Comunismo e nazismo, l’equiparazione impossibile

Vi regalo alcune osservazioni che mi sono venute spontanee in un sabato annoiato, leggendo con scrupolosa attenzione la mozione dell’Europarlamento che equipara comunismo e nazismo, pasticcia volutamente sui termini,...

Vi regalo alcune osservazioni che mi sono venute spontanee in un sabato annoiato, leggendo con scrupolosa attenzione la mozione dell’Europarlamento che equipara comunismo e nazismo, pasticcia volutamente sui termini, riformula la storia e riscrive i fatti senza nemmeno provare a citarli.

Uno spettro si aggira per l’Europa“, scrivevano Marx ed Engels nella prefazione del “Manifesto del Partito comunista“: tutte le potenze del vecchio continente erano unite nella “santa caccia” a questo fantasma ben percepito e incontrato in tutte le lotte e i sommovimenti sociali. Faceva paura allora e fa paura anche oggi pur essendo molto depotenziato grazie a decenni di revisionismo politico, sociale e storico.

Revisionismo politico che ha finito col consumare forze comuniste e trasformarle in forze votate al governismo come una unica soluzione di trasformazione sociale.

Revisionismo sociale, figlio del revisionismo politico e di una ricalibratura dell’opinione pubblica aderente alla visione tutta liberale del comunismo come equipollente al nazismo: differente soltanto per posizione geografica e per nascita. Una mistificazione della storia.

Una mistificazione che conduce ad un revisionismo storico iniziato nel 1945, proseguito anche dopo il disvelamento degli orrori dello stalinismo, vera e propria mortificazione del comunismo stesso.

La mozione del Parlamento europeo, votata compattamente da Fratelli d’Italia, Lega, Partito democratico e Forza Italia, è davvero emblematica e deve rimanerlo come sostanza di una forma mentis indubitabilmente acquisita tanto dal centrosinistra quanto dal centrodestra sui temi storici e politici che promanano dalla fine della Seconda guerra mondiale: in questo caso sì, possiamo parlare tristemente di “memoria condivisa“.

Rileggiamone criticamente i punti più controversi (chiaramente a mio avviso…):

Punto B: il patto Molotov-Ribbentrop, riprovevole quanto si vuole (e per me rimane riprovevole in quanto atto di spartizione imperialista di un paese sovrano stringendo un accordo con il Terzo Reich), non è la causa scatenante della Seconda guerra mondiale e nemmeno ne ha spianato la strada: la preparazione del conflitto – cui l’Urss stalinista non pensava di dover affrontare nemmeno a far data dal 1940… – avviene con la costruzione di una weltanschauung hitleriana già dai primordi di scrittura dei “Mein kamp“, quando ancora è vivida la debolezza di Weimar e quando ancora si odono gli echi della Bayerische Räterepublik.

Hitler teorizza a poco a poco un insieme di cromature omicide di massa su cui si dovrà fondare uno Stato pangermanico che dovrà comprendere tutti i territori di lingua tedesca ed espandersi ad Est nel tanto celebre (si spera) “Lebensraum“, lo “spazio vitale” economico in cui la Germania avrebbe attinto dal grano ucraino al petrolio della zona più o meno corrispondente al fronte orientale nel 1941/42.

L’origine del conflitto mondiale, quanto meno europeo, risiede dunque nella costruzione stessa del Terzo Reich che non avrebbe mai rinunciato ad azioni espansionistiche sotto il cancellierato di Hitler. Una volta morto Hindenburg, la strada è così spianata…

Ma dire che a generare la Seconda guerra mondiale fu un patto firmato sette giorni prima l’invasione della Polonia da parte tedesca (con il pretesto del finto attacco polacco ad una radio germanica… per paradosso le prime vittime della guerra furono tedeschi ammazzati da soldati tedeschi…) è fare un torto alla Storia, ai fatti, scevri da qualunque interpretazione partigiana o piegata a passioni politiche come la mia.

Punto C: con l’espansione del Reich nel “Territorio dei Sudeti” e la creazione del “Protettorato di Boemia e Moravia” guidato dal “macellaio biondo” Heydrich, tanti stati orientali, come Slovacchia, Romania, Bulgaria, Ungheria, Croazia, Slovenia e quelli baltici, compresa la Finalndia del maresciallo Mannerheim (ovviamente antisovietico in quanto eroe della guerra di indipendenza fatta sugli sci contro cosacchi prima e guardie rosse dopo) che diventerà filo-russo solo dal 1944…, iniziarono a gravitare nella sfera di simpatia tedesca.

C’è dunque una certa differenza tra l’aggressione nazista ai paesi occidentali prima e a quelli orientali dopo, Urss compresa, e la politica espansionista e imperialista dei sovietici che non ha mai mosso da mire etniche o da “soluzioni finali” come quelle pianificate a Wannsee.

Ciò non toglie che, col senno di poi, astraendoci dal compito storicistico, dando un giudizio politico, l’Urss abbia assunto un ruolo di paese non meno indolente degli Stati Uniti nel cercare una influenza nell’ambito mondiale anche e soprattutto fondandosi su sfere di egemonia economica.

Punto D: qui si dichiara con tutta evidenza come i valori dell’Unione Europea siano legati alla prosperità economica capitalistica: da un lato c’è la dipintura di una Europa libera, felice, democratica e “riconciliata” (magari dai “Giochi senza frontiere” voluti da De Gaulle, e che pure erano molto belli e divertenti da vedere quando ero bambino) e dall’altro lato il mondo grigio, orrorifico del comunismo dittatoriale, dello stalinismo.

Inutile spiegare a chi ha dei pregiudizi che comunismo e stalinismo sono antitetici: se si è stalinisti si mortifica il comunismo che si dice di voler abbracciare come movimento di liberazione dell’essere umano dalla schiavitù del profitto. Ma capisco che la “narrazione” ultracinquantennale che è stata fatta abbia lavato molti cervelli: anche quelli più dediti alla sincerità nelle loro opinioni.

Poi, indubbiamente, questo può essere relegato a mero punto di vista personale. Lo accetto, ma in quanto comunista antistalinista, proprio perché comunista, quindi libertario. I comunisti o sono libertari o sono altro dall’essere comunisti. Rossobruni, adoratori di feticci, di ritratti di questo o quell’uomo forte che si è imposto e ha imposto magari un regime a “capitalismo di Stato“…

Il resto del documento è una semplicistica e anche molto infantile propaganda su quanto sia buona l’Unione Europea e quanta fratellanza vi sia nel nostro libero mondo occidentale.

Peccato che si trascini dietro dati del Fondo Monetario Internazionale (e gli organismi creati a Bretton Woods nel ’44 non li definirei proprio “bolscevichi“…!) che ad oggi ci parlano di ben un quarto della popolazione della UE in stato di povertà, indigenza. Quindi in uno stato di sopravvivenza quotidiana e di resistenza economica laddove si magnifica una “memoria condivisa” fondata su una uguaglianza inesistente.

Si condannano simboli, bandiere, statue, lapidi e ogni forma di commemorazione delle dittature tutte: ovviamente compresa quella comunista.

Punto 3: di falso storico in falso storico, leggendo la risoluzione del Parlamento Europeo si finisce per assuefarsi e non farci più caso. Ma ecco che si inciampa in un clamoroso rovesciamento dei fatti e degli accadimenti: scrivono gli estensori che, sempre dal famigerato patto tra Molotov e von Ribbentrop, e in particolar modo facendo riferimento ai suoi “protocolli segreti“, l’intenzione del Terzo Reich e dell’Urss era quella di spartirsi il mondo, di conquistarlo e dividerlo in due sfere di rispettiva influenza.

Il patto non ha, per fortuna, mai riguardato il globo intero. Non avrebbe nemmeno potuto farlo, visto che la spartizione in questione era “limitata” alla frontiera di comune interesse stabilita dal Baltico alla Bessarabia. Come “patto di non aggressione reciproca” era una bella scorpacciata di territori, ma l’obiettivo di Hitler e di Stalin non era quello citato: “conquistare il mondo“.

Lo sarebbe diventato per Hitler nel momento in cui la potenza germanica si spingerà fino a Stalingrado e Leningrado, con una Inghilterra lasciata sola a battersi contro Berlino. E lo diventerà ancora di più quando Tokyo attaccherà gli Stati Uniti e la guerra assumerà carattere mondiale.

Punto 8: si istituisce il 23 agosto la “Giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari a livello sia nazionale che dell’UE“. E se ne raccomanda la sensibilizzazione verso le giovani generazioni.

…e meno male che avevo sentito dire che in Europa i sovranisti avevano clamorosamente perso la loro partita ed erano stati fermati dai democratici e dai liberali uniti in un sacro vincolo…

MARCO SFERINI

22 settembre 2019

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