La Casa e il Quarto Polo

Nel 1991 abbiamo dato vita ad un partito e ad un processo politico che porta, ancora oggi, un sostantivo e un aggettivo inscindibili tra loro: “rifondazione” e “comunista”. Seguo...

Nel 1991 abbiamo dato vita ad un partito e ad un processo politico che porta, ancora oggi, un sostantivo e un aggettivo inscindibili tra loro: “rifondazione” e “comunista”.
Seguo con attenzione lo svolgersi di altri progetti che nascono a sinistra: Costituente comunista e rinascita del PCI, Sinistra Italiana, Possibile.
Sono percorsi che vengono segnati anche da storie che si intrecciano e che, tuttavia, giustamente assumono una loro fisionomia.
Tra queste esperienze che nascono e si sviluppano resta quella ormai venticinquennale di Rifondazione Comunista.
Non ho mai pensato al mio Partito come ad un moloch, ad un qualcosa di immutabile.
Eppure, piccolo, malconcio, abbandonato prima e poi da molte compagne e compagni per approdare in più facili e sicuri porti, dimostratisi piccoli fallimenti ora in zona di recupero con nuove sigle e simboli, per me Rifondazione Comunista rimane una comunità che ha fatto del comunismo un movimento libero, privo di dogmatismi, aperto alle alleanze, chiuso alle compromissioni.
Rimane la mia casa politica e sociale. Rimane una casa che penso debba ancora essere utile a tutta la sinistra in diaspora.
Ovviamente mi sento più vicino ai compagni del PCI che a Sinistra Italiana.
Si può collaborare, si può costruire insieme un Quarto Polo dell’Alternativa di Sinistra.
Se poi le strade dei comunisti si riuniranno, ce lo diranno le azioni future fondate su rapporti di forza e su contingenze quotidiane per una prospettiva non più velleitaria ma finalmente legata ad un sano pragmatismo privo di dogmi, coi piedi ben piantati per terra e la testa rivolta all’orizzonte di un futuro progressista.

MARCO SFERINI

26 giugno 2016

foto di Federica Pitoni

categorie
DibattitiRifondazione Comunista

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