dimenticando ogni forma di fair-play verso l’imperturbabile delegazione svedese.

A sfregarsi le mani sono le grandi aziende edili, che si occuperanno della costruzione degli impianti sportivi e delle strade che dovranno accelerare gli spostamenti dalla Valtellina a Milano e da Cortina al capoluogo lombardo, dove tutti gli atleti e i loro allenatori dovranno spostarsi per le premiazioni in Piazza Duomo.

Il premier Conte ha già staccato un assegno di 415 milioni il giorno prima che la delegazione del Cio facesse l’ultimo sopralluogo in Italia ad aprile. A quell’assegno, si aggiungono i 200 milioni di euro per potenziare la viabilità tra Milano, Bormio e Livigno, le altre due sedi dei Giochi olimpici invernali del 2026. Il leghista Giorgetti, che nel governo giallo-verde ha la delega allo Sport ha rassicurato le grandi aziende edili: «Stanzieremo altre risorse per le infrastrutture che riterremo utili». A Santa Giulia, periferia di Milano, sorgerà il PalaItalia, un palazzetto dello sport riservato all’hockey, che ospiterà 15 mila spettatori, il cui costo preventivato è di 70 milioni.

Ma Milano non si accontenta e vuole fare le cose in grande, costruirà un secondo palazzetto per 7 mila spettatori riservato all’hockey. Infatti i lavori di restauro del Palasharp, oggi abbandonato , costeranno 8 milioni di euro. L’area di 125 mila metri quadri dello scalo ferroviario di Porta Romana, sarà riservata alla costruzione del Villaggio olimpico, che avrà mille posti letto. Sorgeranno palazzine per ospitare gli atleti, che dopo le olimpiadi invernali del 2026, saranno prontamente riconvertite in abitazioni, per «congiungere» la periferia al centro, si affrettano a dichiarare architetti e palazzinari, che per buttare fumo negli occhi precisano che sorgeranno tra i grattacieli attuali della fashion e dell’hi-tech.

Si aggiungono altri villaggi olimpici costruiti in Valtellina per ospitare gli atleti che gareggeranno a Bormio e a Livigno, le strutture sportive e della viabilità che sorgeranno intorno a Cortina, un’area che per coinvolgimento delle gare sportive e percosi turistici, si estenderà fino all’Alto-Adige. Il tutto porterà 8.500 posti di lavoro.

Il partito dello sblocca cantieri e delle grandi opere, della Tav e delle varianti di valico, politicamente rappresentato dalla Lega, è il vero vincitore delle olimpiadi Milano-Cortina, al quale si accoda in minor misura il Pd, a Milano rappresentato dal sindaco Giuseppe Sala. A uscire malconci sono i 5 Stelle, dapprima contrari a un sostegno del governo Conti alle olimpiadi invernali del 2026 e poi costretti a capitolare innanzi alle pressioni di Matteo Salvini, per ottenere il sostegno finanziario di 80 milioni a Torino guidata dalla pentastellata Chiara Appendino, per i Finals Tennis dal 2021 al 2026.

La politica di Palazzo baratta, si scambia favori e anche colpi sottobanco. Il Coni diretto da Malagò, per rientrare nei giochi politici si è forsennatamente dato da fare per garantire i 42 voti indispensabili dei membri del Cio per l’assegnazione delle olimpiadi invernali del 2026. Intanto le aziende che si occuperanno della viabilità e delle infrastrutture hanno già inforcato gli sci per la discesa libera.

PASQUALE COCCIA

da il manifesto.it

foto tratta da Pixabay

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