Grasso: «Leu a congresso, non aspettiamo le scelte dei dem»

Riunito il comitato promotore. Il sociologo De Masi, già vicino ai grillini: «Darò una mano, come ho già fatto per l’M5S»

«Imbarazzante». Alla prima riunione del comitato promotore di Liberi e uguali, Piero Grasso usa la stessa parola di Paolo Gentiloni per commentare le parole di Renzi dal palco dell’assemblea nazionale Pd. Riunione a porte chiuse quella di ieri in una sala congressi del centro di Roma, per impostare il lavoro che dovrebbe sfociare in un partito unitario fra Mdp e Sinistra italiana entro fine anno.

All’appuntamento arrivano anche le personalità coinvolte da Grasso, accademici, sindacalisti, giornalisti, sindaci. Fra gli altri Michele Prospero, Antonio Floridia, Silvia Prodi. Assente c’è il giallista De Giovanni ma – a sorpresa – c’è il sociologo Domenico De Masi, già consulente dei 5 stelle ai quali però oggi contesta la scelta dell’alleanza con la Lega. «Cerco la sinistra dove spero di trovarla», spiega ai cronisti, «Non sono passato a LeU, darò una mano per un documento sul lavoro, come ho fatto per M5S». Fra gli esterni, chiamati a «stimolare» il dibattito e «aprirlo» alla società, resta qualche dubbio sul proprio ruolo: «Siamo un organismo scientifico o si fa la linea politica?».

Ci sono anche i deputati e i dirigenti dei due partiti (Possibile si è sfilato dal nuovo partito ma questo week end al suo Politicamp di Reggio Emilia si è dichiarata «non ostile»). Roberto Speranza va via presto, Nicola Fratoianni resta fino alla fine. C’è anche l’ex presidente della Camera Boldrini, Fassina, Epifani, Scotto, De Petris, Stumpo. Spetterà a un «comitato coordinatore» il core business della stesura del documento politico.

La road map: dal 12 luglio si aprono le adesioni (individuali) sul sito di Leu, entro la fine del mese il «manifesto delle idee», a settembre quattro o cinque appuntamenti tematici, poi il congresso per la scelta del gruppo dirigente. E del leader, argomento per ora tabù.

Alla fine Grasso giura di essere «rassicurato» dall’esito della giornata. «In queste settimane qualche dirigente ha chiesto di “andare oltre” Leu, ha guardato a fronti repubblicani, invocato un big-bang della sinistra, auspicato un nuovo Ulivo. Non sono d’accordo, non è stata d’accordo la nostra assemblea nazionale che ha preso una decisione», avverte. «Nessuno di noi può credere di portare questo milione di persone dove vuole. Sanno benissimo dove vogliono stare: dentro Leu. Non siamo disposti ad aspettare congressi, distruzioni o ricostruzioni di altri partiti per decidere cosa fare».

Il messaggio è a chi guarda al congresso Pd, specie a casa Mdp. Ma anche a casa Si sono in molti ad essere contrari a un partito unitario. Il nodo è il rapporto con il Pd e la collocazione alle prossime europee. Per questo la stesura del «manifesto» sarà delicata. E il rischio di lasciare qualche nodo irrisolto, per poi spaccarsi al primo intoppo, è ancora alto.

DANIELA PREZIOSI

da il manifesto.it

foto tratta dalla pagina Facebook di Liberi e Uguali

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